Packaging killer: supermercati di plastica e l’alternativa al peso

Monouso non è solo piatti, bicchieri e posate. Ogni giorno, tra le corsie dei supermercati, acquistiamo frutta, verdura e pezzi di carne totalmente avvolti nel cellophane, spesso addirittura singolarmente, in confezioni monoporzione. Senza parlare delle scatole in cui puoi trovare una decina di pomodorini in fila per due, formaggi con dieci strati di pellicola, sacchetti di cereali già pesati e pronti per essere battuti in cassa. Ma l’alternativa c’è?
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Rubrica a cura di Sara Del Dot
15 Marzo 2019

Entra in un supermercato e, mentre trascini il tuo carrello tra le corsie cariche di cibo perfettamente inscatolato, guardati bene intorno. Quanti alimenti sono impacchettati o imballati in un involucro di plastica? Frutta, verdura, formaggi, carne, cereali.. ogni cosa ha il suo pacchetto. Lo stesso pacchetto che, una volta a casa, apri e butti via subito, sperando (forse) che venga differenziato e non finisca disperso nell’ambiente. Questo packaging in cui le tue mele, i tuoi mandarini e il tuo petto di pollo sono avvolti a doppio strato non è lì per caso. Infatti, i materiali che possono stare a contatto per diverso tempo con gli alimenti (chiamati MOCA, ovvero materiali e oggetti a contatto con gli alimenti) restando il linea con tutti i requisiti igienico sanitari non sono molti, e la plastica è uno dei materiali che più di tutti riescono a rispettarli uno per uno. Perché, lo abbiamo detto più volte in precedenza, uno dei suoi più grandi pregi è proprio quello di impedire la trasmissione e la contaminazione di germi e batteri. In più, il materiale plastico riesce a conservare molto bene lo stato degli alimenti, ritardandone l’invecchiamento e quindi la scadenza.

Eppure, a volte, facendosi un giro in supermercati e discount è molto facile accorgersi del fatto che, forse, stiamo un po’ esagerando con tutto questo packaging. La comodità, la pigrizia, la necessità di avere tutto subito pronto perfetto davanti minimizzando lo sforzo dell’acquisto prendono facilmente il sopravvento su quel minimo movimento in più che ti consentirebbe di portare a casa magari un prodotto di migliore qualità senza produrre ulteriori rifiuti plastici. E non solo al supermercato. Anche nei distributori automatici puoi trovare scatolette in plastica contenenti mandarini già sbucciati o fettine di mele tagliate alla perfezione e provenienti da chissà dove. Prodotti che siamo tentati di acquistare semplicemente perché non abbiamo avuto voglia, tempo, memoria per portaceli da casa. Perché ormai, quando pensiamo alla plastica monouso, ci vengono in mente principalmente piatti, bicchieri e posate, quando in realtà dovremmo pensare anche e soprattutto a ciò che quotidianamente consumiamo e produciamo, ma di cui facciamo fatica ad accorgerci. E in questo modo amplifichiamo e reiteriamo abitudini che ormai, con la consapevolezza che abbiamo del problema, possiamo definire decisamente senza senso.

Ma quindi cosa devo fare? Chiederai. Perché per ogni problema c’è sempre una soluzione, anche se implica modificare in modo consistente le proprie abitudini. Passi avanti per lasciare da parte la plastica da imballaggio, infatti, sono stati fatti e tuttora proseguono. Pensa alla legge che ha imposto, a partire da gennaio 2018, l’utilizzo di sacchetti biodegradabili per l’acquisto di frutta e verdura al posto di quelli in plastica. Tuttavia, la maggior parte delle alternative vengono offerte da piccoli negozi o botteghe di spesa al peso (o alla spina) in cui è possibile rifornirsi portandosi da casa i propri contenitori riutilizzabili. E non solo per quanto riguarda il cibo. In questi posti, anche saponi e detergenti per la casa possono essere acquistati sfusi, nella quantità necessaria e senza produrre plastica. I negozi alla spina non sono certamente una novità. Esistono da anni e sono molto apprezzati anche se la loro filosofia non è ancora riuscita a raggiungere una grande scala. Eppure, in alcuni luoghi del mondo, iniziano ad apparire anche supermercati di maggiori dimensioni che adottano questa metodologia. Come la catena di prodotti biologici Ekoplaza, ad Amsterdam, che nel 2018 ha inaugurato il primo reparto al mondo totalmente privo di plastica. E qualche mese dopo, a dicembre, un supermercato di Londra chiamato Thornton Budgens ha seguito il suo esempio, inaugurando il primo corridoio inglese plastic free.

Solo un piccolo passo?

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Sono nata e cresciuta a Trento, a due passi dalle montagne. Tra mille altre cose, ho fatto lunghe passeggiate nel bosco altro…