Tumori testa-collo: quali sono e come riconoscerli

Tra i vari tipi di tumori ci sono quelli che interessano la parte testa-collo, ossia quelli che colpiscono in particolare queste parti del corpo. Si intende, quindi, quelli che possono colpire la bocca, la lingua, le gengive, la faringe, la laringe, il naso, i seni paranasali e le ghiandole salivari. Scopriamo insieme quali sono con esattezza e in cosa consistono.
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Valentina Danesi 7 Dicembre 2020
* ultima modifica il 02/01/2021

Quando si parla di tumori testa-collo, ci si riferisce all'insieme di neoplasie che si sviluppano a partire da quest'area del tuo corpo. Rientrano in questo gruppo, ad esempio, quelli che colpiscono la faringe, la tiroide, i linfonodi del collo e così via. In ordine di frequenza, è la quinta tipologia più diffusa e ogni anno vengono fatte circa 25mila nuove diagnosi solo in Italia. Come sempre in questi casi, scoprire il tumore quando è ancora ai primi stadi è molto importante per aumentare le probabilità di guarigione e sopravvivenza. Proviamo allora a capire meglio insieme quali siano i carcinomi che colpiscono la testa o il collo.

Cos’è

Quando si parla di tumori della testa e del collo si intende quelli che possono colpire:

  • la bocca
  • la lingua
  • le gengive
  • la faringe
  • la laringe
  • il naso
  • i seni paranasali
  • le ghiandole salivari.

La laringe è il punto colpito con maggiore frequenza, seguita dal cavo orale e dalla faringe. Il 90% dei tumori maligni della testa e del collo è rappresentato da carcinomi spinocellulari. Un cinque per cento è rappresentato da melanomi, linfomi o sarcomi, il restante cinque per cento da tumori delle ghiandole salivari.

Le cause e i fattori di rischio 

Il fumo rappresenta la principale causa di tumori della testa e del collo a cui poi si aggiunge l’abuso di alcol, che da solo sembra aumentare di 5-11 volte il rischio. Altri pericoli sono l’esposizione a polveri di asbesto, sostanze chimiche di vario genere, in  particolare l’amianto e il nichel, soprattutto per quanto riguarda il tumore della laringe. Non devi poi dimenticare che possono contribuire anche: una dieta povera di vitamine del gruppo A e B, una scarsa igiene orale, un errato posizionamento di protesi dentarie, la contrazione del papilloma virus umano (Hpv), specie quelle dell’orofaringe.

Il virus di Epstein-Barr è invece essere associato ai tumori del tratto naso-faringeo. Dovrai fare particolarmente attenzione alle alterazioni dei tessuti che ricoprono la cavità della bocca perché spesso questi tumori sono preceduti da forme preneoplastiche che vanno curate per evitare poi forme peggiori.

I sintomi

Inizialmente le neoplasie si manifestano con sintomi lievi e aspecifici per poi mostrare, nella maggior parte dei casi, ulcere nel cavo orale, modificazioni della voce, emissione di sangue dalla bocca o dal naso, dolore o difficoltà alla deglutizione, gonfiore nella regione del collo, dolore all’orecchio, cefalea.

La diagnosi 

Fondamentale per riconoscerli è un’ottima esplorazione del cavo orale, per poter eseguire una diagnosi esatta è necessario effettuare un esame endoscopico con biopsia, ossia il prelievo di parte del tessuto ipoteticamente colpito dal tumore. Se la malattia viene confermata la diagnostica per immagine (un’ecografia, una tac o una risonanza magnetica) serve per osservare e valutare l’estensione locale, regionale o la diffusione a distanza.

Le cure

Non c’è una cura generale ma deve essere calibrata in base a una serie di fattori tra cui:

  • il tipo di tumore
  • la sede
  • lo stadio, oltre che dalle condizioni generali o dal volere del paziente.

Per definire il corretto trattamento si deve ricorrere alla collaborazione di più specialisti che lavorino in team. Servirà quindi l’otorinolaringoiatra, l’oncologo medico, il radioterapista, il radiologo, l’anatomo-patologo, il medico nucleare e coloro che sono o possono essere coinvolti nella decisione della terapia, come il neurochirurgo, il chirurgo vascolare e toracico, l’oftalmologo, il chirurgo plastico. Ecco una serie di possibili opzioni quando viene diagnosticato uno di questi tumori.

Chirurgia

In questi tumori il trattamento di prima scelta è molto spesso la chirurgia. I tumori di piccole e medie dimensioni vengono asportati senza incisioni al collo e grazie all’utilizzo di un microscopio operatorio possono essere rimossi minimizzando i danni funzionali. La collaborazione con neurochirurghi, chirurghi vascolari e, alla necessità, con chirurghi plastici consente di affrontare patologie di grosse dimensioni oppure localizzate in sedi problematiche e di confine. 

Radioterapia

La radioterapia rappresenta una delle principali modalità terapeutiche nei trattamenti dei tumori della regione della testa e del collo. La radioterapia da sola è anche indicata, in alcuni casi, per alleviare i sintomi o le conseguenze della progressione locale di malattia. In alcune circostanze, la radioterapia in associazione con la chemioterapia può essere un’opzione alternativa a scopo conservativo quando è tecnicamente possibile solo una chirurgia demolitiva per l’estensione loco regionale di malattia.

Nelle fase post-operatoria, cioè prescritta entro alcuni mesi dall’intervento, è indicata nel caso la chirurgia non sia riuscita nell’eradicazione completa del problema, per la presenza di malattia residua o fattori di rischio di recidiva locale. La radioterapia può seguire l’intervento, anche dopo un tempo più lungo, a scopo di salvataggio, cioè quando ci sono evidenze di ripresa locale di malattia a distanza di tempo dalla chirurgia.

Chemioterapia

Nel distretto capo-collo il ruolo della chemioterapia è di supporto in caso di malattia avanzata in modo tale che si riesca a ridurre il volume del tumore prima di procedere alla sua asportazione chirurgica. La chemioterapia viene anche abbinata alla radioterapia, sia in caso di tumori molto estesi, sia come alternativa ad importanti ed invalidanti demolizioni chirurgiche. La chemioterapia viene anche utilizzata per tenere sotto controllo la malattia tumorale diffusa ad altre sedi dell’organismo, in questo caso si parla di metastasi.

Fonti| Humanitas, Fondazione Veronesi, IEO

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