Perché l’Italia deve preoccuparsi più del radon che dello smog e quali sono i livelli di pericolosità?

Esiste un gas naturale, generato dalla crosta terrestre che se presente in alte quantità porta alla formazione di molte patologie respiratorie nelle persone e in alcuni casi anche in formazione di tumori. Se ne parla poco e si da molta più risonanza ai danni di salute derivati dal fumo e dall’inquinamento. Ecco di cosa si tratta.
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Mattia Giangaspero 28 Dicembre 2023
* ultima modifica il 28/12/2023
In collaborazione con Dott.ssa Maria Zamparella Medico di medicina generale, Segretaria Fnomceo

Quando parliamo di gas climalteranti e di alti livelli di inquinamento, la prima cosa a cui penserai sarà sicuramente il gas serra, la CO2, il diossido d'azoto e i livelli di PM10 e PM 2.5. Insomma volendo sintetizzare al minimo il concetto ciò che pensi a riguardo è strettamente collegato al riscaldamento globale. Eppure esiste un gas presente in natura che è altamente nocivo per la salute dell'uomo e che in Italia è responsabile stando ai danti dell'Istituto Superiore di Sanità, di circa 3200 casi di tumore polmonare, ogni anno. E secondo l'Associazione Italiana di Oncologia, ogni anno vengono diagnosticati circa 40mila casi di tumori polmonari. Questo vuol dire che ogni 12.5 persone la causa è proprio l'eccessiva esposizione al radon. Per non parlare poi, anche di casi particolari in pazienti che magari, sono soggetti fumatori, vivono in città o regioni altamente inquinate e sono esposti anche a livelli di radon alti. In questi casi non è ancora ben chiaro quale possa essere stata la prima causa di tumore.

Ora però, capiamo meglio che cos'è il radon, come si forma e perchè è così pericoloso. Il radon è un gas nobile e radioattivo, incolore e inodore generato continuamente dalla crosta terrestre, in particolare da rocce quali tufo, pozzolana, graniti e in minore quantità dai calcari. Questo gas ha origine dal processo di decadimento dell’Uranio che è naturalmente contenuto nelle rocce suddette e che sono la causa, quindi, di una radioattività naturale.

Nello specifico il radon, essendo un gas inerte ed elettricamente neutro, non reagisce con altre sostanze e, di conseguenza, così come viene inspirato, viene espirato. Tuttavia, essendo radioattivo, genera una progenie (prodotti di decadimento) elettricamente carica negativamente che si attacca al particolato sempre presente in aria. Tale particolato se inalato, si può fissare sulle superfici dei tessuti polmonari. In particolare due isotopi del polonio ( chiamati 218Po e 214Po) sono radioattivi ed emettono radiazioni alfa che possono danneggiare le cellule umane. Molti paesi industrializzati hanno emanato delle raccomandazioni per invitare la popolazione ad affrontare questo problema attraverso, innanzitutto, la misura della concentrazione di radon e l’adozione di azioni di risanamento quando questa supera determinati livelli che sono considerati un rischio elevato per la salute.

Risultati dell’indagine nazionale sull’esposizione al radon nelle abitazioni [ISPRA, 2003].

Tali valori variano da Paese a Paese e, nella maggior parte dei casi, sono compresi nell’intervallo tra 150 e 400 Bq/m3. Di seguito alcuni esempi:

  • Stati Uniti 150 Bq/m3,
  • Inghilterra 200 Bq/m3
  • Germania 250 Bq/m3
  • Canada 800 Bq/m3.

L’Italia in media, secondo Arpa Lombardia misura 80 Bq/m3.  Questo però sale a oltre 200 Bq/m3 nelle abitazioni per il 4.1% e per lo 0.9% arriva a oltre 400 Bq/m3.  Inoltre l'Italia avrebbe dovuto emanare delle disposizioni nazionali per attuare le indicazioni europee entro febbraio 2018 ma, a tutt’oggi, la popolazione non è ancora tutelata sul piano normativo.

Fonte| Fondazione Veronesi;

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