Potrebbe esserci una spiegazione per le centinaia di elefanti morti in Africa nel 2020

Nel corso del 2020, si è assistito a una significativa perdita di vite tra la popolazione di elefanti africani in Botswana e Zimbabwe. Nonostante gli sforzi, la causa di queste morti rimane avvolta nel mistero, ma i ricercatori stanno attivamente esplorando diverse ipotesi al fine di comprendere meglio questa minaccia potenziale per la sopravvivenza di tali maestosi animali.
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Roberto Russo 27 Ottobre 2023

Nel 2020, la morte di centinaia di elefanti africani in Botswana e Zimbabwe ha suscitato grande preoccupazione tra gli ambientalisti. I pachidermi, di tutte le età ed entrambi i sessi, erano stati trovati morti in circostanze misteriose e da quanto visto da chi ha assistito ad alcuni di queste morti sembra prima di accasciarsi a terra, gli elefanti camminavano in cerchio. All'epoca, le autorità locali avevano attribuito le morti a una neurotossina cianobatterica, ma diversi esperti si erano detti scettici fin da subito.

Un passo significativo nella comprensione del colpevole dell'evento di mortalità è arrivato dai risultati di alcuni test, che hanno rivelato che i decessi erano dovuti a una setticemia letale causata da un'infezione da Pasteurellaceae Bisgaard taxon 45, un batterio simile a Pasteurella multocida, ma che non era mai stato riscontrato in infezioni di pachidermi. I risultati dell'approfondito studio portato avanti da un team internazionale sono stati pubblicati su Nature Communication.

Un motivo in più di preoccupazione

Ora che è stata identificata la causa della morte di questi esemplari, i ricercatori temono che il batterio possa trasformarsi in una nuova minaccia alla sopravvivenza degli elefanti africani, già fin troppo spesso vittime di bracconaggio e dalla perdita dell'habitat naturale.

Le stime indicano che gli elefanti africani sono diminuiti di 144.000 unità dal 2007 al 2014, con perdite annue di circa l'8%. Nell'area compresa tra Botswana, Zimbabwe, Zambia, Angola e Namibia, che ospita la più grande popolazione contigua di elefanti in Africa, la popolazione è scesa a circa 227.900 esemplari, di cui quasi il 90% vive in Botswana e Zimbabwe.

Il batterio Pasteurella era stato già ritenuto responsabile della morte improvvisa di circa 200.000 antilopi della steppa in Kazakistan. Gli scienziati ritengono che il batterio viva generalmente in modo innocuo nelle tonsille di alcune, se non di tutte, le antilopi, ma un insolito aumento della temperatura fino a 37 °C avrebbe causato la diffusione del patogeno nel flusso sanguigno, provocando la setticemia.

Nel caso degli elefanti africani, gli studiosi suppongono che gli animali possano aver contratto l'infezione da pappagalli o, in alternativa, da altri animali con cui condividono l'ambiente. Dato che, oltre a essere molto socievoli, gli elefanti vivono di norma in grandi gruppi e spesso amano il contatto fisico tra loro, l'infezione potrebbe essere stata trasmessa tra i gruppi.

Per questi motivi è importante monitorare la situazione al fine di comprendere meglio la portata dell'epidemia, i suoi eventuali sviluppi, e l'individuazione di misure di controllo efficaci.