L'accordo definitivo sul risarcimento che Volkswagen ha accetta di dare a circa 60mila italiani, dopo lo scandalo Dieselgate del 2015 è arrivato il 15 maggio 2024. Un accordo arrivato dopo la class action di Altro Consum, dopo 9 anni di contenziosi e poco prima di finire in Cassazione.
La casa automobilistica tedesca metterà a disposizione 50milioni di euro per rimborsare chi è stato soggetto terzo dello scandalo sulle emissioni truccate. Si tratta di un importo maggiore di quanto avrebbe dovuto pagare secondo la Corte d'appello di Venezia, che aveva espresso un giudizio in merito nel secondo grado del processo.
“Volkswagen aveva distribuito anche in Italia automobili con motorizzazione a gasolio EA 189 munite di un software per il controllo delle emissioni nella fase di omologazione del veicolo, di cui poi è stata ordinata la rimozione da parte delle competenti autorità di omologazione. Per questo motivo Volkswagen era finita sotto la lente dell’Antitrust che nel 2016 ha deciso di aprire un’istruttoria (alla quale ha partecipato anche Altroconsumo) per pratica commerciale scorretta”.
Adesso prima di entrare nel merito per capire come e quando la Volkswagen dovrà ripagare i 60mila italiani, ripercorriamo la lunga storia del Dieselgate.
Il Dieselgate è noto anche come scandalo sulle emissioni o Emissiongate ed è stato un episodio di cronaca che ha portato alla scoperta di falsificazione delle emissioni di automobili diesel del gruppo Volkswagen. Lo scandalo è emerso nel settembre 2015, quando l'Agenzia statunitense per la protezione dell'ambiente (EPA) ha notificato a Volkswagen una violazione del Clean Air Act, la legislazione degli Stati Uniti sulla qualità dell'aria.
Volkswagen aveva intenzionalmente progettato i propri motori diesel Turbocharged Direct Injection (TDI) per attivare i sistemi di controllo delle emissioni solo durante i test di laboratorio. Questo software, noto come "defeat device", permetteva ai veicoli di rispettare i limiti legali di emissione di ossidi di azoto (NOx) durante i test, mentre in condizioni normali di guida, le emissioni potevano superare fino a 40 volte i valori consentiti.
Circa 11 milioni di veicoli in tutto il mondo, prodotti tra il 2009 e il 2015, erano equipaggiati con questo software. Negli Stati Uniti, il governo ha ordinato il ritiro di quasi 500.000 vetture dotate del motore diesel incriminato. Il caso poi ha raggiunto anche l'Europa e l'Italia dove erano presenti altri veicoli sempre con lo stesso motore.
Altro Consumo dichiara che se dovessi essere un avente diritto allora dovrai accettare l'offerta transattiva che ti verrà fornita nelle prossime settimana. Inoltre dovrai richiedere direttamente ad Altro Consumo di gestire la richiesta di rimborso tramite il loro portale, a partire però dal mese di dicembre 2024.
Prendendo direttamente le indicazioni fornite da Altro Consumo:
"Per gli aderenti ammessi che hanno acquistato (come unici proprietari) un’autovettura nuova e ne hanno mantenuto la proprietà fino a data successiva al 26 settembre 2015, è previsto il pagamento di un importo transattivo di € 1.100.Per gli aderenti ammessi che hanno acquistato (come unici proprietari) un’autovettura usata ovvero hanno acquistato un’autovettura nuova che hanno rivenduto nel periodo compreso tra il 15 agosto 2009 e il 26 settembre 2015, è previsto il pagamento di un importo transattivo di € 550."
Diverso sarebbe il discorso nel momento in cui i veicoli fossero intestati a più proprietari.
Tutti gli altri invece non hanno alcun diritto a ricevere un rimborso dal gruppo tedesco.