Per quali patologie può essere utile l’atropina e quali sono i suoi effetti collaterali?

L’atropina è un alcaloide estratto da una pianta appartenente alla famiglia delle Solanacee, l’Atropa Belladonna. La sua funzione si manifesta inibendo i recettori di tipo muscarinico della trasmissione colinergica. Il suo blocco può portare a diversi usi in oculistica, gastroenterologia, anestesiologia ed urologia.
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Dott.ssa Chiara Speroni Dottoressa in Farmacia
17 Marzo 2021 * ultima modifica il 17/03/2021

L’atropina è un alcaloide estratto da una pianta appartenente alla famiglia delle Solanacee, l’Atropa Belladonna. É un composto in grado di agire e sulla trasmissione colinergica, bloccando l’effetto del neurotrasmettitore acetilcolina sui recettori di tipo muscarinico. Per questo motivo è definito parasimpaticolitico. Il nome di questa pianta, atropa, deriva dal greco crudele, con riferimento al nome di una delle tre Parche, quella che recide il filo della vita con allusione alle proprietà velenose della droga, belladonna si riferisce al fatto che il succo della bacca instillato negli occhi dilata le pupille e questo esaltava la bellezza femminile rendendo lo sguardo più luminoso e seducente oltre a migliorare il colorito del viso.

Come funziona

Abbiamo appena detto che l’acetilcolina blocca i recettori muscarinici della trasmissione colinergica. L’acetilcolina è il neurotrasmettitore responsabile della trasmissione nervosa nelle seguenti sinapsi:

  • Cellule muscolari lisce, cellule pace-maker cardiache, cellule parasimpatiche e cellule effettrici ghiandolari
  • Ghiandole sudoripare
  • Giunzioni nel sistema neurovegetativo (un’alterazione di questa trasmissione è alla base di patologie come l’Alzherimer)
  • Ghiandola surrenale
  • Terminazioni dei motoneuroni spinali e cellule muscolari striate

Una volta rilasciata dalle proprie vescicole, l’acetilcolina agisce sui propri recettori i quali possono essere di due tipi: nicotinici e muscarinici. Oggetto di oggi sono i recettori di tipo muscarinico. I farmaci in grado di bloccare l’azione dell’acetilcolina su questa tipologia di recettore sono chiamati parasimpaticolitici poiché in grado di bloccare la stimolazione del parasimpatico.

Come si utilizza

Sai, l'atropina in terapia può essere utilizzata in diversi campi, come:

  • oculistica: in forma di collirio per indurre midriasi e ciclopegia (ricordi, una volta veniva usato come cosmetico per rendere lo sguardo seducente)
  • gastroenterologia: per ridurre la secrezione gastrica e come antispastico nelle coliche intestinali e biliari
  • urologia per trattare instabilità vescicale e coliche renali
  • cardiologia per controllare le bradicardie sinusali ed intossicazione da digitale
  • anestesiologia per controllare le secrezioni bronchiali e salivari causate dall'intubazione, le risposte riflesse vagali e potenziare l’effetto degli anestetici generali
  • Antidoto nelle intossicazioni da inibitori delle colinesterasi (es. organofosforici)

Gli effetti indesiderati

Gli effetti indesiderati di questo farmaco si manifestano quando il dosaggio è eccessivo. Questo risulta in un potenziamento degli effetti che da terapeutici diventano indesiderati come:

  • inibizione delle secrezioni es. ghiandole salivari, bronchiali, lacrimali e sudoripare con secchezza di fauci e cute
  • azione sulla frequenza cardiaca causando tachicardia
  • inibizione della motilità intestinale
  • ritenzione urinaria
  • visione offuscata
  • stati confusionali soprattutto in persone anziane

Sai è un farmaco che deve essere valutato attentamente in caso di ileo paralitico, stenosi pilorica, malattie cardiovascolari e miastenia grave.

L'atropa belladonna è una pianta diffusa, bisogna quindi porre attenzione a tutto quello che i bambini ingeriscono quando sono all'aria aperta poiché possiamo avere avvelenamento e/o intossicazione causate dall'ingestione delle bacche. I bambini manifestano eccitazione ed irritabilità, iperattività ed aumento brusco della temperatura corporea con ridotta sudorazione (a causa del maccanismo d'azione che abbiamo detto prima).

In gravidanza e allattamento

Abbiamo sempre detto che questi sono periodi molto delicati nella vita di una donna, e di come ogni farmaco debba essere sempre valutato attentamente prima di essere assunto. L'atropina in gravidanza non ha dato segni di pericolosità, nonostante questo è sempre consigliato l'utilizzo con cautela. Per quanto riguarda l'allattamento, l'atropina in piccole quantità riesce a passare nel latte. Anche in questo caso se ne sconsiglia l'utilizzo se non effettivamente necessario. Sarà il team di medici che ti seguono a scegliere la giusta terapia.

Fonti|Farmacologia generale e molecolare – Clementi-Fumagalli; Farmacognosia – capasso; Farmacologia generale e clinica – Katzung; Farmacologia Rang & Dale

Laureata in Farmacia presso la facoltà di Scienze del Farmaco dell’Università degli Studi di Milano. Tesi svolta presso il laboratorio di altro…
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