Per una donna reputarsi prevalentemente corpo è normale. O meglio, è una delle conseguenze delle Leggi della bellezza. Il processo si chiama "autoggettivazione", che, come abbiamo detto nelle scorse puntate significa considerarsi oggetto e, quindi, accettare di essere ritenuta tale dalle altre persone. Ma quando ha inizio questo fenomeno nella mente delle ragazze? Beh, ti sorprenderà, ma in realtà le bambine iniziano a sentire la pressione estetica fin dall'infanzia, forse ancora prima di venire al mondo. Sì, perché è usanza comune allestire per una bambina una cameretta rosa, comprare vestitini che rimandano a una raffinatezza tipica femminile e inculcarle da subito comportamenti e modi di fare che educano alla timidezza, alla compostezza e alla cura ossessiva dell'estetica. Di modo che sembri una bambola, ben vestita e garbata. E questa impostazione rimane facilmente nella mente delle ragazze per tutta la vita.
La pedagogista e scrittrice Elena Gianini Belotti descrisse già nel 1973 questo fenomeno in "Dalla parte delle bambine", saggio di pedagogia:
"La cultura alla quale apparteniamo, come ogni altra cultura, si serve di tutti i mezzi a sua disposizione per ottenere dagli individui dei due sessi il comportamento più adeguato ai valori che le preme conservare e trasmettere. L'obiettivo dell'identificazione del bambino con il sesso cui è stato assegnato si raggiunge molto presto e non ci sono elementi per dedurre che questo complesso fenomeno abbia radici biologiche".
La sessualizzazione è parte integrante di questo processo che vuole bambini e bambine già adulti, già somiglianti ai genitori e allo stereotipo collegato a quel genere. Le leggi della bellezza sono, anche in questo caso, direttamente responsabili perché associano la bellezza al potere e partono dal presupposto che il capitale sociale delle donne è soprattutto di natura sessuale. In poche parole, se sei piacente avrai anche successo. Abbiamo analizzato questo processo con la dott.ssa Giuliana Proietti, psicoterapeuta e sessuologa.
Giochi, vestiti e arredamento sono sempre stati molto diversi per tradizione a seconda del genere del nascituro. Tutti quei giocattoli che hanno a che fare con l'azione, come trenini, macchine e palloni da calcio, vengono regalati ai maschietti, tutto quello che rimanda alla cura della casa e della persona, come pentole e fornelli, trucchi e bambolotti, è il regalo perfetto per le femminucce. Come ci confermano anche gli studi, questi doppi standard sono costruzioni locali, diverse tra i gruppi etnici e culturali. Insomma, non ci sono prove per cui, per natura, i bambini siano più interessati a giochi "maschili" così come le bambine a quelli "femminili".
Oggi qualche passo avanti si è fatto, ma solo in una direzione. Come ci spiega Proietti: "Alcune differenze si sono molto attenuate. Oggi anche alle bambine possono essere regalati romanzi d'avventura, trenini elettrici e giochi per le costruzioni ma è più raro vedere i maschietti alle prese con pentole, bambolotti, storie d'amore di principi e principesse, ecc. Questo significa che la società ha piano piano accettato il fatto che le bambine vogliano sempre più assumere uno stile di comportamento "maschile" e giocare con giochi che un tempo venivano regalati solo ai maschi ma è sicuramente ancora un tabù vedere un maschietto dilettarsi con giochi e passatempi considerati prettamente femminili".
Passando, poi, ai giochi tradizionalmente femminili, forse anche tu da piccola giocavi a provarti i tacchi e i vestiti della mamma e da adolescente hai iniziato a truccarti magari con effetti non sempre riuscitissimi. Penserai che non c'è niente di male, e, in effetti, dal punto di vista della bambina non c'è chiaramente malizia, ma questo comportamento non è sano se dagli adulti viene interpretato in un certo modo. "I bambini lo prendono come un gioco, non hanno piena coscienza di quello che fanno – precisa l'esperta. – Giocano a fare i grandi. Ma il vero problema è come vengono considerati dagli adulti, se ti percepiscono come adulta e tu hai percepito in quegli sguardi il potere di essere seducente, lì si genera un problema. Capisci che il tuo potere sta nella seduzione".
Dunque, se la bambina, anche in modo del tutto innocente, si veste e si inizia a comportare da adulta sessualizzando il suo corpo, sta subendo quella che chiamiamo sessualizzazione precoce che – come spiega Proietti – "è l'attribuzione di contenuti erotici/sessuali al corpo di un bambino e dipende dal fatto che i genitori sono impazienti di vedere crescere i loro bambini, strappandoli al tempo dell'infanzia per diverse ragioni". D'altro canto, come sappiamo, i bambini e i ragazzi non amano essere considerati piccoli, tutti vogliono crescere in fretta e sentirsi più autonomi e più apprezzati dagli altri. Così, "scoprire di avere delle doti seduttive che interessano alle altre persone può sembrargli/le un ulteriore punto di forza su cui giocare per relazionarsi con gli altri. A questo si aggiunga che, nel processo di socializzazione e sessualizzazione, oltre agli insegnamenti familiari, molto fanno i media, che propongono modelli di bambine/donne apparentemente invincibili, cui uniformarsi per essere "popolari" e dunque più sicure di sé" precisa la psicoterapeuta.
Gl effetti negativi sono essenzialmente due, quindi. Da una parte l'attenzione continua che le bambine e ragazze iniziano a dedicare al loro aspetto fin dalla tenera età, fatto che le porterà a sentirsi in dovere di incarnare il canone estetico imposto dalla società, e dall'altra la sessualizzazione e oggettificazione del loro corpo che le faranno sentire adatte a essere solo oggetto di desiderio maschile. "L'età del primo rapporto sessuale si è abbassata. Le bambine fanno di tutto per essere belle e desiderabili, come se fossero già adulte, – conferma Proietti – non hanno piena coscienza del loro gioco da piccole ma se figure adulte che apprezzano il loro aspetto, crescendo, lo potrebbero sfruttare per cercare gratificazione e una fettina di potere nel mondo dominato dagli uomini. La sessualizzazione precoce è pericolosa perché non dà spazio all'infanzia".
Le bambine non hanno piena coscienza del loro gioco da piccole, il problema è come vengono considerate dagli adulti
Certo, non possiamo negare che il fenomeno della sessualizzazione avvenga anche sui bambini maschi, incoraggiando, ad esempio, alcuni tratti che rimandano alla mascolinità stereotipata. Il primo accesso ai siti pornografici avviene, peraltro, sempre prima e ciò plasma l'idea della sessualità sia nei maschi che nelle femmine. "Se entra in contatto con la pornografia da piccolo, il bambino avrà una concezione della donna come persona da sfruttare solo sessualmente. Dall'altra parte, le ragazze stesse che la vedono potranno non riuscire a capire quando subiscono abusi da parte dei coetanei perché considerano certi atteggiamenti come normali. Questa concezione della donna oggetto può rimanere per tutta la vita"conclude l'esperta.
Puoi capire, quindi, che tutto ciò concerne per tradizione i tratti maschili e femminili d'estetica e di sessualità non sono altro che aspetti costruiti dalla cultura. Le leggi della bellezza influenzano il pensiero che ogni bambina inizia a sviluppare del proprio corpo ricordandole di curarlo e modellarlo a seconda dei dettami della società e ciò inficia non solo la sua autostima ma anche il suo rapporto con la sfera sessuale in quanto si considererà sempre su un piano subalterno rispetto all'uomo. A fare la differenza, chiaramente, è in larga parte la famiglia che può e deve insegnare ai figli il rispetto dell'altro sesso e alle figlie l'autodeterminazione, così che crescendo imparino a essere solo sé stesse e non la fotocopia di qualcun altro.
Fonte | "Sexual double standards: a review and methodological critique of two decades of research" pubblicato su NIH a febbraio 2003