Omeprazolo: a cosa serve e quali sono i possibili effetti collaterali

L’omeprazolo come, pantoprazolo e lansoprazolo, è un farmaco che appartiene alla famiglia dei farmaci inibitori di pompa o PPI. Questi farmaci come abbiamo visto, agiscono regolando la produzione acida del nostro stomaco. Ma quali sono le differenze con gli altri PPI? Lo scopriamo dalla struttura chimica della molecola.
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Dott.ssa Chiara Speroni Dottoressa in Farmacia
9 Dicembre 2020 * ultima modifica il 09/12/2020

L’omeprazolo come, pantoprazolo e lansoprazolo, è un farmaco che appartiene alla famiglia dei farmaci inibitori di pompa o PPI. Questi farmaci come abbiamo visto, agiscono regolando la produzione acida del nostro stomaco.

Il sistema gastrico

Gli organi che compongono il sistema gastrointestinale sono in stretta comunicazione tra loro. Riassumiamo le funzioni di questo sistema:

  • digestione degli alimenti
  • assorbimento dei nutrienti
  • assorbimento di sali minerali ed acqua.

Gli organi coinvolti nel sistema gastrico sono:

  • bocca
  • faringe
  • esaofago
  • stomaco

La digestione e l'assorbimento proseguono a livello enterico con le funzioni svolte dall'intestino. Abbiamo visto come intervengano altri organi o ghiandole per la corretta fisiologia del sistema, tra queste ricordiamo il fegato ed il pancreas.

Il nostro omeprazolo ha come bersaglio terapeutico lo stomaco.

Anatomia dello stomaco

Immagina lo stomaco come una grande sacca con una capacità di circa 1,2 l. Possiamo suddividerlo in:

  • cardias: porzione in comunicazione con l'esofago
  • fondo
  • corpo
  • parte pilorica: ultima porzione che prosegue poi col duodeno.

Lo stomaco è costituito da cellule in grado di secernere muco (azione protettiva sulla mucosa) e cellule in grado di secernere succo gastrico. Ricordiamo:

  • cellule parietali: cellule deputate alla sintesi di HCl e sono la fonte del fattore intrinseco. Te lo ricordi? È quel fattore fondamentale per l'assorbimento della vitamina B12.
  • cellule principali: cellule in grado di secernere pepsinogeno nel lume gastrico
  • cellule enterocromaffini: cellule in grado di prosurre gastrina, somatostatina o ammine biogenecellule deputate alla secrezione di istamina.

Nello stomaco esiste un equilibrio fisiologico tra i fattori aggressivi utili alla digestione come acido, pepsina e bile ed i fattori che proteggono la mucosa dall'azione lesiva di questi elementi come la produzione di muco, la produzione di bicarbonato, la sintesi delle prostaglandine, ecc. Con l'aumento dell'acidità (o altri fattori aggressivi ) rispetto ai componenti protettivi nel lume gastrico si formano erosioni od ulcere. Si è notato come alla base di questa patologia ci sia il coinvolgimento di Helicobacter Pylori o l'utilizzo di FANS.

A cosa serve l’omeprazolo?

Gli inibitori di pompa protonica PPI intervengono nel trattamento di:

  • ulcera peptica (gastrica e duodenale)
  • danno mucoso da stress
  • reflusso gastroesofaceo GERD

In queste patologie viene meno l'equilibrio gastrico tra produzione di acido e produzione di muco di cui abbiamo appena parlato.

La produzione di acido da parte dello stomaco

Abbiamo detto che le cellule parietali sono in grado di produrre acido cloridrico HCl. Queste cellule hanno recettori per la gastrina, istamina (recettori di tipo H2) ed acetilcolina. Quando queste molecole si legano ai loro recettori portano ad un aumento della concentrazione di Ca2+ intracellulare. Questo a sua volta è in grado di stimolare la secrezione di H+ da parte della pompa ATPasi H+/K+ – dipendente. Le cellule enterocromaffini sono dotate anche loro di recettori per la gastrina e l'acetilcolina, oltre ad essere la principale fonte di istamina. L'istamina prodotta dalle cellule enterocromaffini è in grado di legarsi ai recettori H2 delle cellule parietali. In questo modo si attiva un altro meccanismo a catena con fine ultimo l'ulteriore attivazione della pompa ATPasi H+/K+- dipendente.

L’omeprazolo e gli altri inibitori di pompa agiscono formando un legame covalente con l'enzima, bloccandone la sua azione e di conseguenza bloccando la produzione di HCl. 

Un'ulcera si presenta come una lesione singola con diametro compreso fra 0,5-4 cm con bordi rialzati ed in grado di penetrare la mucosa. La complicazione più temuta è la perforazione. Sai, la presenza di HCl nel lume gastrico provoca un'autodigestione della parete gastrica.

Ti ho detto prima che possono esserci altri fattori alla base della formazione di un'ulcera. Abbiamo nominato l'Helicobacter pylori. Ma chi è? Ne sentiamo spesso parlare da nostri conoscenti che devono fare la cura per eliminarlo. Questo è un batterio localizzato che vive normalmente nel nostro stomaco, in particolare negli strati più profondi del rivestimento di muco. E' in grado di provocare ulcere sia gastriche che duodenali, inoltre è un fattore di rischio per il tumore allo stomaco. La sua eradicazione porta ad una guarigione rapida e duratura. Il trattamento viene fatto associando un PPI, con amoxicillina o claritromicina e metronidazolo. Talvolta si possono associare anche i chelati di bismuto. Il trattamento delle ulcere provocate da Helicobacter può essere efficace anche per molto tempo, tuttavia la possibilità di reinfezione è possibile.

Un altro fattore alla base dell'ulcera è l'utilizzo dei FANS. Ti ricordi, sono i farmaci antinfiammatori non steroidei; alla base del loro meccanismo d'azione c'è il blocco della produzione di prostaglandine PG. Avevamo detto come il l'interazione con le ciclossigenasi COX fosse alla base degli effetti collaterali dei FANS. La COX-1 è costitutiva, ha funzione omeostatica e COX-2 inducibile, coinvolta nei processi infiammatori. Il trattamento coi PPI porta ad una rapida guarigione delle ulcere provocate da un utilizzo prolungato di questi farmaci (es. acido acetilsalicilico). Spesso gli inibitori di pompa sono utilizzati in cosomministrazione ai FANS come preventivi delle ulcere. Tieni presente che la dose FANS e la durata di assunzione sono fattori predisponenti alla formazione di ulcere ma il verificarsi di situazioni spiacevoli dipendono molto dal soggetto, dal farmaco utilizzato e dallo stato della mucosa gastrica.

Non dimentichiamo che esistono anche le ulcere da stress, queste sono vere e proprie lesioni che vanno da erosione della mucosa a vere e proprie ulcere. Queste possono essere causate da:

  • shock
  • ustioni estese
  • traumi cranici

In questi casi, la mucosa va incontro ad un aumentata produzione acida provocando le lesioni.

L’omeprazolo e gli altri PPI intervengono anche nel trattamento del reflusso gastroesofageo GERD, sia erosivo che non erosivo, delle complicanze esofagee come stenosi pepetica od esofago di Barrett, nella sindrome di Zollinger-Ellison(tumore raro in grado di aumentare la secrezione di gastrina) e nelle manifestazioni extraesofagee della patologia da reflusso gatsroesofageo (es. asma, tosse cronica, laringite, dolore toracico non di origine cardiaca). Il reflusso gastroesofageo si mostra con bruciore (pirosi), rigurgito acido, a volta accompagnate da difficoltà nella deglutizione (disfagia), infiammazione dell'esogafo (esofagite), formazione di ulcere e stenosi dell'esofago.

Le differenze con gli altri PPI

Partiamo dalla struttura chimica, sulla struttura base come a tutti i PPI ci sono dei gruppi di atomi che possono essere sostituiti, queste sostituzioni portano alla diversità di questi farmaci. Indichiamo con R i gruppi che possono essere sostituiti, sulla struttura base possono essere 4. Ti elenco brevemente le modifiche apportate

  • Omeprazolo R1=OCH3 R2=CH3 R3=CH3 R4=CH3
  • Pantoprazolo R1=OCHF2 R2=OCH3 R3=CH3 R4=H
  • Lansoprazolo R1=H R2=CH3 R3=CH2CF3 R4=H

Tutti gli R che ti ho citato sono i "palloncini" gialli presenti sulla struttura base dei PPI. Questi palloncini che in chimica si chiamano sostituenti andranno ad influenzare la pKa del farmaco, la sua biodisponibilità, l’emivita plasmatica e l’assorbimento. Ti faccio vedere le differenze:

Farmaco pKa Biodisponibilità Emivita Assorbimento
Omeprazolo 4 40 – 65% 0,5 – 1,5 1 – 3,5
Pantoprazolo 3,9 77% 1- 1,9 2,5 – 4
Lansoprazolo 4 >80% 1,5 1,7

A te, tutti questi dati non diranno nulla, ma al tuo medico di medicina generale od allo specialista servono per scegliere il farmaco più adeguato alle tue necessità.

Gli effetti collaterali

L’omeprazolo e gli altri PPI hanno un elevato profilo di sicurezza, pertanto in alcuni pazienti si sono manifestati:

  • nausea
  • vomito
  • diarrea o stitichezza
  • flatulenza
  • dolore addominale
  • cefalea e/o vertigini

Raramente si sono mostrati anche alterazione del gusto, secchezza delle fauci, sonnolenza, malessere, visione offuscata e rush cutaneo. L’omeprazolo inibendo la produzione di acido cloridrico è in grado di alterare il pH del lume gastrico. Il valore di pH però è importante per l'assorbimento della vitamina B12. Spesso chi fa terapie prolungate coi PPI necessitano di un supplemento di questa vitamina. Inoltre riducendo l'acidità gastrica possono aumentare il rischio di infezioni gastrointestinali (es. infezioni da Clostridium difficile, soprattutto per chi viaggia all'estero).

Se sei in gravidanza o se stai allattando è sconsigliato utilizzare questi farmaci poichè non abbiamo a disposizione studi di sicurezza. Pertanto sarà la tua ginecologa o il tuo medico di medicina generale a valutare l'effettiva necessità del farmaco. E' sconsigliato l'utilizzo sotto i 12 anni di età.

L’omeprazolo è presente in commercio al dosaggio di 10 mg e 20 mg. Le capsule devono essere assunte a stomaco vuoto almeno 1 ora prima del pasto. 

Ricordati sempre di fare domande in merito a dubbi sull'utilizzo del farmaco sia al tuo medico che al tuo farmacista, sapranno aiutarti e consigliarti al meglio.

Fonti| P. Castano – Anatomia Umana;  Foye's – Principi di Chimica Farmaceutica;  Katzung – Farmacologia generale e clinica; Rang & Dale – Farmacologia

Laureata in Farmacia presso la facoltà di Scienze del Farmaco dell’Università degli Studi di Milano. Tesi svolta presso il laboratorio di altro…
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