Quali esami fare per diagnosticare l’artrite reumatoide

L’artrite reumatoide è una malattia infiammatoria cronica che interessa le articolazioni delle mani e dei piedi, provocando dolore, gonfiore e, nel tempo, la deformazione dell’arto. Soprattutto nelle fasi iniziali, non è facile riconoscere la presenza di questa malattia: ecco quali sono gli esami prescritti per diagnosticare la malattia.
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Maria Teresa Gasbarrone 5 Dicembre 2023
* ultima modifica il 05/12/2023

L’artrite reumatoide (AR) è una malattia a carattere autoimmune che si manifesta con un’infiammazione cronica delle articolazioni, che man mano si irrigidiscono e perdono la loro normale mobilità. Questa malattia tende a colpire inizialmente le piccole articolazioni, specialmente quelle della mano, fino ad estendersi a tutte le articolazioni prossimali. Nelle fasi avanzate, questa malattia, se non curata, può determinare anche altre condizioni cliniche che interessano vasi sanguigni, cuore, polmoni, nervi, occhi e cute.

Si stima che la prevalenza attuale dell’artrite reumatoide si attesti sullo 0,25% della popolazione mondiale, colpendo con una frequenza circa doppia le donne rispetto agli uomini.

Soprattutto nelle fasi iniziali, non è semplice riconoscere l'artrite reumatoide, né distinguerla da altre patologie osteoarticolari. Secondo alcuni, potrebbe essere considerata una patologia autoimmune in quanto è lo stesso sistema immunitario che attacca tessuti sani, ritenendoli invece una possibile fonte di minaccia per l'organismo. Quello che è certo è che si tratta della problematica più severa fra tutte quelle classificate come osteoarticolari.

Soprattutto nelle fasi iniziali non è molto affatto facile riconoscere questa malattia, ecco perché è importante conoscere gli esami idonei a diagnosticare questa malattia.

Gli esami utili alla diagnosi

La diagnosi di artrite reumatoide è basata su una combinazione di criteri clinici, radiologici e sierologici. Per prima cosa, il medico raccoglie la storia clinica del paziente per conoscere l’eventuale familiarità, l’esordio e la durata dei sintomi. Il secondo passo è dato dagli esami clinici attraverso prelievo del sangue.

I marcatori sierologici valutati per l’artrite reumatoide sono:

  • Fattore Reumatoide (RF), ovvero l'immunoglobulina IgM: circa il 70% dei pazienti presenta infatti questo marcatore, che indica proprio un'attività anomala da parte dei tuoi anticorpi;
  • Anticorpi anti-CCP (peptide citrullinato ciclico);
  • PCR (Proteina C-Reattiva);
  • VES (Velocità di Eritro Sedimentazione).

Il medico potrebbe anche prelevare un campione di liquido sinoviale, che riempie la cavità articolare, per un’analisi che stabilisce la compatibilità con i tratti dell’artrite reumatoide.

Lo stato di salute osteo-articolare viene indagato anche mediante radiologia di mani ed eventualmente piedi, per valutare l’eventuale presenza di erosioni, rigonfiamento dei tessuti molli ed altri aspetti specifici della malattia.

Vi sono una poi una serie di esami strumentali che aiutano nella formulazione di una diagnosi definitiva. Una radiografia classica a mani e piedi può iniziare ad individuare erosioni e anomalie nelle ossa, ma è soprattutto l'ecografia articolare che potrà mostrare l'eventuale presenza di panno sinoviale e i versamenti di liquido nelle articolazioni. La risonanza magnetica viene invece utilizzata a volte per rilevare l'infiammazione in una o più ossa.

Fonte | SynLab;

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