Non ci si ammala di cancro per caso e non c'entra la sfortuna. E anche se l'argomento non è dei più felici, questa è una bella notizia: significa che la prevenzione gioca un ruolo fondamentale. È la scoperta, importantissima, di un team di ricerca tutto italiano, coordinato da Piergiuseppe Pelicci, Direttore della Ricerca all'Istituto Europeo di Oncologia e Professore di Patologia Generale al'’Università di Milano. In poche parole, le traslocazioni cromosomiche che causano la mutazione della cellula in particella tumorale sono prevedibili e provocate dall'ambiente esterno.
Ma facciamo un passo indietro. Forse non sai che in questi anni c'è stato un acceso dibattito riguardo la causa delle alterazioni del Dna delle cellule. Quando infatti i geni del cancro vengono sottoposti a circa sei o sette variazioni, si sviluppa un tumore. La domanda naturalmente era: cosa scatena questi cambiamenti? Secondo una serie di studi pubblicati sulla rivista Science e condotti da Bert Volgestein, dell'Università John Hopkins della Pennsylvania e uno dei nomi più autorevoli in questo campo, dipende tutto dal caso. Due terzi di queste mutazioni si formano durante la normale vita dei tessuti, nel momento in cui le cellule devono duplicare il proprio Dna per moltiplicarsi. In questo delicato passaggio possono verificarsi degli errori causali.
La sfortuna dunque sarebbe all'origine di un insieme di patologie che colpiscono circa un uomo su due e una donna ogni tre. E invece no. I ricercatori dello IEO hanno analizzato nel dettaglio alcune cellule normali e tumorali del seno e hanno dimostrato che le variazioni avvengono in geni più lunghi della media che, di norma, rimangono"spenti", cioè inattivi, ma che in determinati momenti possono accendersi e dare il via al processo. Studiando a fondo queste caratteristiche è possibile prevedere quando e se muteranno con una precisione dell'85%.
Ma c'è di più. L'attività di questi geni è controllata da segnali specifici che provengono dall'ambiente nel quale si trovano le cellule. Ovvero, dallo stesso in cui vivi tu.
“Questa scoperta– ha commentato Pelicci – ci insegna che la sfortuna non svolge alcun ruolo nella genesi delle traslocazioni e che, di conseguenza, non esiste base scientifica che ci autorizzi a sperare nella fortuna per evitare di ammalarci di tumore. Anzi, abbiamo ora un motivo scientifico in più per non allentare la presa sulla prevenzione dei tumori: nei nostri stili di vita, nel tipo di mondo che pretendiamo, nei programmi di salute che vogliamo dal nostro servizio sanitario e nel tipo di ricerca scientifica che vogliamo promuovere: ad oggi, i fondi per la ricerca in prevenzione sono solo il 5-10% del finanziamento totale alla ricerca sul cancro."
La buona notizia è che il 40% dei tumori può effettivamente essere prevenuto. Si conoscono già alcuni fattori esterni che influenzano lo sviluppo del cancro, come il fumo, l'alcol, una dieta troppo ricca di zuccheri e carne rossa, l'obesità, la sedentarietà e il ridotto consumo di frutta e verdura. Ci sono poi alcuni agenti patogeni che possono provocare un carcinoma, come il Papilloma virus o l'Helicobacter pylori, contro i quali esistono un vaccino e i farmaci adatti per la prevenzione.
“Un pianeta più pulito, e ambienti di lavoro più sani, intuibilmente, non possono che farci bene – conclude Pelicci- e, per quanto oggi sappiamo, ciascuno di noi può scegliere se prevenire il 40% dei tumori, con pochi e precisi cambiamenti del modo in cui viviamo. La comunità scientifica lavorerà sul restante 60 per cento. A patto che ci siano fondi sufficienti per la ricerca”.
Fonte: "Release of paused RNA polymerase II at specific loci favors DNA double-strand-break formation and promotes cancer translocations", pubblicato su Nature Genetics il 20 maggio 2019