Scomparso all’età di 96 anni Harry Belafonte, il “Re del calypso” che lottava per i diritti civili

Scomparso a 96 anni Harry Belafonte, noto per la sua carriera artistica come cantante e attore, ma anche per il suo impegno nella lotta per i diritti civili.
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Gaia Cortese 26 Aprile 2023

Si è spento ieri mattina, all’età di 96 anni, a causa di un'insufficienza cardiaca, lasciando un bellissimo ricordo: non solo per la sua straordinaria carriera artistica, ma anche per il suo impegno come attivista.

Harry Belafonte è nato ad Harlem il primo marzo del 1927 da una famiglia di umili origini. Parte della sua infanzia la trascorre in Giamaica, ex colonia britannica e paese natale della madre; è in questo paese che Harry ha modo di vedere con i propri occhi come le autorità inglesi bianche maltrattino i giamaicani neri, un vissuto che lascerà il segno e determinerà le sue azioni nella sia vita.

Harry Belafonte e la sua famiglia, 1958.

Nel 1940 Harry Belafonte si trasferisce a New York, nel quartiere di Harlem, con la madre Melvine (suo padre aveva già abbandonato la famiglia da tempo).

Come ha scritto Judith E. Smith, autrice della biografia Becoming Belafonte: Black Artist, Public Radical, è stata proprio la madre a “insegnargli che non dovresti lasciare che il sole tramonti senza combattere contro l’ingiustizia”, e difatti crescendo, il giovane Harry non ha deluso le aspettative della madre.

My social and political interests are part of my career. I cannot separate them.

Harry Belafonte

Se Harry Belafonte è noto per aver reso popolare la musica caraibica negli anni cinquanta (basta pensare ai brani "Matilda" e "Banana Boat Song"), è anche vero che, al culmine del suo successo artistico, l'attore e cantante di origini giamaicane si è dedicato all’attivismo, partecipando a numerose marce contro la segregazione, andando in Alabama a chiamare "Bombingham" la città di Birmingham dovee gli attentati dinamitardi del Ku Klux Klan erano all'ordine del giorno.

Belafonte ha condotto anche una campagna contro l'apartheid in Sud Africa dove ha avuto la possibilità di entrare in contatto con Nelson Mandela; ha poi sostenuto la lotta contro l'HIV/AIDS ed è diventato Ambasciatore di buona volontà dell'UNICEF.

Pochi poi sanno che dietro il successo del brano We are the world, prodotto da Quincy Jones, c’è proprio lui.  È stato Harry Belafonte a lanciare l’idea di registrare la canzone e di raccogliere fondi per alleviare la carestia in Africa.

Cinque anni fa, in piena epoca Trump, la biblioteca del Congresso ha onorato Belafonte includendo Calypso, il suo terzo album, tra le grandi opere americane conservate nel proprio archivio. In tutta risposta Belafonte ha festeggiato proclamando in televisione che "l’America è corrosa dal razzismo, ha un DNA fallato. La lotta contro il razzismo sarà permanente… Ero al fianco di Martin, e di Bobby Kennedy. Faccio parte del loro lascito, finche vivrò". E lo ha fatto.