Tumore al cervello: ricostruita la mappa molecolare del glioma grazie ai Big Data

Un’enorme quantità di dati raccolti da un network di 25 istituzioni e centri di ricerca medica ha permesso di ricostruire la mappa molecolare del glioma, il tumore del cervello legato alla malattia genetica conosciuta come “neurofibromatosi di tipo 1”. Lo studio è di due ricercatori italiani, Antonio Iavarone e Anna Lasorella.
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Gaia Cortese 31 Gennaio 2019
* ultima modifica il 16/12/2020

Vengono immagazzinati, gestiti e analizzati. Sono i Big Data, una grande quantità di dati, che possono essere utilizzati per scoprire eventuali legami tra fenomeni diversi e per prevedere quelli futuri. Attraverso tecnologie e metodi analitici specifici vengono quindi estrapolati, analizzati e messi in relazione tra loro, e sempre più impiegati anche nell’ambito della ricerca medica.

Recentemente un’enorme quantità di dati raccolti da un network internazionale composto da 25 istituzioni e centri di ricerca medica di tutto il mondo ha consentito di ricostruire la mappa molecolare del glioma, il tumore del cervello legato alla malattia genetica conosciuta come “neurofibromatosi di tipo 1” (Nf1).

Lo studio, intitolato “The molecular landscape of glioma in patients with Neurofibromatosis 1” e pubblicato di recente sulla rivista Nature Medicine, è stato coordinato dai ricercatori italiani dell’Institute for Cancer Genetics della Columbia University, Antonio Iavarone e Anna Lasorella, e ha evidenziato come le cellule immunitarie (linfociti T) presenti in questa forma di tumore, possono essere impiegate per combattere la malattia: è il principio sul quale si fonda il concetto di immunoterapia.

L’immunoterapia ancora non funziona per alcuni tipi di tumori perché ancora non si sono ben comprese bene quali sono le caratteristiche individuali di ciascun tumore che favoriscono o limitano la risposta terapeutica all’immunoterapia; ma “questo studio individua proprio alcune di queste caratteristiche in quanto oggi viene postulato che i tumori cerebrali, con infiltrati di linfociti e neoantigeni, sono quelli che possono rispondere all’immunoterapia – spiega il Dottor Antonio Iavarone -, mentre quelli senza linfociti, ma con una grande componente di cellule immunosuppressive, come i macrofagi, è altamente improbabile che possano rispondere efficacemente all’immunoterapia”.

“Prima di questo studio si sapeva pochissimo delle alterazioni molecolari presenti nei tumori al cervello di pazienti con NF1, il che ha reso difficile l’adozione di terapie mirate – continua Iavarone -. In questo studio i medici e i ricercatori hanno creato la prima mappa completa e integrata del contenuto genetico, epigenetico e immunitario dei tumori al cervello nei pazienti con NF1″.

“Per i tumori più difficili da curare, come per esempio quello al cervello, l’unica strada è quella di terapie altamente personalizzate che possono scaturire solo dall’analisi approfondita di tutte le caratteristiche genetiche e molecolari dei tumori – conclude il ricercatore italiano -. Questo può essere fatto solo attraverso la generazione e l’analisi di una quantità enorme di dati da ogni paziente che devono essere poi analizzati attraverso le tecnologie più avanzate di tipo matematico e computazionale. Per fare tutto questo è necessario lo studio molto approfondito di ogni singolo tumore con la generazione di grandi quantità di Big Data".

Fonte | “The molecular landscape of glioma in patients with Neurofibromatosis 1”, pubblicato su Nature Medicine il 10 dicembre 2018

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