
Nessun nuovo taglio sulle accise. Il Governo non fa passi indietro rispetto alla decisione presa a fine dicembre. Con il calo dei prezzi del petrolio, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha gradualmente ridotto lo sconto sulle accise introdotto dal Governo Draghi (da 30,5 centesimi al litro a 18,3) per poi, dal 1° gennaio cancellarlo.
L'effetto sperato, però, non coincide con l'effetto ottenuto. Maxi rincaro dei prezzi del carburante, anche oltre i 2 euro. Allora, il Governo è corso subito ai ripari con l'approvazione di un decreto d'urgenza in Consiglio dei Ministri, ieri 10 gennaio. La scelta politica però non cade su incentivi, bonus o taglio delle accise. Purtroppo nessuna novità per i consumatori sul costo della benzina. È stato invece approvato "il prezzo medio nazionale del carburante." L’esecutivo ha scelto quindi, nonostante le proteste di opposizioni, di intervenire solo per punire chi specula. Quali sono, nello specifico, le norme che contiene il decreto?
Non si tratta di un vero e proprio tetto al prezzo del carburante da introdurre a livello nazionale. È una manovra che riguarda più i gestori dei distributori i quali, oltre al prezzo esposto di vendita del carburante dovranno esporre anche un altro prezzo che viene calcolato ogni giorno dal Ministero delle Imprese. Il calcolo verrà fatto in base alla valutazione del costo del carburante su tutto il territorio italiano. Attualmente si parla di tetto al prezzo, solo per i distributori in autostrada, ma non è stato ancora previsto nulla in merito. Eventualmente verrà fissato da un'ulteriore norma allo studio dell'esecutivo. Per chi non esporrà anche il prezzo medio nazionale verranno, invece, applicate delle sanzioni.
Se ci dovessero essere delle violazioni, si prevedela sospensione delle attività per un periodo che andrà da, minimo 7 giorni, a un massimo di 90 giorni. Il decreto prevede anche un rafforzamento dei collegamenti con l'azione dell'Antitrust per intercettare più velocemente eventuali irregolarità. Sarà anche rafforzata la collaborazione con la Guardia di finanza per reprimere condotte speculative. Infine verrà introdotta una Commissione speciale per verificare l'andamento dei prezzi di tutta la filiera.
Ultimo passo del decreto sulla trasparenza dei prezzi del carburante riguarda i buoni benzina. Il Governo ha stabilito che, nel trimestre gennaio-marzo 2023, i buoni benzina, che non superino l'importo di 200 euro, offerti dai datori di lavoro (nel privato) ai dipendenti, non verranno inglobati nella formazione del reddito del lavoratore.