Tra i ricoverati per Covid, aumentano soprattutto i pazienti pediatrici con meno di 4 anni

Nella fascia under18, l’incremento dei ricoveri è stato pari all’84% in una sola settimana. La maggior parte dei pazienti ha tra gli 0 e i 4 anni, una fascia di età per la quale ancora non esiste un vaccino. Va detto però che al momento solo un minore si trova in terapia intensiva.
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Giulia Dallagiovanna 7 Luglio 2022
* ultima modifica il 07/07/2022

In un'estate di prove di convivenza con il Covid, ci ritroviamo a luglio alle prese con una nuova ondata e pochissime restrizioni. È questo il quadro all'interno del quale va letto l'aumento dei contagi, che ha già superato i 100mila nuovi casi al giorno, con un tasso di positività addirittura del 28%. Non sorprende dunque che crescano anche i ricoveri. Secondo l'ultimo bollettino della Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere), gli ospedali hanno conosciuto un balzo in avanti del 19% sull'occupazione complessiva dei letti, tra terapie intensive e reparti dedicati. Ma la percentuale che emerge è quella dei pazienti pediatrici, che nel giro di una settimana sono raddoppiati. Il 78% ha meno di 4 anni.

Ma analizziamo meglio questi numeri. Prima di tutto è bene specificare che non tutti i pazienti sono ricoverati per Covid. Alcuni infatti sono entrati in ospedali per altri motivi di salute e hanno scoperto di essere positivi solo una volta effettuato il tampone. E proprio in questa suddivisione, si è registrata in questa settimana un'inversione di tendenza: i primi hanno superato i secondi, con una crescita pari rispettivamente al 24,5% e al 13,7%.

I pazienti ricoverati per Covid hanno superato quelli ricoverati con Covid, con una crescita pari al 24,5% e al 13,7%

"Le percentuali evidenziano come tornino a crescere in maniera significativa i pazienti che hanno una patologia specifica da Covid con sindromi respiratorie – spiega il presidente di Fiaso, Giovanni Migliore. – La diffusa circolazione del virus ci obbliga, nuovamente, a riorganizzare i nostri ospedali per adeguarci all’andamento dell’epidemia, riaprendo i reparti dedicati all’assistenza respiratoria e ventilatoria, ma continuando allo stesso tempo a ricoverare coloro che non presentano una sintomatologia specifica in aree multidisciplinari o all’interno dei reparti specialistici laddove è possibile creare percorsi che consentano un isolamento sicuro".

Le terapie intensive sono state interessate da un raddoppio nel giro di una settimana sebbene, va detto, i numeri restano relativamente bassi. Stando all'ultimo bollettino del Ministero della Salute, i pazienti in questi reparti sono 325 in totale. In epoca pre-vaccini si superavano anche i 2.500. Nelle corsie ordinarie invece l'incremento è stato attorno al 15% e al momento il totale è di 8.220. Di nuovo, prima dei vaccini superavamo i 23mila. Persiste infatti tra i pazienti una percentuale di no-vax, seppur ridotta e pari al 19%. L'80% dei ricoverati sono invece persone che hanno ricevuto l'ultima dose di vaccino da più di 4 mesi e la protezione ha cominciato dunque a indebolirsi.

Come però anticipavamo all'inizio, il dato che colpisce è quello dei pazienti pediatrici. Nella fascia degli under18, l'incremento è stato dell'84%: se al 28 luglio i ricoverati erano 51, oggi sono 94. Più nel dettaglio, quelli per Covid raddoppiano con un +103% e trainano la crescita, mentre quelli con Covid aumentano del 47%. La maggior parte di loro ha un'età compresa tra gli 0 e i 4 anni, dunque una categoria per la quale ancora non esiste un vaccino e che però inizia ad avere una vita sociale attiva, frequentando ad esempio asili e campi estivi. In ogni caso è bene precisare che nelle terapie intensive si conta, ad oggi, un solo minore, mentre nella restante casistica i sintomi non sono gravi.

Il virus insomma circola ancora e le nuove varianti sembrano essere più contagiose rispetto alle precedenti. I vaccini, però, hanno svolto il proprio compito, permettendoci di vivere un'estate quasi del tutto libera da misure restrittive.

Fonte| Fiaso

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