A chi non è mai capitato di ascoltare lo sfogo di un amico o un’amica scaturito da una relazione che non funziona? "Perché sono sempre e solo io a fare sacrifici?", "Perché non mi rispetta?", "Perché non prova quello che provo io?" sono le domande che ci si fa in modalità loop senza neppure trovare delle risposte, per dare origine solo a una forma di profondo malessere.
Capirai, i rapporti umani non sono sempre facile da gestire, anzi. La relazione tra due persone prevede un riconoscimento reciproco, un legame, un senso di appartenenza con tutta una serie di aspettative che alla lunga possono finire per mettere in difficoltà il rapporto. Ma una relazione è fatta di emozioni, pensieri e comportamenti e quando questi diventano in qualche modo "negativi", la relazione inizia a essere compromessa fino a poter diventare anche tossica.
È strano perché inizialmente sembra funzionare tutto alla perfezione. Capita di fare la conoscenza di un uomo o una donna, e di considerare questa persona come il più stimabile dei colleghi, come il più affidabile degli amici, come il più affascinante compagno per una relazione di coppia. Poi qualcosa cambia, l’idillio finisce e viene rimpiazzato dall’incomprensione, dal disagio e da una certa trascuratezza. Ma c’è di più. Inizia a manifestarsi un chiaro disequilibrio tra i ruoli e all’improvviso da una parte si delinea una vittima e un carnefice. In poche parole, siamo di fronte a una relazione tossica.
Come si definisce una relazione tossica? Una definizione molto chiara l’ha data la dottoressa Lillian Glass, esperta californiana di comunicazione e di psicologia nel suo libro, Toxic People, scritto nel 1995. Per la Glass "tossica è qualsiasi relazione tra persone che non si sostengono l'un l'altra, dove c'è conflitto e si cerca di indebolire l'altro, dove c'è competizione, dove c'è mancanza di rispetto e mancanza di coesione".
In una relazione tossica le sensazioni negative superano di gran lunga quelle positive, ma il problema non è solo questo. Non è così facile porre fine a una relazione tossica perché, a causa di determinate dinamiche all'interno della coppia (paura della solitudine, sensazione di inadeguatezza, senso di colpa, paura del fallimento) si è ormai di fronte a una vera e propria dipendenza affettiva.
Uscire da una relazione tossica non è impossibile, come non lo è riconoscerla in tempo per "salvarsi". Negli ultimi tempi si sente parlare di red flags (dall'inglese "bandiere rosse", proprio come quelle che in spiaggia ti avvertono di non buttarti in mare perché mosso), vale a dire quei sintomi e segnali che dovrebbero portarti a riflettere sulla salute della relazione che stai vivendo.
Le red flags possono essere quindi delle semplici sensazioni, dei dettagli e delle situazioni di disagio che tendono a ripetersi nella relazione. Magari i litigi e le discussioni sono sempre più frequenti, la gelosia aumenta mentre la libertà diminuisce, il livello di ascolto non è più lo stesso e la complicità iniziale sembra svanita. Sono tutti segnali che non possono essere ignorati.
Porsi delle domande diventa quindi imprescindibile. Riconoscere queste red flags è possibile prendendosi del tempo per osservare la propria relazione dall'esterno con uno sguardo più obiettivo. Trovare delle risposte alle domande non sarà qualcosa di immediato, perché ogni questione aperta ha bisogno di un suo tempo per essere metabolizzata, digerita, elaborata in qualche modo. Il compito più difficile è proprio quello di riuscire a vedere le cose per come realmente sono e comportarsi di conseguenza.