Seguendo il nostro resoconto quotidiano, hai imparato ormai a conoscere il Coronavirus. Sai per esempio che ad oggi per la prima volta il numero di persone guarite e dimesse dagli ospedali cinesi (1.824) ha superato quelli dei contagi (1.749), che i sintomi principali del virus sono febbre, mal di gola, tosse e che nel peggiore dei casi può provocare polmonite, sindromi respiratorie acute e perfino la morte. Non ci sono cure né vaccini e al momento si sta provando a combatterlo con terapie antivirali sperimentali, e anche questo lo sai perché te ne abbiamo parlato su Ohga. Ciò che potresti ancora non sapere è che forse le conseguenze del Coronavirus oggi sono prevedibili. Secondo uno studio dei ricercatori del Tongji Hospital di Wuhan e pubblicato sul Chinese Journal of Tuberculosis and Respiratory Diseases, ci sono due veri e propri segnali di allarme nel nostro sangue che potrebbero aiutare a predire l’evoluzione e la gravità del virus.
I ricercatori hanno selezionato 29 pazienti con il COVID-19 e in base alla gravità delle loro condizioni li hanno divisi in tre gruppi. Li hanno tenuti in osservazione e hanno monitorato i livelli di citochina interleuchina-6 (IL-6) e del recettore dell'interleuchina-2 (IL-2R). Hanno visto che i pazienti che stavano peggio presentavano le maggiori concentrazioni di IL-2R e IL-6, mentre i pazienti con polmonite lieve presentavano le concentrazioni minori. Se le sue sostanze hanno livelli notevolmente alti, significa allora che il virus sta aggravando le condizioni di salute del paziente. Perciò analisi del sangue con valori alti di IL-6 e IL-2R, secondo i ricercatori, sono uno strumento per predire la gravità dell’infezione da COVID-19 e quindi la sua prognosi. E se così fosse sarebbe importantissimo, perché a quel punto, capisci, si può pensare di predisporre trattamenti efficaci e personalizzati in tempi molto più brevi.
Quando si parla di contagio confermato da Coronavirus, succede che alcuni pazienti dopo una o due settimane di ospedalizzazione possono sviluppare quella che viene definita “tempesta citochinica”, ovvero un disequilibrio nella produzione delle citochine. Queste sono molecole fondamentali soprattutto per lo sviluppo e il funzionamento delle risposte immunitarie perché quando il sistema di difesa del tuo corpo viene in contatto con un patogeno, si avvale dell’aiuto anche di altre cellule, come le cellule T, a cui il messaggio di “aiuto” viene portato proprio dalle citochine. Queste attivano altre cellule immunitarie, stimolandole inoltre a produrre altre citochine. Può capitare che la risposta immunitaria sia incontrollata o esagerata e che entrino in funzione troppe cellule immunitarie. E la sovrabbondanza, detta appunto “tempesta, di citochine” può danneggiare seriamente gli organi del corpo. Lo avrai già capito: trovare un modo diagnosticare precocemente la “tempesta” può essere decisivo.