Procaccini (Resp. Ambiente FdI) a Ohga: “Il nucleare? potrebbe diventare la regina delle fonti rinnovabili del futuro”

Mentre prosegue la campagna elettorale, il centrodestra avanza sempre di più nei sondaggi. Ma quali sono le proposte green della coalizione? Ne abbiamo parlato con Nicola Procaccini, Responsabile Ambiente di Fratelli d’Italia.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Rubrica a cura di Francesco Castagna
2 Settembre 2022

I sondaggi non hanno dubbi, Fratelli d'Italia è ormai da mesi il primo partito politico. Una scalata lenta che avrebbe portato la leader del partito Giorgia Meloni sopra al 20%, mentre come leader, sempre secondo i sondaggi, dovrebbe ancora guadagnare la piena fiducia degli italiani, che guardano ancora agli ex premier Draghi e Conte.

Il centrodestra sarebbe quindi la coalizione favorita dagli italiani. Meloni, Salvini e Berlusconi hanno presentato ai propri elettori il proprio programma di governo, il cosiddetto accordo quadro per un programma di centrodestra , e ora la sfida sarà convincere gli indecisi e staccare sempre di più lo schieramento di centro sinistra guidato da Enrico Letta.

Ad oggi, se dovesse vincere, secondo gli accordi dovrebbe ottenere la leadership proprio Giorgia Meloni. La leader proprio ieri ha espresso forti critiche nei confronti dell'Unione Europea, giudicando le azioni comunitarie troppo deboli e lontane dai veri problemi: "Noi siamo nella situazione energetica attuale perché Italia per decenni non si è occupata seriamente del suo approvvigionamento energetico e perché l'Europa invece di preoccuparsi di fare scelte strategiche come questa stava lì a fare norme su come si cucinano gli insetti".

Ma vediamo insieme come gestirebbe le politiche energetiche il centrodestra, se dovesse ottenere la maggioranza dei voti il 25 settembre. Ne abbiamo parlato insieme a Nicola Procaccini, Responsabile Ambiente di Fratelli d'Italia.

Procaccini, ci spiega la vostra proposta mirata a promuovere l'educazione ambientale negli istituti?

L'educazione ambientale è qualcosa che va anche al di là della semplice flora e fauna. È un approccio conservatore alla vita e al Pianeta. Sottolineo la parola conservatore non a caso, perché Fratelli d'Italia si rifà a una visione conservatrice della politica, al suo interno c'è l'intenzione di difendere e proteggere tutto ciò che di bello abbiamo ereditato. Questo vale sia sotto il profilo culturale che sotto il profilo materiale e naturalistico. Noi ci sentiamo in dovere di essere custodi di quanto abbiamo ereditato, al fine di poterlo trasmettere poi a chi verrà dopo di noi.

In cosa si distingue il vostro approccio da quello degli altri partiti?

Io e Giorgia Meloni citiamo spesso un filosofo che è Roger Scruton, l'ispiratore della politica dei Tories inglesi, che dice appunto che la causa ambientalista è la quintessenza della causa conservatrice: l'esempio più vivo di quella alleanza fra chi non c'è più, chi c'è e chi ci sarà all'interno di una comunità nazionale.

Un passaggio di testimone con un'inevitabile -dal nostro punto di vista- influenza spirituale, noi non riusciamo a concepire l'idea che l'ambientalismo possa essere semplicemente difesa di qualcosa di materiale, ma anche di immateriale. Per noi è sacro l'intero ambiente nel quale siamo immersi.

È sacra la vita, tanto quella del cucciolo di una foca monaca, quanto quella del cucciolo di una donna. Un soffio di Dio all'interno di un filo d'erba, oltre che all'interno di ogni essere umano, per noi è impossibile scinderlo come succede a sinistra. A sinistra c'è una visione materialista dell'ambientalismo, una visione ecologista che spesso cozza con la parola stessa, che noi preferiamo rispetto ad "ambientalismo".

Ecologia deriva dalla parola greca "oikos", che vuol dire casa, quindi la difesa della propria casa. Per noi ecologia è preoccuparci innanzitutto di ciò che è più prossimo a noi. Per cui, è giusto occuparsi della foresta amazzonica, ma intanto bisognerebbe occuparsi dei boschi che ci circondano, dei giardini, dei parchi pubblici, del verde urbano.

Un ecologismo di prossimità per noi è fondamentale anche più di un ecologismo globale, o globalismo, perché per noi l'educazione ambientale comincia proprio da quando usciamo dalla nostra porta di casa.

L'educazione ambientale vuol dire far comprendere alle giovani generazioni tutto questo. Far capire fin da scuola che c'è bisogno di conoscere la bellezza che ci circonda e c'è bisogno di una partecipazione attiva nella conservazione della natura che ci circonda. Io sono portavoce di Giorgia Meloni quando era Ministro della Gioventù, ricordo bene che si fece promotrice di questi campi giovani che furono una cosa bellissima. Si parlava di educazione ambientale appresa a scuola, per poi passare ad applicarla sul campo, attraverso delle esperienze sul campo -o in acqua con la guardia costiera, o nei boschi con i vigili del fuoco-, quindi con dei modi in cui l'educazione ambientale viene messa in pratica. Un servizio per i giovani e per la propria nazione.

La transizione ecologica porterà le aziende italiane a dover cambiare i propri modelli di produzione, come centrodestra prevedete un sistema di tassazione per le aziende che non producono energia rinnovabile o no?

Esattamente l'opposto. Noi contestiamo questo approccio che è tipico delle sinistre di tassare, vietare, imporre. Preferiamo promuovere, sostenere, investire, contribuire. Per esempio l'agricoltura è sul banco degli indagati della sinistra, perché la ritiene colpevole di degradare l'ambiente, di emettere Co2, di prosciugare risorse idriche.

Per questo motivo la sinistra tassa, vieta e impone. Noi invece pensiamo che vada favorita e promossa l'agricoltura di precisione, vuol dire mettere in campo i nuovi strumenti che consentono di riuscire a fare contemporaneamente entrambe le cose: migliorare la produzione agricola e nello stesso tempo ridurre le esternalità relative alla pratica dell'agricoltura.

Ci sono sistemi che con dei sensori nel terreno, collegati a diffusori di acqua e fitofarmaci, riescono a capire le giuste quantità di risorse idriche e fertilizzanti che servono per ogni tipo di coltivazione. È chiaro che queste innovazioni tecnologiche se se le deve pagare da solo il contadino, che deve affrontare già mille problemi ai giorni d'oggi, non ce la fa.

In questo caso, quindi, deve essere lo Stato che aiuta il contadino o l'azienda promettendogli un rimborso sull'acquisto di questi sistemi di precisione. Sono investimenti che nel breve periodo costano, ma nel medio e nel lungo periodo hanno dei vantaggi non soltanto ambientali ma anche economici per l'attività agricola.

È un approccio totalmente opposto rispetto a quello della tassazione, coercizione, imposizione che è tipico delle sinistre.

Sul conferimento dei rifiuti in discarica, come centrodestra affermate di aver intenzione di diminuire progressivamente l'indifferenziata e il numero di rifiuti che arrivano in questi luoghi. Come intendete farlo? Con dei termovalorizzatori, quindi intervenendo a valle, oppure con delle politiche mirate alla riduzione dei rifiuti?

È chiaro che servono entrambe le cose: si può lavorare in termini di riduzione dei rifiuti, soprattutto attraverso il riuso e il riciclo dei rifiuti. Ci sono poi i rifiuti che inevitabilmente si producono, questi devono essere smaltiti cercando di arrivare a una chiusura del ciclo dei rifiuti che sia più prossimo allo zero.

Sappiamo che ci sarà una parte di cosiddetto rifiuto secco, al termine del processo di differenziazione dei rifiuti. Questa percentuale di frazione secca non deve finire in discarica, come abbiamo scritto nel programma, ma deve essere valorizzata. Come? Attraverso le tecnologie più avanzate possibile, sicuramente gli inceneritori sono tecnologie che appartengono al secolo scorso, i termovalorizzatori sono a cavallo tra il secolo scorso e quello attuale.

Oggi sappiamo che ci sono tecnologie (qui Procaccini specifica che è una posizione più di FdI che di coalizione) alternative come i gassificatori o i pirolizzatori, oppure le torce al plasma. Tutte tecnologie che sostanzialmente attraverso le alte temperature riescono a scomporre la frazione secca e a produrre idrogeno attraverso il processo di vetrificazione.

Nucleare, indicato da molti come mix energetico ottimale con le rinnovabili. Per realizzare le centrali però ci vogliono diversi anni, cosa facciamo nel frattempo?

Non solo diversi anni, ci vorrebbero anche dei referendum. Noi sul nucleare abbiamo le idee abbastanza chiare, pensiamo che oggi sarebbe del tutto anacronistico e utopistico realizzare le centrali nucleare con le tecnologie attualmente disponibili sul mercato. Utopistiche anche perché c'è un blocco normativo che è figlio di due referendum approvato dalla stragrande maggioranza degli italiani.

Per noi da un lato l'energia nucleare è fondamentale, anche nel mix energetico italiano. Almeno il 10%  dell'energia è acquistata dall'estero o è prodotta dal nucleare.

L'Italia con Enel ed Eni deve farsi produttrice di energia nucleare all'estero, riducendo progressivamente la quantità di energia che acquista. Già oggi ci sono collaborazioni importanti in Slovacchia, in Francia, in Spagna. Questo ci consente di oltrepassare e valicare il problema normativo che abbiamo (i referendum n.d.r.), ma anche il problema delle scorie, che rappresentano comunque una criticità.

Noi pensiamo che sul nucleare si debba da un lato incentivare la produzione all'estero, nel frattempo dobbiamo investire nella ricerca sul nucleare, per arrivare a produrre un nucleare pulito. Stiamo parlando quindi della fusione nucleare, tra l'altro Eni partecipa ad un progetto importantissimo in Inghilterra, che potrebbe rappresentare la regina delle fonti energetiche rinnovabili del futuro. Non dobbiamo avere remore nell'investire e lavorare per portare avanti questo progetto.

Fratelli D'Italia era all'opposizione quando Draghi ha firmato gli accordi sul gas, avete intenzione di continuare su questa strada o no?

Secondo me c'è da chiarire una cosa a monte, la politica energetica dovrebbe essere una zona franca rispetto alle posizioni politiche. Come la politica estera ha tempi lunghi, per cui gli investimenti che fai oggi, se tu li cambi ad ogni avvicendamento di governo, è chiaro che non avrai mai le rendite che ti aspetti da quegli investimenti.

Sarebbe criminale rivedere gli accordi stipulati dal governo Draghi, ma anche dei governi precedenti. Su questo noi siamo sempre stati realistici e adottiamo un approccio che va al di là delle appartenenze politiche.

Il punto è un altro: non è che sostituendo la Russia con altri Stati si risolve il problema geopolitico della dipendenza dal gas straniero, in particolare la dipendenza da nazioni democraticamente instabili come nel caso della Russia. Bisogna innanzitutto importare la produzione energetica, in particolare noi abbiamo giacimenti di gas naturale, non sfruttati per colpa dei governi precedenti che di fatto hanno bloccato l'estrazione di gas naturale.

C'è un estremismo ambientalista che in qualche maniera ha inquinato le scelte dei nostri governi, che poi si riassumono in questo PiTESAI, che è il piano delle estrazioni di energia dal sottosuolo, e fanno sì che la Croazia possa incrementare l'estrazione di gas dai nostri giacimenti. Noi ci ritroviamo a non poter utilizzare il gas dai nostri giacimenti ma a doverlo comprare da chi lo estrae dai giacimenti dove potremmo estrarlo noi. È una cosa che, soltanto a dirla, fa venire la pelle d'oca.

La produzione di energia deve avvenire sia da fonti fossili che dalle rinnovabili. Noi abbiamo margini importanti in termini potenziali per quanto riguarda l'energia geotermica, l'idroelettrico, le biomasse etc.

Ciò che fondamentale però è che l'Italia aumenti la sua produzione perché il nostro principale problema.

Questo articolo fa parte della rubrica
Il mio interesse per il giornalismo nasce dalla voglia di approfondire tutto ciò che oggi giorno accade sempre più velocemente. Unisco altro…