Tutto quello che devi sapere sull’amianto e sui rischi per la salute

L’amianto è un materiale fatto di fibre di minerali dotati di grande flessibilità e resistenza che per anni è stato utilizzato in ogni ambito produttivo, dall’industria all’edilizia e nella costruzioni della case. Questo materiale però è stato bandito perché altamente tossico e cancerogeno e associato a un’altissima incidenza di malattie gravi come asbestosi, tumori del polmone, delle ovaio e mesoteliomi.
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Kevin Ben Alì Zinati 9 Luglio 2024
* ultima modifica il 10/07/2024

È fibroso, perché nasce da un fittissimo groviglio di fibre minerali naturali che spiccano per peculiarità come l’incombustibilità, la capacità di isolare dal calore, la fonoassorbenza e la flessibilità. Poi è anche molto antico e quasi indistruttibile, motivo per il quale i Greci cominciarono a chiamarlo «asbestos», asbesto: qualcosa, cioè, di inestinguibile, perpetuo, eterno.

Fin qui, sembra l’identikit del materiale perfetto. Non per niente per oltre 30 anni se ne fece un utilizzo smisurato in tutti gli ambiti a cui potresti pensare. Nell’industria scorse a fiumi; la filiera della produzione di mezzi di trasporto ne fece incetta; nell’edilizia pubblica così come in quella privata fece coppia fissa con il cemento.

Presto, tuttavia, all’ubiquità si aggiunse la caratteristica più brutta e inaspettata di tutte: quella che in una lista slegata dal racconto della sua evoluzione cronologica andrebbe messa in cima prima di qualsiasi altra cosa. Sto parlano della sua pericolosità.

Anzi no, molto di più: perché l’amianto non rappresenta solamente un pericolo. È un materiale tossico capace di colpire così pesantemente il corpo umano da provocare malattie e tumori che ogni anno, in tutto il mondo, costano la vita a quasi 230mila persone. È così cancerogeno, l’amianto, che nel 1992 una coraggiosa e lungimirante legge italiana arrivò perfino a vietarne l’utilizzo e la produzione sul territorio nazionale, 13 anni dopo che lo fece l’Unione Europea.

Resistente, ubiquo e tossico, l’amianto ancora oggi è questo: uno dei più grossi, drammatici – ma anche silenziosi, taciuti e dimenticati – problemi di salute pubblica in Italia e nel mondo.

Cos’è l’amianto

L’ho definito un groviglio perché l’amianto è un insieme di ben 6 minerali fibrosi appartenenti alla famiglia dei silicati:

  • actinolite
  • amosite
  • antofillite
  • crisotilo
  • crocidolite
  • tremolite

Si tratta di minerali di dimensioni microscopiche dotati tuttavia di una notevole flessibilità e di elevata capacità di resistere ai processo di degradazione e alle alte temperature: tutte caratteristiche che, come ti ho detto prima, ne hanno favorito il successo commerciale a livello globale.

Dove è stato utilizzato

Flessibilità e resistenza tuttavia non sono niente se non unite a basso costo di lavorazione, e l’amianto offriva anche questo.

Così divenne uno dei protagonisti indiscussi del boom economico tra gli anni Sessanta e Ottanta. In quell’arco cronologico che oggi definiamo “maledetto”, questo materiale arrivò ovunque, con utilizzi massicci soprattutto nel campo dell’industria.

Come isolante termico entrò negli impianti di centrali termoelettriche, nelle aziende chimiche o siderurgiche così come in quelle alimentari, nelle distillerie o negli zuccherifici.

L'Agenzia Regionale per la protezione ambientale della Toscana ne ricorda il suo utilizzo anche all’interno di impianti più piccoli ed esposti a temperature più basse come quelli di refrigerazione o di condizionamento.

Con il tempo l’amianto cominciò ad avvicinarsi sempre di più all’uomo. Arrivò nelle barriere antifiamma inserite nelle condotte per impianti elettrici e poi nei pannelli fonoassorbenti per insonorizzare gli ambienti proteggendoli dall’inquinamento acustico. Si fece sempre più avanti finché non fece il suo ingresso direttamente nelle nostre case.

L'amianto non è solo molto flessibilità e resistente: ha sempre avuto un basso costo di lavorazione che ne ha favorito il larghissimo utilizzo

A un certo punto abbiamo cominciato a costruire comignoli e canne fumarie utilizzando una miscela di cemento e amianto che poi abbiamo utilizzato per costruire pavimenti, tetti di abitazioni e garage sotto forma di lastre ondulate o piane in cemento-amianto (il cosiddetto Eternit) e pure elettrodomestici come asciugacapelli, forni, stufe, ferri da stiro. Tanto era “di moda” che ci spostavamo pure grazie all’amianto incastrato su treni, navi e autobus.

Si è fatto sempre più vicino che è arrivato nelle nostre mani. Nei fili, negli stoppini, nella carta increspata, nel filo isolante, nelle guarnizioni per i cavi elettrici. E poi ancora nei nastri, nello spago, nei fili da cucire, nei materassi e nei vestiti. E ancora: nei tappeti, nei sipari dei teatri, negli schermi dei cinema, nelle attrezzature mediche.

Ubiquo, ricordi?

Effetti sulla salute

La natura fibrosa dell’amianto di cui ti parlavo all’inizio non è un dettaglio di poco conto. Queste microscopiche strutture, simili appunto a delle fibre, sono così piccole e volatili che possono essere inalate dall’uomo.

Facendosi strada attraverso le vie aree superiori, le fibre entrano nelle profondità del nostro corpo, si riversano negli alveoli polmonari e finiscono per incastrarsi nei bronchi, penetrando fino nella pleura o in altre parti del corpo.

Una volta entrata, la polvere di amianto fa come qualsiasi altra sostanza tossica: distrugge. Crea cioè uno stato di infiammazione persistente da cui si origina una fibrosi polmonare chiamata asbestosi. Questa, come ha spiegato l’Istituto Superiore di Sanità, “limita la funzione respiratoria degli alveoli polmonari, procurando una progressiva malattia dell’apparato respiratorio che, nel tempo, passa da fibrosi polmonare a enfisema, pleurite cronica fino a insufficienza respiratoria”.

Non è finita qui, perché le fibre di amianto possono scombussolare così tanto il DNA delle cellule che queste finiscono per imboccare la strada della trasformazione tumorale. L’asbestosi infatti è associata ad un’elevata incidenza di tumori polmonari, della laringe, dell’ovaio e anche a mesoteliomi, ovvero neoplasie di natura maligna a carico della pleura, la membra che avvolge i polmoni.

I rischi legati all’amianto per lungo tempo coinvolsero soprattutto coloro che lavoravano nei processi di estrazione di questo materiale e che dunque erano esposti all’inalazione diretta delle sue fibre. Quando poi divenne globalmente diffuso, l’amianto divenne un problema di tutti.

Una volta entrata nel corpo umano, la polvere di amianto fa come qualsiasi altra sostanza tossica: distrugge

Tutti eravamo esposti al contatto diretto con le fibre di amianto che gareggiavano nell’aria: rischio che aumentava tanto più il prodotto che conteneva amianto si deteriorava o riportava danni.

Alla fine, l’amianto venne abolito. Con la legge 257/1992, una legge coraggiosa visto che il nostro era uno dei paesi maggiormente coinvolti nell’affaire amianto a livello europeo, l’Italia ne vietò l’estrazione, l’importazione, la commercializzazione e la produzione, così come lo sviluppo di qualsiasi prodotto contenente questo minerale.

I numeri del silenzio

Il danno, però, purtroppo era già stato fatto. A 30 anni di distanza, l’Iss ha stimato in media 4.410 decessi all’anno attribuibili all'esposizione ad amianto tra il 2010 e il 2016 (3.860 uomini e 550 donne): di questi, 1.515 persone sono morte per mesotelioma maligno, 58 per asbestosi, 2.830 per tumore del polmone e 16 per una neoplasia ovarica.

Tra il 2003 e 2016, invece, ci sarebbero stati circa 500 decessi precoci per mesotelioma: verosimilmente tutte persone che da bambini hanno vissuto in aree contaminate da amianto o che sono stati esposti alle sue fibre.

Troppo spesso e troppo a lungo tuttavia il problema dell'amianto è rimasto coperto da una colte di buio e silenzio. Colpa di una pervasività estrema di questo materiale tossico e difficilmente aggiustabile. Colpa dei rischi a cui ci si espone quando si tenta di rimuoverlo: rischi che, in alcuni casi, potrebbero essere più alti di quelli che si corrono lasciandolo lì dov'è. Colpa di azioni di bonifica fatte male, quando fatte. Colpa della paura, della vergogna. Colpa del senso di colpa.

Alla vigilia della Giornata mondiale dedicata alle vittime dell'amianto 2024, che cade ogni 28 aprile, l'Osservatorio Nazionale Amianto ha alzato nuovamente il volume di questo silenzio, rimarcando come negli ultimi 10 anni, solo in Italia, sarebbero deceduti per malattie asbesto correlate circa 60mila persone e che nel 2023, almeno 2000 persone hanno ricevuto una diagnosi di mesotelioma e circa 4000 di tumore del polmone.

Numeri che parlano. Numeri che urlano.

Fonti | ISS; Airc; Arpa Toscana; Osservatorio Nazionale Amianto

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