Silvia, la sclerosi multipla e la maratona di Milano sulla sedia a rotelle spinta dal figlio Eric: “Non dubitiamo mai di noi stessi”

Silvia Roldàn Balsalobre e suo figlio Eric oggi correranno la Milano Marathon in un modo speciale. Silvia infatti è costretta sulla sedia a rotelle da 24 anni a causa della sclerosi multipla ed Eric la spingerà dall’inizio alla fine per lanciare un messaggio di coraggio, resilienza e inclusione. Parole che oggi, nella giornata mondiale della Salute, valgono doppio.
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Kevin Ben Alì Zinati 7 Aprile 2024
* ultima modifica il 07/04/2024

“A tutti dico: non dubitate mai. Provateci sempre”. Sono le parole che Silvia pronuncia sulla linea di partenza della Milano Marathon, la corsa che questa mattina, per la ventiduesima volta, inonderà le strade del capoluogo lombardo.

Silvia gareggerà insieme a suo figlio Eric e come hanno già fatto altre 6 volte in giro per il mondo, correranno i 42195 metri milanesi a modo loro. Che è un modo speciale.

Silvia infatti resterà seduta sulla sedia a rotelle a cui la costringe una forma progressiva di sclerosi multipla da quasi 24 anni ed Eric la spingerà di corsa dall’inizio fino alla finish line.

Ti avevamo già raccontato la loro storia quando nel 2021, a Barcellona, stabilirono il record del mondo sulla distanza percorsa con la carrozzina piazzando lo straordinario tempo di 2 ore, 53 minuti e 28 secondi, poi migliorato l’anno successivo a Valencia con 2h52:39.

Questa volta però Silvia Roldàn Balsalobre ed Eric non sono arrivati a Milano per un nuovo record. Certo, nella testa di un maratoneta forte e ambizioso come Eric l’idea di abbassare quei tempi c’è sempre, ma oggi l’obiettivo è un altro, ben più grande.

Correndo in qualità di ambasciatori per l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, Silvia ed Eric vogliono portare anche qui in Italia il loro messaggio di inclusione, coraggio e resilienza.

“Alle persone che soffrono di questa malattia neurodegenerativa voglio dire di non dubitare neanche un secondo di loro stessi: se vogliono fare una maratona, possono farlo – ci ha raccontato Silvia, con emozione e determinazione negli occhi – Ognuno ha il proprio modo e il proprio ritmo e deve farsi guidare da quello. Si può andare più veloci o più lenti, ma l’importante è godersi il momento. Lo scopo non è il pubblico o chi sta correndo con te: il fuoco siamo noi stessi. Non importa dove ci si trova, se stai correndo nella tua città o in un altra. La sensazione di sentire il vento sul viso, la pioggia o il sole ci fa sentire liberi e più sicuri di noi stessi”. 

Silvia vuole divertirsi, urlare, incitare Eric e tutti gli amici che, come centurioni, correranno insieme a loro per le strade della città. Più di tutto, ci ha svelato, vuole gridare a pieni polmoni verso le finestre di Milano a cui passerà sotto perché la gente si affacci e gridi insieme a lei.

La corsa di oggi deve essere una festa da vivere insieme: tutti insieme. “È come essere in una festa con amici. Mi piace incoraggiare la gente mentre corro. A seconda del chilometro che stiamo correndo incito i miei compagni e dico loro di resistere che alla fine ci aspetta un bel cappuccino, che si sente già il profumo del pane appena sfornato e che al traguardo potremo goderci un bel panino. Grido loro «forza, sbrighiamoci, non molliamo!». Nello stesso modo in cui i incoraggio i maratoneti, voglio incoraggiare tutte le persone che soffrono di questa malattia. A loro dico di non dubitare neanche un attimo di se stessi. Non è solo una questione di correre: qualsiasi cosa vogliate fare o desiderate, buttatevi e fatelo”.

Come sai, la sclerosi multipla è una malattia neurologica cronica e invalidante del cui origine si sa ancora poco.

La scienza è convinta che si tratti di una malattia autoimmune e che la causa risieda nell’alterazione del sistema immunitario che attacca la mielina, la sostanza che ricopre le fibre nervose della sostanza bianca, come se fosse un elemento esterno da rimuovere.

Accanto ai numeri, che raccontano di 140mila persone colpite in Italia e 3 milioni nel resto del mondo, la narrazione sulla sclerosi multipla è spesso fatta anche da numerosi progressi arrivato grazie alla ricerca scientifica che negli ultimi anni hanno cambiato completamente il volto di questa malattia.

Vittorio Borgia, presidente AISM Milano, ha infatti spiegato che “la maggior parte delle persone che ricevono oggi questa diagnosi possono sperare di condurre una vita piena, con poche limitazioni: insomma, sclerosi multipla non vuol dire più necessariamente sedia a rotelle”. 

Per Aism, la storia di Silvia ed Eric racconta che, a prescindere dalla situazione di malattia, ogni persona può scegliere come affrontare le piccole e grandi difficoltà.

Per noi Eric e Silvia sono una coppia speciale. Per il messaggio di inclusione e coraggio, di determinazione, dignità e resilienza che trasmettono. Un messaggio che oggi, nella giornata mondiale della Salute, vale due volte.

Per come Eric corre maratone in tutto il mondo spingendo sua mamma su una sedia a rotelle. Per come Silvia corre, a modo suo e insieme al proprio figlio fa il tifo per tutte le altre persone che sono costrette a convincere con la sclerosi multipla.

E per come, insieme, sanno essere madre e figlio.

Fonte | Aism

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