
Contenitori e bottiglie di plastica, cartone e lattine per portare un pasto in famiglia. Succede a Johannesburg, in Sudafrica, dove la crisi economica e il lockdown dovuti alla pandemia hanno portato almeno una persona su cinque a patire la fame. A questo preoccupante dato si aggiunge anche quello della disoccupazione che sembra aver colpito addirittura 3 milioni di persone in questa area del mondo.
La start-up africana Lock (Love Our City Klean) si è inventata un modo per aiutare le persone più bisognose mettendo in piedi un ambizioso progetto green: ha infatti messo a disposizione una valuta digitale utilizzabile per fare la spesa, in cambio di rifiuti da poter riciclare.
Così, a chiunque porti al Lock Hub plastica, carta, vetro e alluminio vengono assegnati, attraverso un codice di riconoscimento, dei punti riciclaggio spendibili presso lo Swap Shop. Qui, ogni venerdì della settimana, si possono acquistare tutti gli alimenti di prima necessità, come alimentari, abbigliamento e prodotti da bagno per l'igiene personale, per lo più provenienti da altre associazioni di volontariato locali, supermercati e negozi di alimentari che partecipano al progetto.
E i rifiuti raccolti? I rifiuti vengono rivenduti a depositi più grandi per il riciclaggio o a centri di riacquisto privati. Con i soldi ricavati dalla vendita del materiale raccolto, la start up sudafricana riesce a finanziare diverse campagne di sensibilizzazione contro l’inquinamento e a sostegno del risanamento della città. Non solo. Lock promuove anche iniziative di recupero e progetti "Trash to Art" per abbellire i quartieri della città.
Questo progetto che promuove la sostenibilità e il riciclo, ma anche le condizioni economiche di tante famiglie, è stato lanciato durante il lockdown per far fronte alla dilagante crisi economica; tuttavia, il riscontro è stato così positivo, da pensare di non abbandonare il progetto, ma di svilupparlo ulteriormente.