Un bambino su 5 non sa scrivere in corsivo, ma non è solo colpa di tablet e smartphone

Un studio, realizzato tra i piccoli studenti delle scuole elementari di Roma, ha dimostrato che più del 20% dei bambini non sa usare il corsivo: un problema, che mette in luce, una serie di difficoltà legati a disturbi specifici dell’apprendimento, ma anche a un metodo di insegnamento ormai antiquato.
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Valentina Rorato 28 Febbraio 2023
* ultima modifica il 27/09/2023

Il corsivo non è semplicemente sinonimo di bella scrittura. Un concetto, forse, oggi, un po’ superato. È una vera e propria ginnastica per la mente, perché stimola il pensiero logico-lineare, quello che permette di associare le idee in modo sequenziale. Un nuovo studio, condotto dai ricercatori del Policlinico Umberto I e dell'Università Sapienza, pubblicato sulla rivista Occupational therapy in health care da Carlo Di Brina, Barbara Caravale e Nadia Mirante, però dimostra che a Roma 1 bambino su 5 alle primarie non sa scrivere in corsivo.

Questa ricerca è nata con l’obiettivo di analizzare la leggibilità della scrittura nei bambini della Capitale. Per due anni sono stati osservati 562 bambini tra i 7 e gli 11 anni di 16 scuole elementari pubbliche di Roma. Ai piccoli è stato chiesto di copiare un testo entro 5 minuti usando la grafia corsiva, che è stata valutata attraverso un modello standardizzato chiamato Concise Assessment Scale for Children's Handwriting (BHK).

Nell'abstract dello studio, si apprende che il BHK valuta “l'abilità della scrittura a mano in contesti clinici e sperimentali, fornendo una rapida valutazione della qualità e della velocità della scrittura a mano attraverso un testo copiato”. Che cosa è emerso? Il 21,6% dei piccoli studenti è a rischio di sviluppare problemi di scrittura, con il 10% che ha una scrittura “disgrafica”.

Qual è la causa?

In realtà, le cause sono più di una. Dito puntato contro i computer, gli smartphone, i tablet, dove si scrive prevalentemente in stampatello. Questo dato è molto importante se inserito in contesto più ampio: circa il 5% dei bambini osservati ha dimostrato di soffrire di disturbi specifici come quelli legati alla coordinazione motoria o alla dislessia, mentre i disturbi di apprendimento vanno dal 5% al 15%.  Le bambine hanno in genere avuto risultati migliori nella qualità della scrittura, mentre per quanto concerne la velocità, migliorava salendo di classe, grazie all'esperienza acquisita di anno in anno e al maggiore esercizio.

Tutta colpa delle tecnologie? No, lo studio non vuole dire questo. Fanno parte dello stile di vita moderno, anche se bisognerebbe evitarne gli abusi, come utilizzarle per intrattenere i piccoli. Il vero problema è il  “metodo di apprendimento”.  “Se per la lettura è assodato che il metodo di apprendimento più efficace per tutti i bambini è quello fono-sillabico, per la scrittura non si è ancora aperto il dibattito educativo”. Gli studiosi hanno identificato tre-quattro stili di scrittura utilizzati per insegnare il corsivo a scuola, ma alcuni di questi potrebbero essere ormai ritenuti inutili.

Fonte |  “Validation of the Concise Assessment Scale for Children’s Handwriting (BHK) in an Italian Population” pubblicati su Occupational therapy in Health Care, a gennaio 2023

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.