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Mobilità green e sostenibile: svolta per la macchina elettrica grazie alla tecnologia E-Power

C’è chi ha avuto già il coraggio a passare all’elettrico, chi vorrebbe e chi ha dubbi. Dubbi che non riguardano la svolta Green del settore automotive, ma l’affidabilità, l’autonomia delle singole macchine elettriche e il loro costo, non sostenuto da incentivi economici. Una nuova tecnologia potrebbe abbattere definitivamente questo muro e per farlo prevede di utilizzare anche la benzina. Vi chiederete: “Quante sono allora l’emissioni? La risposta è: “Zero”. Vediamo perché.
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Mattia Giangaspero 2 Gennaio 2023

La tecnologia vince sempre e con l'innovazione ogni barriera può essere infranta. Questa volta il settore dell'automotive può aver trovata la chiave di svolta, a breve termine, per la mobilità sostenibile. Sì a breve termine perché la speranza è arrivare il più veloce possibile al 2035 e non come data (dobbiamo ancora dar il benvenuto al 2023), ma come obiettivo. Dal 2035 non verranno più prodotte e vendute auto a benzina e diesel, ma solo elettriche. La speranza quindi è che l'acquisto di un veicolo green diventi accessibile a tutti. La speranza è che i rischi di avere poca autonomia svaniscano. La speranza è che per tutto il territorio vengano installate sempre più colonnine elettriche. Nel frattempo, siccome questi dubbi ancora aleggiano intorno al settore, si è cercata una soluzione più immediata, una nuova tecnologia che si chiama "E-Power". Pensa, si tratta di una tecnologia che, per evitare tutti quei rischi elencati prima, utilizza anche la benzina, ma non inquina come altre macchine ibride. Ti chiederai come?

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La tecnologia E-Power

In pratica si tratta di un avanzamento della tecnologia ibrida che combina un motore elettrico ad un motore a benzina. La novità sta nel fatto che il componente elettrico fa muovere le ruote, mentre quello a benzina ricarica solo la batteria del veicolo, rimanendo scollegato da altri elementi.

Dal punto di vista tecnico il motore a benzina funge da generatore che caricando la batteria con un inverter (trasformatore di corrente continua in alternata) alimenta l’altro motore elettrico. 

L’impatto sull’ambiente del veicolo è nullo perché in questo modo il motore a benzina lavora solo a regime di rotazione, cioè, il numero di giri al quale funziona è legato alla richiesta di potenza da parte del conducente. In sostanza anche il conducente diventa padrone dei consumi del veicolo.

Attraverso questo meccanismo è come se si guidasse una macchina elettrica, con il vantaggio però di non avere la spina di ricarica. Non avresti più il rischio di non trovare la colonnina a portata di mano.  L’idea è nata dal brand Nissan, azienda che ha sviluppato fuori dagli schemi questo nuovo concetto di auto ibrida nel 2017, in Giappone. E adesso la tecnologia sbarca anche in Europa.

La vasta gamma di offerta da parte del settore automotive sulla mobilità sostenibile si è ampliato ancora di più e il solo poter proporre al consumatore una nuova soluzione, che offre vantaggi di autonomia, può far avvicinare tutti coloro che vorrebbero passare all’elettrico, ma sono ancora scettici.

Il 96% di chi passa ad un auto elettrica non torna più indietro

Infatti secondo uno studio di JD Power 2022 US Electric Vehicle Experience Ownership Study   il 96% di chi poi passa all’elettrico non torna più indietro. Quindi il primo muro da rompere per far arrivare il consumatore a scegliere un veicolo ad emissioni zero è quello dei dubbi sull’autonomia. E con la tecnologia E-Power non sarà necessario cambiare le proprie abitudini di guida, anzi. Potrebbe essere un altro modo per avvicinare le persone alla mobilità green.

La crescita dell'elettrico

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Un dato da ragione a chi, come noi di Ohga, crede e punta sull’elettrico. Solidità economica e sostenibilità ambientale vanno finalmente di pari passo anche nel settore dell’automotive.  In Italia i timori iniziali, dall’arrivo dell’elettrico, di una perdita di posti di lavoro vengono, però, smentiti dal report di Motus-E. Oltre 7.000 persone troveranno lavoro entro il 2030 nel nostro Paese e solo nel settore dell’eMobility.

7000 persone troveranno lavoro entro il 2030 nel settore dell'eMobility

Al tempo stesso, l'analisi ha messo in luce però anche l'urgenza di politiche attive per la riconversione del comparto, in assenza delle quali, l'asset italiano finirebbe per continuare a ridimensionarsi.

Sempre Motus-E analizza, infatti, che nel mese di novembre le immatricolazioni di full Electric, sul territorio nazionale, risultano in calo del 25.9% sul 2021 e che le vetture circolanti sono poco più di 166mila. Troppo poche visto che entro il 2030 si vuol portare sulle nostre strade 4 milioni di veicoli elettrici. 

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Superare il test della sostenibilità

Volendo allargare l'orizzonte però la tecnologia E-Power non risolve definitivamente il problema dell'inquinamento. L'impatto ambientale di CO2 c'è, anche se non connesso direttamente alla vettura. Il sistema di ricarica tramite benzina è comunque più inquinante rispetto a quello di ricarica di un'elettrica completa (quindi attraverso spina).

Le macchine ibride con la tecnologia E-Power restano più inquinanti di quelle elettriche. Emettono 120 grammi di CO2 contro i 50 grammi a chilometro percorso

Emettono 120 grammi di CO2 contro i 50 grammi a chilometro percorso. Resta dunque l'acquisto e poi il consumo di benzina, però vorremmo vedere il bicchiere mezzo pieno in quanto, a breve termine, la mobilità interamente elettrica non è ancora accessibile a tutti e non per il costo delle vetture in se, ma per la tanta disomogeneità di infrastrutture adeguate presenti su tutto il territorio italiano. Cambia la gestione del veicolo elettrico da Nord a Sud, da grandi metropoli a piccole città e paesi. Per questo motivo l'innovativa tecnologia E-Power mette un cerotto ad un sistema ancora non completamente autosufficiente. Sistema che però dovrà crescere con l'obiettivo entro il 2035 di camminare da solo con le proprie ruote.