Scoperti i geni che favoriscono lo sviluppo del tumore del polmone: sono il nuovo bersaglio per terapie sempre più efficaci?

Un gruppo di ricercatori della Sapienza Università di Roma e dell’IRCCS Istituto Nazionale Tumori Regina Elena ha individuato una serie di geni associati alle cellule del sistema immunitario che, quando “alterati”, contribuiscono alla maggiore aggressività del tumore. Questi potrebbero rappresentare i bersagli per nuovi trattamenti terapeutici.
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Kevin Ben Alì Zinati 4 Giugno 2022
* ultima modifica il 04/06/2022

Anche i tumori hanno il loro tallone d’Achille: un punto debole che, se colpito, può metterli ko. Quello del cancro al polmone potrebbe trovarsi nei versamenti pleurici dei pazienti malati.

Al loro interno, un gruppo di ricercatori della Sapienza Università di Roma e dell’IRCCS Istituto Nazionale Tumori Regina Elena avrebbe individuato una serie di geni associati alle cellule del sistema immunitario che, quando “alterati”, contribuiscono alla maggiore aggressività del tumore.

Questa firma molecolare potrebbe diventare il potenziale bersaglio strategico per sviluppare nuovi e più efficaci trattamenti contro quello che è ancora la principale causa di morte per cancro nel mondo.

Nell’85% dei casi, quando la diagnosi riporta un tumore del polmone, si ha a che fare con l’adenocarcinoma polmonare contro cui, da qualche anno, abbiamo a disposizione strategie terapeutiche innovative come l’immunoterapia.

Queste tecniche mirano a riattivare le cellule del sistema immunitario indirizzandole contro quelle neoplastiche ma ancora oggi il tasso di risposta è piuttosto basso dal momento che solo il 20-30% dei pazienti beneficiano realmente di questi trattamenti.

Ciò dipende dal fatto che, come forse sai, ogni tumore è contraddistinto intrinsecamente da un grado di resistenza diverso, a cui contribuisce in parte anche il microambiente che lo circonda.

I ricercatori italiani si sono concentrati proprio sul microambiente tumorale e sulle sue componenti essenziali con l’obiettivo di identificare nuovi bersagli terapeutici. Attraverso approcci innovativi detti “omici” hanno messo sotto la lente d’ingrandimento i versamenti pleurici.

Si tratta di una condizione patologica che insorge quando le cellule tumorali invadono la cavità pleurica creando un accumulo anomalo di liquido essudativo. Siccome contengono lesioni metastatiche, solitamente i versamenti pleurici vengono drenati dai pazienti a scopo terapeutico-palliativo.

Analizzandoli approfonditamente, i ricercatori hanno scoperto una firma molecolare associata ai macrofagi, specifiche cellule del sistema immunitario presenti in abbondanza nei versamenti pleurici per alimentare la crescita del tumore.

“I risultati sono rilevanti dal punto di vista clinico perché aprono una nuova via allo sviluppo di terapie mirate specificamente ai macrofagi pro-tumorali, bloccando i segnali che ne permettono la localizzazione a livello del tumore” hanno spiegato, entusiasti, i ricercatori italiani.

Fonte | IRCCS Istituto Nazionale Tumori Regina Elena 

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