"All That You Can't Leave Behind" è il titolo dell’album che gli U2 fanno uscire nell’anno 2000. Sono tuttavia anche alcune parole del testo di una canzone, “Walk on”, dedicata all’attivista per i diritti umani Aung San Suu Kyi, da sempre schierata contro la dittatura militare presente nel suo Paese, la Birmania.
Il testo della canzone si propone di dare un sostegno morale all'attivista, nel riconoscere la costanza con cui nella vita questa donna coraggiosa ha sempre lottato per la libertà in Myanmar, non a caso è stata insignita del Premio Nobel per la pace nel 1991.
Dicevamo che nel 2000 esce l'album degli U2 e nel novembre dello stesso anno in Birmania le autorità locali oltre a emettere un ordine restrittivo sulle importazioni di riviste, giornali e nastri contenenti il nome di Aung San Suu Kyi, vietano la vendita dell’album degli U2 appena uscito: chi ne acquista una copia dal contrabbando, rischia la condanna da un minimo di tre anni ad un massimo di 20 anni di carcere.
Walk on, walk on
What you've got they can't deny it
Can't sell it, or buy it
Walk on, walk on
Stay safe tonight…
U2, Walk on
Al momento dell’uscita dell’album il sito U2.com pubblica anche una pagina per richiamare l’attenzione sulla situazione politica in Birmania e sul fatto che otto milioni di persone siano stati mandati ai lavori forzati e 500mila persone siano state bersaglio di campagne di pulizia etnica.
Il sito ufficiale degli U2 commenta anche il divieto di acquisto del disco, con queste parole: “Non possiamo non condannare questa decisione. Accusare la band per aver dedicato la canzone” Walk on “alla leader democratica Aung San Suu Kyi, che sostiene la popolazione birmana, sotto una dittatura militare repressiva, è assurdo”.
Anche per questo motivo, "Walk on" diventa presto una delle canzoni cantate dal vivo più apprezzate dal pubblico nelle varie tappe dell’Elevation Tour. Non solo. In alcune occasioni, durante il tour del 2001 sulla cinghia della chitarra di Bono compare una foto dell’attivista birmana (ma anche nell’album “The Best of 1990-2000 & B-Sides” del 2002, c’è una foto del cantante che indossa una maglietta con il nome di Aung San Suu Kyi).
E poi? E poi l’idillio è finito, o per lo meno, non è stato più idillio. Il 18 marzo del 2000, quando ancora è agli arresti domiciliari, Aung San Suu Kyi aveva ricevuto dal Dublin City Council la cittadinanza onoraria di Dublino (il premio è stato ritirato da un delegato). Lo stesso riconoscimento lo avevano ricevuto anche gli U2 ed era stato proprio il premio Freedom of the city a far avvicinare il gruppo irlandese alla politica birmana. In quel momento non era possibile immaginare che tra i due, negli anni successivi, ci sarebbe stata una rottura.
I quattro membri degli u2 (Bono, The Edge, Adam Clayton, Larry Mullen), infatti, hanno chiesto al Dublin City Council di revocare la cittadinanza onoraria all'attivista Aung San Suu Kyi, con l’accusa di non aver rispettato i diritti della popolazione del Rohingya (di cui parliamo qui).
Le comunità minoritarie dei musulmani Rohingya, nello stato occidentale Rakhine, sono state per diversi anni attaccate e oltraggiate dell’esercito e da alcuni fondamentalisti buddisti. Questi atti violenti sono stati denunciati dall'organizzazione non governativa Human rights watch, dall'Organizzazione delle Nazioni Unite e da diversi giornalisti e operatori umanitari, testimoni di tali crimini. Diversamente, Aung San Suu Kyi sembra non aver mai riconosciuto tali azioni violente, ma al contrario di averne sminuito la gravità forse per non perdere il consenso dell’elettorato.