Smart working: la felicità di stare alla scrivania con le pantofole ai piedi

Coronavirus e quarantena ci hanno portato ad adottare una nuova (non per tutti) modalità di lavoro: lo smart working. E visto e considerato che ci permette di sopravvivere a questo periodo di reclusione, incastrando impegni di lavoro e di famiglia, oltretutto senza libertà, potrebbe essere una valida soluzione da adottare anche in futuro (con tanto di pantofole ammesse).
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Gaia Cortese 18 Marzo 2020

Il rischio potrebbe essere quello di ritrovarsi in pigiama tutto il giorno, oppure di vestirsi sempre alla stessa maniera, o ancora di mangiare senza orario e magari ritrovarsi le briciole del panino sulla tastiera del pc. Ma se poi pensi agli innumerevoli vantaggi di lavorare in modalità smart working potresti anche decidere di correre qualche rischio, o no?

Lo smart working, anche chiamato lavoro agile, è un nuovo modello organizzativo che permette al dipendente di lavorare per la propria azienda in maniera semi-autonoma e senza spostarsi da casa. Basta un computer e una connessione wifi e il gioco è fatto. Se negli ultimi anni questa modalità di lavoro si stava conquistando sempre più consensi, ai tempi del coronavirus, è diventata l'inevitabile soluzione a ciò che è stato imposto dal Governo: una quarantena a tempo determinato (ma indefinito).

Una soluzione, lo smart working, che sembra essere sempre più un modus operandi per essere più felici e più soddisfatti.

Maggiore autonomia sul lavoro

Innanzitutto è dimostrato che la crescita della motivazione e del coinvolgimento dei dipendenti è riscontrato in più di un terzo degli smart worker. Lo conferma l'Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, ma non è difficile crederlo visto e considerato che chi può lavorare in semi-autonomia da casa  può gestire meglio il proprio lavoro, senza pause forzate o interruzioni, e magari anticipando l'orario di inizio attività (sì, anche in pigiama o con l'asciugamano in testa a mo' di turbante dopo la doccia).

Addio allo stress da pendolare

Un aspetto da considerare è che lavorare da casa ti permette di risparmiare tutto il tempo che di norma impiegheresti per recarti sul luogo di lavoro e per rientrare a casa terminato il tuo orario di ufficio. In media si tratta di due ore al giorno recuperate, e che possono essere meglio sfruttate lavorando un po' di più o impiegate nel tempo libero. Senza dimenticare il fatto che, non dovendo affrontare la calca della gente in metropolitana, i frequenti ritardi dei trasporti di superficie, la coda in tangenziale, hai una buona probabilità di iniziare la tua giornata senza stress accumulato.

Più tempo a casa

Quelle due o più ore recuperate, è tutto tempo che puoi usare per la tua vita privata e domestica. I capi buttati in lavatrice di prima mattina possono essere beatamente stesi tra una telefonata di lavoro e l'altra; allo stesso modo ti sarà possibile fare velocemente i letti, buttare il sacco della spazzatura e arrivare a fine giornata avendo compiuto qualche faccenda domestica. Non solo. Puoi toglierti anche qualche senso di colpa nei confronti di eventuali figli, perché in smart working puoi permetterti di preparargli la merenda del pomeriggio, dare un'occhiata al diario di scuola e magari assistere a una lezione di nuoto che solitamente delegavi alla baby-sitter.

Migliori relazioni con i colleghi

Sembra poi che con lo smart working migliorino anche i rapporti con i propri colleghi di ufficio. Sarà, ma non mi stupisce. La convivenza forzata è uno dei problemi della nostra società e, anche in ambito lavorativo, vedere proprio tutti i giorni i nostri colleghi, dalle 6 alle 8 ore, non è proprio il modo migliore per garantire rapporti felici e distesi. Metti invece che quel collega che si mangia le unghie o che mastica rumosamente il chewing-gum, ti tocca vederlo solo due volte a settimana: sai che sollievo? Scommetto che finiresti per andarci d'accordo anche tu.

Riduzione delle emissioni

E poi c'è un ultimo aspetto da considerare. Muovendoci tutti di meno, anche l'inquinamento dell'aria si riduce. Un effetto secondario del coronavirus e della quarantena è stata la riduzione del 10 per cento di diossido di azoto, uno dei gas più inquinanti per l'aria. Questo ridotto inquinamento ha interessato prima la Cina e poi il nord Italia dove, a causa della diffusione del virus, non solo le attività produttive sono rallentate, ma anche gli spostamenti si sono ridotti notevolmente. E se adottassimo lo smart working anche una volta usciti dall'emergenza?