Uccelli marini minacciati dalla plastica: il Mediterraneo tra le aree a più alto rischio

Analizzando gli spostamenti di oltre 7.000 esemplari di uccelli marini, i ricercatori dell’organizzazione BirdLife e dell’Università di Cambridge sono riusciti a identificare i luoghi del Pianeta in cui i volatili sono più esposti alle conseguenze dell’inquinamento da plastica.
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Martina Alfieri 6 Luglio 2023

La plastica rappresenta il principale materiale alla base dell’inquinamento marino, causando danni non solamente ai pesci, ma anche agli uccelli che vivono delle aree costiere. Un team di ricercatori dell’organizzazione BirdLife e dell’Università di Cambridge è riuscito, attraverso lo studio delle rotte degli uccelli marini migratori, a identificare quali sono le zone del Pianeta in cui la plastica minaccia più gravemente la salute di questi animali.

Sappiamo che le tartarughe finiscono spesso intrappolate in sacchetti di plastica abbandonati nel mare, e siamo ormai a conoscenza del fatto che addirittura i pesci abissali arrivano a ingerire microplastiche disperse nei fondali. Ma frammenti di buste, bottiglie e tappi di plastica possono avere conseguenze letali anche per gli uccelli.

Per identificare i luoghi in cui gli uccelli marini si trovano di fronte a un rischio più alto di esposizione alla plastica, il team ha valutato gli spostamenti di 7.137 uccelli appartenenti a 77 specie di procellaridi (una numerosa famiglia di uccelli marini).

"La plastica è una minaccia diffusa per la vita marina, ma l'inquinamento non è distribuito uniformemente negli oceani del mondo", ha dichiarato Bethany Clark, responsabile scientifico degli uccelli marini per BirdLife International e principale autrice dello studio pubblicato su Nature Communications. "Il nostro studio dimostra che i petrelli sono esposti alla plastica in mari chiusi e trafficati, come il Mediterraneo, e in remoti gorghi medio-oceanici che concentrano la plastica proveniente da origini lontane”.

Secondo i ricercatori, il Mediterraneo e il Mar Nero sono i due mari in cui la plastica ha l’impatto più grave: insieme rappresentano più della metà del rischio di esposizione alla plastica. Anche le acque al largo degli Stati Uniti, del Giappone e del Regno Unito sono poi considerate ad alto rischio.

"Molti degli uccelli inclusi nel nostro studio sono già colpiti da diverse minacce, tra cui il cambiamento climatico, la cattura accidentale, la competizione con la pesca e la presenza di specie invasive", spiega Clark. “Sebbene gli effetti a livello di popolazione dell'esposizione alla plastica non siano ancora noti per la maggior parte delle specie, molti petrelli e altre specie marine si trovano già in una situazione precaria e la continua esposizione a plastiche nocive si aggiunge a queste pressioni".

Ognuno di noi può impegnarsi per tutelare la biodiversità marina, compiendo scelte di acquisto più sostenibili e limitando gli sprechi: oggi l’80% dei rifiuti che si riversano nel Mediterraneo contengono plastica. In oltre della metà dei casi, si tratterebbe di oggetti monouso come cotton fioc e mozziconi di sigaretta.