Una pedalata da Cagliari a Capo Nord: Francesco Accardo porta l’elogio della lentezza fino ai confini dell’Europa

Dopo aver attraversato l’Italia appena superato il lockdown di marzo 2020, Francesco è partito per un’altra avventura che questa volta lo porterà fino in Norvegia. Insieme a Ohga racconterà le tappe del suo viaggio, improntato alla celebrazione della lentezza e del turismo sostenibile e al ricongiungimento tra uomo e natura.
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Kevin Ben Alì Zinati 15 Maggio 2021

Di nuovo in sella. Con il vento a favore o il vento contrario. Con la pioggia in faccia o il sole sulle spalle. Finita l'attraversata dalla Sardegna all'Alto Adige per riscoprire l'Italia post primo lockdown, Francesco Accardo ha inforcato nuovamente la sua bicicletta ed è ripartito per un altro viaggio.

Salpare da Cagliari, pedalare per più di 4000 chilometri e arrivare in Norvegia, a Capo Nord, ai confini estremi dell’Europa, però non è solo un viaggio a impatto zero, fatto con mezzi semplici per promuovere una riconnessione tra l’uomo e la natura. È un inno alla lentezza e al turismo sostenibile. È un'avventura alla scoperta del mondo, degli altri e di se stessi.

Noi di Ohga seguiremo da vicino la pedalata di Francesco, che sulle nostre pagine condividerà un personalissimo diario di viaggio dove troveranno spazio i suoi pensieri, le frustrazioni, le salite, le persone e tutto ciò che sta in mezzo tra un chilometro e l'altro.

Quelle qui sotto sono le prime pagine di Francesco, scritte dopo due settimane dall'inizio della seconda versione del suo Progetto Tramonti.

di Francesco Accardo

OYONNAX, 6 maggio

Fin dall’inizio mi sono scontrato con alcune problematiche in parte prevedibili e in parte no.

La nave da Porto Torres a Tolone è stata cancellata e mi sono dovuto imbarcare su quella per Genova per poi raggiungere la Francia via terra. Piccoli problemi legati all’insularità della Sardegna.

A differenza di quanto accaduto lo scorso anno in Italia, ho poca possibilità di variazione del percorso in quanto gran parte dei pernottamenti sono già prenotati: purtroppo non tutti gli alberghi – causa Covid – sono aperti. Questo mi costringe a pedalare esattamente per i chilometri previsti e finora non è stato facilissimo perché ho trovato tante salite, poche discese e un tempo decisamente brutto.

Oggi invece sono a Oyonnax. Che è bellissima perché è incastonata nelle montagne. Ricorda tantissimo le vallate dell’Alto Adige.

Però piove tutti i giorni, il cielo è grigio e questo non aiuta di certo l’umore. Da due giorni non c’è stato un attimo in cui la pioggia abbia smesso. Inoltre, in Francia il coprifuoco è dalle 19 alle 6: fuori da questi orari non si trova nulla di aperto.

Nulla di terrificante. Fa decisamente parte dell’avventura. Così come lo stress di questo continuo saliscendi, legato solo e unicamente alla mia scarsa conoscenza della geografia francese.

Francesco sul lungofiume di Sisteron, nella regione della Provenza–Alpi–Costa Azzurra nella valle della Durance

Se fossi stato un po’ più attento, avrei fatto tappe un po’ più corte e meno faticose per godermi di più il viaggio. Ma se anche così fosse stato, effettivamente questa pioggia non avrebbe comunque favorito il godimento: negli ultimi due giorni neanche un secondo di pausa!

Da due giorni non c’è stato un attimo in cui la pioggia abbia smesso. Nulla di terrificante. Fa parte dell’avventura

Francesco Accardo

Mi ha molto impressionato l’attenzione alla bicicletta che ho trovato fino ad ora. Quasi tutte le Route Nationales e le Routes Dèpartementales hanno sulla destra un apposito spazio dedicato ai ciclisti. Ugualmente le cittadine sono ricche di percorsi e Veloroute.

Per ora Tolone, Manosque, Aspres sur Buech, Grenoble, Annecy e Oyonnax, nel Jura. Ora si sale verso Besançon e da qui Metz e quindi il Benelux dove sarò tra una settimana.

Si pedala!

Il panorama di Saint Maurice en Trieves sulla Route de Grenoble

BESANÇON, 7 maggio

Sono però abbastanza arrabbiato con me stesso perché avrei potuto godermela di più. La pioggia e le salite non sono un problema. Però nella programmazione avrei potuto tagliare un pochino. Perché fare 110 km quando posso farne 90?

La risposta la conosco: perché come sempre ho fretta di fare le cose. Ho fretta di arrivare in Norvegia. E la fretta è sempre una cattivissima consigliera. Quindi ora non me la sto godendo appieno. Spero che il sole riporti un attimo di tranquillità.

Oggi sono a Besançon.

Avrei potuto accorciare ma non l'ho programmato: ho sempre fretta di fare tutto. Ho fretta di arrivare in Norvegia

Francesco Accardo

Tutti i posti visti fino a ora li ho trovati unici. La Provenza mi ricorda tantissimo la parte settentrionale della Sardegna (la Gallura) e mi porta sempre più a pensare a questa Macro-regione mediterranea.

Sono stato in tutta Italia, nei Balcani, in Spagna e ora qui. Tutto si assomiglia tantissimo. E non ho la pretesa di pensare che le persone siano tutte simili, però le accomuna un certo senso di ospitalità. Che non so se troverò più a nord. Però fino ad ora anche in Francia le persone sono davvero cordiali.

Nel Jura sulla strada per Oyonnax

In questi giorni ho avuto diverse proposte di passaggio. Ne ho accettato solamente uno perché davvero ero stanchissimo e da diverse ore sotto la pioggia. E anche qui ho trovato una persona molto cordiale: nei modi, nei sorrisi, nel parlare e nel comunicare in generale.

“Bonjour” è sempre detto cantilenato. Non parlano una parola di inglese – così come io parlo malissimo il francese – ma ci si capisce subito. E sempre con il sorriso.

Mentre pedalo, mi vengono in mente tutti i paesini della Provenza che ho attraversato il primo giorno. Non mi ricordo manco un nome. Ma erano ordinati, puliti, ricchi di architetture storiche e particolari. E soprattutto tutti hanno un riguardo per la Storia della Francia che in Italia non ho mai percepito.

La Provenza mi ricorda tantissimo la parte settentrionale della Sardegna, la Gallura

Francesco Accardo

Tante bandiere tricolori, tanti monumenti veramente ben tenuti che celebrano non solo le due guerre, ma tutto ciò che ha attraversato la Francia nei secoli. Anche la figura stessa di Napoleone, di cui ricadevano i 200 anni della morte proprio lo scorso 5 maggio, è tuttora vista come una figura eroica. Da ricordare appieno e senza sfumature figlie dei suoi tempi.

Credo che i francesi siano molto patriottici e sentano particolarmente il senso della propria nazione. Non di meno sono realmente accoglienti e – almeno a me – mi hanno fatto sentire a casa.

Campi di fiori gialli nella Lorraine

Con l'andare dei giorni la pioggia ha lasciato spazio anche al sole e dopo diverse tappe nella Francia-Contea e nella Lorena, tra cui Besançon, Vesoul, Nancy, Metz, sono entrato in Lussemburgo, dove sono rimasto per sole 24 ore, e infine sono arrivato in Belgio, a Liegi.

TRA FRANCIA E LUSSEMBURGO, 11 maggio 

Il passaggio tra Francia e Lussemburgo è stato davvero piacevole per il semplice fatto che dopo 10 giorni di panini ho riscoperto la bellezza del mangiare in un ristorante. Esperienza decisamente piacevole!

Non parlano una parola di inglese e io parlo malissimo il francese, ma ci capiamo subito. E sempre con il sorriso.

Francesco Accardo

Una delle esperienze più belle di un viaggio come questo è scoprire piatti tipici in ristoranti trovati casualmente. Amplifica l’emozione, permette  di interfacciarsi con le persone e di trovare qualche interazione altrimenti impossibile.

Proprio in Lussemburgo ho ritrovato un aspetto fondamentale che aveva accompagnato il mio viaggio in Italia lo scorso anno: parlare con i vicini di tavolo che chiedono dove sono diretto, scambiare qualche parola con i camerieri.

Tramonto sul Lungofiume di Aywille

Dal Lussemburgo sono poi salito ancora, attraversando le Ardenne e arrivando a Bastogne, una delle tappe per me più significative del viaggio, perché mi evoca tutta quella narrazione letteraria e cinematografica legata all’offensiva delle Ardenne del 1944.

Ho voluto passare da qui per visitare questi boschi ritenuti realmente sacri dalla popolazione locale. Ancora oggi a distanza di 80 anni.

E soprattutto volevo fare la mia personale Bastogne-Liegi.

Tutte le foto sono di Francesco Accardo. Nell'immagine di copertina è nei boschi della Lorraine