A Milano via libera al taxi sharing, e per il 2030 in centro potranno circolare solo auto elettriche

Il Covid-19 potrebbe mettere i bastoni tra le ruote, ma con l’arrivo del taxi sharing le corse costeranno di meno e avranno un minore impatto in termini di emissioni inquinanti. Il Comune di Milano lancia inoltre un piano molto ambizioso: nel 2030 il centro della città sarà aperto solo alla mobilità elettrica. Ma i dubbi su come raggiungere l’obiettivo non sono pochi.
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Federico Turrisi 19 Ottobre 2020

Hai sentito sicuramente parlare (e magari qualche volta ne hai anche ususfruito) del car sharing. Ma il taxi sharing? A Milano sarà presto una realtà, dal momento che nella riunione di giunta di venerdì scorso è scattato il semaforo verde per far partire il nuovo servizio. Ma di che cosa stiamo parlando?

In sostanza, il taxi sharing ti permette di risparmiare sul prezzo della corsa, condividendo parte del tuo tragitto insieme ad altri utenti. Grazie all'utilizzo di una piattaforma informatica e di una app, per il tassista sarà più facile raccogliere la domanda e definire i percorsi da fare in città, per il cliente invece sarà possibile vedere in anticipo il prezzo della corsa (che sarà ribassato grazie alla condivisione del mezzo) e ridurre i tempi di attesa.

"Il servizio — si legge nella delibera approvata dalla giunta comunale — permette di migliorare la risposta alla domanda potenziale e di aumentare la sostenibilità degli spostamenti grazie alla maggiore efficienza, raggiunta servendo contemporaneamente più utenti e abbattendo, soprattutto, i momenti di attesa e i tratti a mezzo vuoto. Questo dispositivo creerà un sistema virtuoso che consentirà, al tempo stesso, di poter applicare tariffe più basse in modo che il servizio sia accessibile anche a soggetti in difficoltà economica".

Il Comune di Milano prevede di inserire agevolazioni per over 70, disabili, medici e infermieri. I tassisti che vogliono aderire al servizio dovranno fare domanda e dotarsi delle applicazioni necessarie. La flotta sarà inizialmente composta da un massimo di 500 macchine, riconoscibili da un adesivo sui vetri. Certo, l'incognita principale al momento è la seguente: con il distanziamento interpersonale imposto per limitare la diffusione del coronavirus SARS-CoV-2, quanti sono disposti a usufruire di un servizio del genere?

L'arrivo del taxi sharing è solo uno dei tasselli del piano per rivoluzionare la mobilità milanese in chiave sostenibile, e dunque per contrastare il problema dell'inquinamento atmosferico. L'obiettivo a cui vorrebbe puntare l'amministrazione cittadina è quello di avere per il 2030 un centro storico a zero emissioni (coincidente all'attuale Area C, si ipotizza), una zona dove l'accesso sarà garantito solo alle auto elettriche. "A oggi la legge non consente la realizzazione di una zona a traffico limitato ad accesso riservato ai soli veicoli elettrici", si legge sempre nella delibera. "Una soluzione per creare un’area a zero emissioni potrà poggiare sulla rimodulazione delle regole di accesso all’Area C con un ticket giornaliero che scoraggi l’ingresso dei veicoli non elettrici". Piccoli passi in avanti, ma non sono pochi gli scettici. Basterà davvero per sconfiggere lo smog che attanaglia per gran parte dell'anno il capoluogo lombardo?