Tarab è una parola intraducibile, a cui potremmo dare un significato simili a incanto. È un termine arabo che descrive un'esibizione musicale profonda e toccante che porta il pubblico in uno stato di estasi simile alla trance. Potrebbe essere la melodia liberata da uno strumento, il risultato di voci suadente o anche solo di un testo profondo. Va bene tutto ciò che permette di creare un'esperienza ipnotizzante.
Quando si parla della presenza culturale del tarab nella musica araba, si parla anche di Umm Kulthum, una diva egiziana che divenne famosa tra la metà e la fine del 1900, per ammaliare il suo pubblico. È nota per la sua capacità di fermare i combattimenti. I soldati, anche nemici, cessavano il fuoco per ascoltare la sua voce alla radio (che a quel tempo veniva trasmessa in diretta). Fu soprannominata mutriba , ovvero "colei che suscita tarab".
Il tarab come esperienza, nella musica tradizionale araba, nasconde un senso di mistero. Poiché è difficile da tradurre ed è tipicamente connotato con le performance musicali arabe, sembra che qualsiasi tentativo di definizione in un’altra lingua sia inutile. Forse l'esperienza del tarab non è destinata a essere tradotta: deve essere sentita.
É una reazione fisica che può verificarsi in risposta a qualsiasi forme d'arte, anche panorami naturali o la lettura di una poesia. Le reazioni possono essere di divertimento, come di profondo dolore. La sua bellezza è accentuata dalla sua mancanza di semplicità; è più di un coinvolgimento superficiale con la produzione o i testi, piuttosto è una resa completa all‘esaltazione spirituale. Non è un caso che, nell'antico Libro dei Cantici (Baghdad, X secolo), ci siano circa 500 voci che menzionano tarab.
L'Europa incontra la musica araba attraverso molte vie, ma forse la più importante fu l'eredità di Ziryab, un emigrato di Baghdad del IX secolo ad al-Andalus, oggi Andalusia, ovvero Spagna meridionale. Arrivato a Cordova nell'821 d.C., contribuì a far fiorire una musica in uno stile musicale marocchino che alcuni chiamano Tarab Andalusi. Attualmente i linguisti discutono se "tarab" sia o meno la radice della parola per "trovatore".