Nuovo strumento per la diagnosi del dolore toracico acuto ideato all’ Ospedale San Raffaele di Milano

Una fitta al petto e un forte dolore al torace. E’ il principale motivo per cui le persone si recano al pronto soccorso. Non è però sempre facile comprendere quale sia la causa: oggi un nuovo strumento diagnostico, testato dall’Ospedale San Raffaele, può facilitare le diagnosi.
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Valentina Rorato 30 Dicembre 2021
* ultima modifica il 31/12/2021

Un dolore toracico può essere spaventoso. E proprio perché è quasi sempre associato all’infarto, quando si avverte una forte fitta al petto si corre al pronto soccorso. Ma questo disturbo può essere provocato da tantissime condizioni cliniche, da quelle più banali, come il reflusso gastro-esofageo, a quelle più critiche e pericolose, come appunto l’infarto o le infiammazioni acute del miocardio. Per questo motivo la diagnosi precoce è uno strumento fondamentale ed è una sfida per la medicina.

C’è però una buona notizia, che fa pensare al futuro con più positività. I medici e ricercatori del San Raffaele di Milano hanno ideato un nuovo protocollo di esame TC con cui la diagnosi della patologia all’origine del dolore toracico acuto diventa molto più rapida e precisa. Questa procedura potrebbe diventare uno standard internazionale.

Si tratta di un’innovativa tecnologia di imaging che aumenta dal 50% al 90% la capacità di diagnosi nei pazienti che arrivano al pronto soccorso per dolore toracico acuto, permettendo di intervenire in modo più efficace e tempestivo. La ricerca su questo strumento è stata pubblicata sulla rivista Radiology.

Dolore al torace

Il dolore al torace è la prima causa di accesso al pronto soccorso nei paesi occidentali: lo manifestano 9 persone su 100. Quando il paziente lamenta questo disturbo, nei centri ospedalieri più all’avanguardia si esegue una TC con protocollo angiografico (chiamata angio-TC TRO). Questo esame permette di escludere alcune condizioni patologiche pericolose, quali l’ostruzione delle arterie che portano il sangue al cuore, le patologie potenzialmente mortali del primo tratto dell’aorta ascendente e l’embolia polmonare. L’esame lascia però inesplorate tutta un'altra serie di cause, ugualmente pericolose, che portano alla morte di una parte delle cellule del muscolo cardiaco e che devono essere trattate in modo tempestivo.

Anna Palmisano, Radiologo ricercatore dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e primo autore dello studio, ha spiegato: “Purtroppo, anche con l’utilizzo dell’Angio-TC TRO, disponibile solo nei Pronto Soccorso più avanzati al mondo, la diagnosi definitiva viene raggiunta in solo il 50% dei pazienti. L’altro 50% resta senza conferma diagnostica, nonostante la presenza di elevati valori di troponina nel sangue, un marcatore che indica la sofferenza delle cellule cardiache”. E che cosa succede a chi resta senza una diagnosi? “Questi pazienti con quadri indeterminati vengono in genere tenuti sotto osservazione, monitorati anche con dosaggi ripetuti della troponina, e sottoposti appena possibile, nei giorni e nelle settimane successive, a ulteriori indagini diagnostiche, come una risonanza magnetica cardiaca o una biopsia, al fine di stabilire la causa di danno al muscolo cardiaco e poter intraprendere il percorso di cura più adeguato”.

Nuovo esame TC

Il nuovo esame TC toglie dal limbo la maggior parte dei pazienti senza diagnosi, riducendo i tempi di ricovero, quindi i costi per il sistema sanitario, l’affollamento del Pronto Soccorso e dei reparti ospedalieri, e soprattutto evitando maggiori rischi e stress ai pazienti.

Il protocollo diagnostico si basa sull’utilizzo di due tecniche di imaging innovative  – chiamate LCE CT e ECV CT – che a loro volta si basano su una scansione acquisita a 10 minuti di distanza dalla classica Angio TC e quindi possono essere effettuate nell’immediato.

Le tecniche che abbiamo testato rendono visibili le alterazioni del muscolo cardiaco a livello cellulare ed extracellulare, informazioni prima inaccessibili, consentendo di andare oltre la valutazione dei vasi sanguigni e di ampliare le possibilità diagnostiche. La nuova tecnica permette di identificare la presenza del danno al muscolo cardiaco e di comprenderne le cause con straordinaria precisione” ha spiegato il professor Antonio Esposito, che ha coordinato lo studio.

Lo studio

Allo studio hanno partecipato 84 pazienti con dolore al petto ammessi al pronto soccorso: combinando le informazioni fornite dalle due innovative tecniche (LCE ed ECV), senza esami aggiuntivi, è stato possibile aumentare la capacità di diagnosi della TC di circa il doppio. Per 42 degli 84 pazienti arruolati nello studio, l’utilizzo della nuova tecnica è risultato infatti determinante per diagnosticare la patologia all’origine del dolore toracico. “Questa nuova TC potrebbe diventare lo standard clinico negli ospedali di tutto il mondo, con un impatto straordinario sulla presa in carico dei pazienti con dolore toracico acuto: anticipare la diagnosi di giorni o settimane significa in questo caso allo stesso tempo salvare vite e ridurre la spesa sanitaria”, ha confermato Esposito.

Fonte | "Myocardial Late Contrast Enhancement CT in Troponin-Positive Acute Chest Pain Syndrome" pubblicato su Radiology il 7 dicembre 2021; Comunicato Stampa del San Raffaele

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