Anche il tuo medico di famiglia e il tuo pediatra. Da oggi anche loro potranno, anzi dovranno, effettuare il test rapido nel momento in cui tu o tuo figlio foste sospetti casi Covid. Lo prevede l’accordo stralcio tra la Sisac e i medici di famiglia e la misura è contenuta anche nel Decreto Ristori presentato ieri dal premier Giuseppe Conte: il Governo ha previsto lo stanziamento di 30 milioni di euro che consentiranno agli oltre 50mila medici e pediatri di eseguire in autonomia, da qui alla fine dell’anno, circa 2 milioni di tamponi antigenici. Come puoi immaginare, l’idea è duplice: introdurre un’altra misura per cercare di ridurre la diffusione dei contagi e alleggerire il carico gravato sulle Asl cercando di smuovere il traffico che sta inghiottendo il sistema sanitario.
L’accordo introduce una remunerazione per i medici che effettueranno il test rapido. Si tratta di 12 euro se il tampone antigenico venisse effettuato fuori dallo studio, come negli spazi messi a disposizione delle Asl o nei tendoni della Protezione Civile oppure di 18 euro se il test verrà effettuato all’interno dello studio.
Te lo starai chiedendo e sì, gli studi dei medici dovranno essere organizzati con ingressi separati e stanze dedicate all’effettuazione dei test e da igienizzare dopo ogni paziente, dovrà essere predisposto un percorso di sicurezza nel caso di un paziente positivo e ai medici verranno poi forniti i dispositivi di sicurezza.
Secondo quanto si legge nell’accordo, medici di famiglia e pediatri di libera potranno effettuare il test antigenico:
Il testo è stato sviluppato sulla base dell’Atto di indirizzo della Conferenza Stato-Regioni ma, ad oggi, stato firmato solo dalla Federazione dei medici di medicina generale (che rappresenta comunque il 65% della rappresentatività) e non dalle altre sigle. Queste contestano la mancata garanzia della sicurezza sia nei confronti dei cittadini sia verso i medici stessi e l’obbligatorietà dell’esecuzione dei tamponi, preferendo invece l’adesione su base volontaria. Nel frattempo, però, da novembre e fino al 31 dicembre 2020 medici e pazienti avranno anche questa soluzione in più.