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Fonti di energia rinnovabile: cosa significa, quali sono e quanto sono usate in Italia

Le energie rinnovabili provengono da risorse disponibili in natura e inesauribili, che possono essere utilizzate per ottenere elettricità, riscaldamento o alimentare i trasporti senza inquinare e senza danneggiare l’ambiente. Dalla luce del sole al vento, vediamo quali sono le fonti energetiche rinnovabili principali e perché dovremmo cercare di usarle sempre di più al posto delle non rinnovabili.
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Alessandro Bai 3 Giugno 2022

Le fonti di energia rinnovabile, chiamate più semplicemente energie rinnovabili, sono fonti energetiche che non si esauriscono, poiché in grado di rigenerarsi al termine del loro ciclo: è quello che accade ad esempio con la luce del sole, il vento o le maree, risorse provenienti direttamente dalla natura che vengono utilizzate per produrre elettricità in modo pulito, cioè riducendo al minimo il livello di emissioni generato.

Le fonti rinnovabili sono quindi estremamente importanti perché permettono di ricavare energia senza causare inquinamento e senza dover sfruttare le risorse finite del nostro pianeta, come invece accade quando si utilizzano le fonti non rinnovabili, come i combustibili fossili, che andrebbero abbandonate al più presto per poter rispettare gli accordi internazionali sul clima e frenare il riscaldamento globale.

Come nel resto del mondo, anche in Italia ci si sta sforzando di aumentare la percentuale di energia proveniente da fonti rinnovabili, soprattutto attraverso l'eolico e il fotovoltaico, in quella cosiddetta transizione energetica che punta a spostarsi verso un modello più sostenibile, dal minor impatto sull'ambiente e che riduca la dipendenza del Paese dalle importazioni estere, come succede ad esempio per il gas o il petrolio.

Significato

Con l'espressione energie rinnovabili ci si riferisce alle fonti energetiche che sono disponibili in natura e si rigenerano spontaneamente e senza l'intervento dell'uomo, quindi in modo inesauribile.

Quella ottenuta dalle fonti rinnovabili è definita un'energia pulita perché, a differenza delle fonti non rinnovabili come petrolio e carbone, il suo processo di generazione comporta un impatto ambientale minimo e non prevede attività di estrazione che possono danneggiare l’ecosistema, in altre parole non inquina.

Tra le principali fonti rinnovabili rientrano il sole, la forza dell'acqua e del vento o il calore della terra, risorse naturali dalle quali è possibile generare elettricità, alimentare impianti di riscaldamento o di condizionamento, e far muovere i trasporti pubblici: sotto questo aspetto, l'Italia non è messa così male, dato che nel 2018 si è posizionata al terzo posto tra i Paesi europei per consumi provenienti da rinnovabili.

Devi sapere, però, che ogni energia alternativa è un caso a sé: certo, sono tutte inesauribili, ma ognuna ha le proprie caratteristiche e un impatto sull'ambiente diverso, motivo per cui vale la pena analizzarle nel dettaglio.

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Quali sono

Le energie rinnovabili che si possono ricavare da fonti naturali inesauribili come la luce solare, le maree o il vento sono:

  • Energia solare: è la forma di energia rinnovabile più facile da produrre, dato che è ottenuta a partire dalla luce del sole, una fonte inesauribile, immediata e di facilissimo reperimento. L’energia solare può essere usata per produrre energia elettrica (energia solare fotovoltaica) o per generare calore (energia solare termica): il solare fotovoltaico funziona grazie agli impianti fotovoltaici, costituiti da grandi pannelli solari esposti alla luce solare durante il giorno; il solare termico, invece, produce calore sfruttando la temperatura dei raggi solari grazie ai collettori termici che raccolgono l’energia del calore emanato dal sole, la accumulano in un grande serbatoio e la utilizzano per scaldare la temperatura dell’acqua.
  • Energia eolica: sfrutta la forza del vento che fa ruotare le pale eoliche. Si tratta naturalmente di una trasformazione di energia, dato che quella cinetica generata dal movimento delle pale viene mutata in altre forme di energia, su tutte quella elettrica. Il funzionamento degli impianti eolici è lo stesso dei vecchi mulini a vento: la forza del vento fa girare le eliche che, collegate a un generatore, producono energia.
  • Energia idroelettrica: si tratta di elettricità generata dal movimento dell’acqua che scorre. Viene solitamente raccolta attraverso la costruzione di dighe in alta quota: nel suo movimento dall’alto in basso, l’acqua crea energia cinetica che viene trasformata in energia elettrica grazie a una centrale idroelettrica.
  • Energia geotermica: sfrutta il calore della terra come fonte sostenibile e rinnovabile di energia. La trasformazione coinvolge quindi l’energia termica propria della Terra che, grazie alla turbina e all’alternatore di una centrale geotermica, diventa energia elettrica. Purtroppo a causa del cattivo odore che proviene dalle profondità della Terra, le centrali geotermiche non sono ben viste dalla popolazione e per questo la loro diffusione è ancora ridotta sul territorio.
  • Energia da biomasse: per biomasse si intendono i rifiuti organici di origine biologica che provengono dall’agricoltura e dalle industrie correlate alla pesca e all’acquacoltura. Parliamo quindi di rifiuti biodegradabili, ma anche di piante, alberi, letame e rifiuti animali. La combustione di queste biomasse produce una grande quantità di metano che, se incanalata in appositi macchinari presenti nelle centrali a biomassa, può essere trasformata in energia elettrica.
  • Energia marina: utilizza i movimenti del mare e degli oceani per generare energia. Per farlo si devono sfruttare le maree, le correnti e le onde dell’acqua che, con il loro continuo movimento, generano energia che può essere convertita e utilizzata. C’è poi un altro tipo di energia pulita che proviene anch’essa dal mare ma che non usa i movimenti dell’acqua, bensì il sale marino: sto parlando dell’energia a gradiente

Energie rinnovabili e non rinnovabili: le differenze

Essendo pulite e inesauribili, le fonti rinnovabili sono il contrario delle energie non rinnovabili, che vengono ottenute sfruttando risorse che possono finire, che prevedono attività di estrazione che possono danneggiare l'ambiente e che, quando utilizzate, generano emissioni che contribuiscono all'inquinamento globale e quindi alla crisi climatica.

Per farti capire le differenze tra queste tipologie di fonti energetiche provo a farti un esempio concreto. La luce del sole è sempre disponibile in natura e il suo sfruttamento attraverso i pannelli solari non comporta alcun impatto sull'ambiente, se si esclude lo smaltimento delle celle fotovoltaiche alla fine della loro vita: tutte queste caratteristiche rendono l'energia solare rinnovabile.

Se pensi invece ai combustibili fossili, come ad esempio il gas naturale o il petrolio, dovrai tenere conto delle emissioni di CO2 e i danni all'ambiente provocati a seconda dei casi dall'estrazione o dalla combustione di queste risorse, che peraltro non si rigenerano da sole e sono considerate quindi non rinnovabili. Per darti un'idea dell'impatto ambientale di queste fonti, pensa che una ricerca intitolata “Aria tossica: il costo dei combustibili fossili” e realizzata da Greenpeace Southeast Asia e CREA (Centre for Research on Energy and Clean Air) ha stimato i danni dei combustibili fossili in 4,5 milioni di decessi prematuri all'anno e una perdita di 2.900 miliardi di dollari dovuta all’inquinamento.

Per questo motivo è fondamentale completare al più presto il passaggio verso un'economia basata sulle energie pulite e rinnovabili.

Vantaggi e svantaggi

È facile intuire quali siano i vantaggi legati ad un maggiore utilizzo delle fonti rinnovabili: queste forme di energia sono pulite e non inquinanti, non si esauriscono, permettono di ottenere elettricità in modo più economico e un'economia basata sul loro impiego può generare nuovi posti di lavoro.

Se vuoi invece analizzare i pro e contro delle energie rinnovabili è più complicato fare un discorso generico, dato che ogni fonte alternativa può presentare alcuni particolari svantaggi: ed esempio, il passaggio al fotovoltaico per un cittadino privato può essere ostacolato dai costi degli impianti, ancora piuttosto alti, l'energia da biomasse ha il lato negativo di produrre inquinamento attraverso la combustione e, ancora, spesso è difficile trovare i giacimenti di energia geotermica da utilizzare o le zone adatte allo sviluppo di impianti per sfruttare l'energia marina.

Tutti questi piccoli ostacoli, tuttavia, non devono ostacolare la transizione energetica, dato che i benefici dati dalla possibilità di poter contare su un'energia pulita e che si rinnova costantemente restano di gran lunga superiori e sono fondamentali anche per contrastare la crisi climatica.

In Italia

Un report pubblicato dal Gse nel 2018 posizionava già l’Italia al terzo posto tra i Paesi che maggiormente utilizzano energie rinnovabili in Europa, subito dopo Germania e Francia.

Si tratta di un risultato notevole se pensi che nel Belpaese la percentuale di energia prodotta da fonti rinnovabili ha oscillato tra il 5 e il 9% fino ai primi anni 2000: la crescita avvenuta successivamente ha persino permesso di centrare e superare con largo anticipo gli obiettivi imposti dalla direttiva 2009/28/CE dell’Unione europea sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili: l’Italia, infatti, avrebbe dovuto raggiungere entro il 2020 la quota 17% di energia da fonti rinnovabili sul consumo energetico finale, ma già nel 2015 la percentuale era stabile al 17,5%, mentre nel 2020 le rinnovabili hanno coperto il 20,4% dei consumi totali di energia italiani.

Inoltre, per darti un'idea della trasformazione che sta investendo l'intero Paese, secondo il rapporto Comunità rinnovabili 2020 di Legambiente più di 7.900 comuni in Italia, una quota pari circa al 100%, ha installato almeno un impianto alimentato rinnovabile.

Le energie rinnovabili più utilizzate in Italia

Complici le caratteristiche del territorio nazionale, la fonte rinnovabile più utilizzata in Italia è l'energia idroelettrica, dalla quale proviene circa il 40% di energia pulita utilizzata ogni anno, grazie a circa 4.300 centrali idroelettriche situate soprattutto al Nord, in Lombardia, Piemonte e Trentino-Alto Adige.

Al contrario, gli impianti fotovoltaici sono più diffusi nel sud Italia, per via della maggiore insolazione, e rendono l'energia solare la seconda fonte rinnovabile più utilizzata, con una percentuale del 22%, seguita dall'eolico, dal quale si ricava circa il 16% dell'energia rinnovabile prodotta ogni anno.

Sono invece ancora poco sfruttate, e dunque con un buon margine di miglioramento, fonti rinnovabili come l'energia geotermica, l'energia marina o l'energia da biomasse.

Bolzano e Oristano: esempi di energie rinnovabili

Al mondo ci sono 40 città alimentate solo da energie rinnovabili e due di queste sono italiane. Una, Oristano, è sarda, e l’altra è Bolzano, il capoluogo altoatesino. Secondo uno studio condotto dall’organizzazione non-profit Cdp (Carbon Disclosure Project), Bolzano basa il suo apporto energetico esclusivamente su energia idroelettrica, mentre Oristano fa un mix tra idroelettrica e solare.

(Pubblicato da Sara Del Dot il 27-10-2018
Modificato da Alessandro Bai il 3-6-2022)

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