Riscoprire il tatto con un guanto e un bracciale: moda e hi-tech in aiuto ai pazienti colpiti da ictus

Il percorso riabilitativo dei pazienti che hanno perso il senso del tatto a causa di un ictus o altro trauma potrebbe essere agevolato da un guanto e un bracciale che stimolano le terminazioni nervose periferiche. Il progetto virtuoso di un’ex studentessa dell’Istituto Modartech e di una ricercatrice dell’Istituto di Biorobotica del Sant’Anna di Pisa.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Gaia Cortese 16 Aprile 2021

Riscoprire il senso del tatto dopo essere stati colpiti da ictus o aver avuto un altro trauma. A renderlo possibile potrà essere uno speciale guanto collegato a un bracciale in grado di aumentare la percezione tattile dei pazienti in riabilitazione.

Tutto è iniziato da un progetto sviluppato dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa per la riabilitazione di persone colpite da ictus o da altri traumi che possono causare danni permanenti o temporanei, riconducibili a limitazioni del senso tattile delle mani. A lavorare al progetto sono state due giovani donne: Federica Barsetti, studentessa dell’Istituto Modartech, Scuola di Alta formazione di Pontedera, e Rebecca Baldi, ricercatrice dell’Istituto di Biorobotica del Sant'Anna.

Il guanto è realizzato con specifici materiali, tra cui pellami sostenibili, che garantiscono una maggiore presa; al suo interno, il guanto è dotato di appositi sensori in grado di sostituire il senso del tatto nella persona che l’ha perso in maniera temporanea o in modo irreversibile. Infine, al guanto è abbinato un bracciale che può stimolare le terminazioni nervose periferiche e quindi in grado di  promuovere la plasticità cerebrale. Come ha spiegato Federica Barsetti: “Questo fa sì che si abbiano maggiori input, proprio perché l’ictus colpisce una particolare parte del cervello che il dispositivo va a stimolare”.

Rebecca Baldi ha contribuito al progetto per tutti gli aspetti hi-tech degli accessori realizzati. Guanto e bracciale, che per funzionare devono essere indossati contemporaneamente, saranno presto testati in diversi trial clinici. Federica ha spiegato, infatti, come siano stati necessari diversi incontri con l’Istituto di Biorobotica “perché, oltre al design, c’è tutto l’aspetto scientifico da comprendere per realizzare un indumento che sia comunque funzionale”.

Guanto e bracciale hanno completato l’outfit studiato da Federica Barsetti per la sua tesi di laurea in Fashion Design discussa (con il massimo dei voti, 110 e lode) all’Istituto Modartech e fanno parte della Collezione fashion Mana, un termine tribale che, non a caso, significa “forza interiore”, quella richiesta ai pazienti nel corso di una lunga e impegnativa riabilitazione.