Tutti i farmaci antivirali contro il Covid: quali sono allo studio e a che punto siamo

In questi giorni si è parlato soprattutto del molnupiravir, testato dall’azienda farmaceutica Merck, ma ci sono altre pillole contro il Covid allo studio. Nei prossimi mesi dovremmo iniziare a vedere i risultati dei test su pazienti a rischio ricovero e decesso.
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Giulia Dallagiovanna 5 Ottobre 2021
* ultima modifica il 04/12/2021

I vaccini efficaci contro il Covid oggi, per fortuna, li abbiamo. E la campagna vaccinale in Italia sta procedendo piuttosto bene, con il 79,14% della popolazione over12 che ha già completato il ciclo, ricevendo entrambe le dosi previste (oppure il monodose di Johnson & Johnson). Ora, però, iniziano ad arrivare buone notizie anche sull'altro fronte, quello delle cure. Ad oggi, le uniche terapie che si sono rivelate efficaci contro il Covid-19 sono gli anticorpi monoclonali, prodotti da Regeneron, Eli Lilly e GlaxoSmithKline e che vengono somministrati per via endovenosa. I nuovi farmaci sarebbero invece ad uso orale, di più facile assunzione e che richiederebbero meno costi di produzione. L'ultima in ordine di tempo ad aver fatto notizia è quella sviluppata dall'azienda farmaceutica statunitense Merck, il molnupiravir. Ma anche Pfizer e Roche stanno lavorando a medicinali che hanno il medesimo scopo. Vediamo allora a che punto siamo.

Il molnupiravir di Merck

Il molnupiravir ha fatto parlare di sé grazie a risultati che Anthony Fauci, immunologo e consulente scientifico della Casa Bianca, ha definito "impressionanti". Da un'indagine ad interim condotta su 775 pazienti che partecipavano a un trial clinico randomizzato di Fase 3 è emerso che, se assunto entro 5 giorni dall'inizio dei sintomi, è in grado di ridurre fino al 50% il rischio di ospedalizzazione e di morte. Più nel dettaglio, dopo circa un mese era stato ricoverato il 7,3% di malati che aveva ricevuto il farmaco, paragonato al 14,1% del gruppo di controllo. Non solo, ma nel primo gruppo non era morto nessuno mentre nel secondo si contavano 8 decessi.

"Questa efficacia è inferiore a quella degli anticorpi monoclonali prodotti da Regeneron, Eli Lilly e GlaxoSmithKline (che riducono il rischio di ospedalizzazione del 70-85% ), ma Molnupiravir ha il vantaggio di essere meno costoso e di potersi somministrare per bocca", ha commentato il virologo Guido Silvestri.

La stessa azienda farmaceutica ha comunicato che, visti i dati estremamente positivi (ovvero per "manifesta superiorità"), ha deciso di comune accordo con la FDA per l'interruzione della sperimentazione. Non sarebbe stato etico – come ha spiegato il virologo Roberto Burioni in un tweet – continuare a somministrare il placebo a un gruppo di pazienti, esponendoli a pericoli che non avrebbero corso assumendo la nuova pillola. Si tratta, bisogna specificarlo, di persone che avevano almeno un fattore di rischio per le complicanze da Covid-19, come il diabete o l'età avanzata.

A questo punto Merck dovrebbe richiedere, come ha già annunciato, l'approvazione d'emergenza a FDA e in seguito ad altri enti regolatori, come EMA. È probabile che venga concessa non solo in base agli ottimi risultati, ma anche perché il farmaco si è rivelato sicuro: il tasso di reazioni avverse è stato pressoché simile in entrambi i gruppi arruolati nella sperimentazione.

L'antivirale di Pfizer

Pfizer è un'azienda che ormai tutti noi abbiamo imparato a conoscere, dal momento che è la stessa che produce uno dei due vaccini a mRNA attualmente più utilizzati in Italia. Contemporaneamente, però, sta lavorando alla produzione di un antivirale il cui nome al momento è PF-07321332. In uno studio di fase 3 cominciato a luglio, il farmaco è stato somministrato in combinazione con il ritonavir, un inibitore della proteasi ad oggi utilizzato contro l'HIV, in pazienti già malati di Covid e a rischio complicanze. I primi risultati si attendono per la fine di novembre.

A settembre, però, la stessa casa farmaceutica ha annunciato di aver dato il via a uno studio di fase 2/3 in cui si propone di arruolare circa 2.600 volontari con più di 18 anni e che presentano sintomi lievi o che sono stati esposti al rischio di contagio. L'ideale, aggiungono, è una persona che vive nella stessa casa di chi ha appena ricevuto un responso positivo al tampone. Lo scopo in questo caso è quello di capire se il PF-07321332 assieme al ritonavir a basso dosaggio, assunto per circa 5 o 10 giorni, possa funzionare anche come profilassi. Non solo, cioè, in prevenzione di ricovero o di decesso, ma proprio della malattia stessa.

Il farmaco di Roche

Roche in collaborazione con Atea Pharmaceuticals sta portando avanti uno studio su un antivirale che, di nuovo, andrebbe assunto per bocca. La sigla con cui viene identificato ora è AT-527 e da un'analisi ad interim basata su uno studio di fase 2 è risultato essere sicuro, ben tollerato e in grado di ridurre la carica virale del SARS-Cov-2 nei pazienti già ospedalizzati. Esattamente come gli altri farmaci di cui ti abbiamo parlato, anche questo antivirale è pensato per bloccare la replicazione del virus in modo che il tuo sistema immunitario possa poi eliminarlo del tutto.

Possiamo fare a meno del vaccino?

No. Questi farmaci non si sostituiscono al vaccino e ne è prova il fatto che la stessa Pfizer abbia lavorato a entrambi i prodotti farmaceutici. L'antivirale arriva quando gli anticorpi stimolati dal vaccino non sono sufficienti a evitare il Covid. Non per niente i primi studi sono stati portati avanti su persone a rischio complicanze oppure su pazienti immunodepressi, il suo sistema immunitario è per definizione poco reattivo. Gli stessi, insomma, per i quali si ipotizza e in alcuni casi già si somministra una terza dose di vaccino.

Non solo, ma le cure costano decisamente di più. È già stato annunciato che per un solo trattamento con il molnupiravir bisognerà spendere 700 dollari, a fronte dei 20-25 euro a cui viene messa in vendita una dose di vaccino a mRNA.

Fonti| Comunicato stampa di Merck; Comunicato stampa di Pfizer; "A Study of PF-07321332/Ritonavir in Nonhospitalized High Risk Adult Participants With COVID-19" pubblicato su Clinicaltrial.gov

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