Agnes Kanlaya Trisopa, la suora thailandese che aiuta poveri e rifugiati grazie alla raccolta differenziata

Una storia interessante arriva da Bankgok dove una suora si è impegnata per la raccolta differenziata riuscendo a coinvolgere molte persone, permettendo a quelle più povere di vivere una vita dignitosa guadagnando qualcosa.
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Roberto Russo 30 Gennaio 2023

Prendersi seriamente cura dell'ambiente anche solo facendo attenzione alla raccolta differenziata può essere veramente un passo importante che fa del bene al mondo e alle persone. Ci sono decine di storie che lo testimoniano e una delle più singolari viene da Bangkok.

Qui, nello slum di Klong Toey, la più grande baraccopoli della Thailandia e una delle più popolose dell’Asia, suor Agnes Kanlaya Trisopa, religiosa delle Suore del Sacro Cuore di Gesù di Bangkok, ha deciso di trovare nuove strade per portare avanti la sua missione. E queste strade passano per il riciclo e il riutilizzo.

L'obiettivo di raggiungere zero rifiuti

L'idea arriva proprio da un'enciclica di Papa Francesco, Laudato si', che tra le altre cose, recita: “È molto nobile assumere il compito di avere cura del creato con piccole azioni quotidiane, ed è meraviglioso che l’educazione sia capace di motivarle fino a dar forma ad uno stile di vita. L’educazione alla responsabilità ambientale può incoraggiare vari comportamenti che hanno un’incidenza diretta e importante nella cura per l’ambiente, come evitare l’uso di materiale plastico o di carta, ridurre il consumo di acqua, differenziare i rifiuti, cucinare solo quanto ragionevolmente si potrà mangiare, trattare con cura gli altri esseri viventi, utilizzare il trasporto pubblico o condividere un medesimo veicolo tra varie persone, piantare alberi, spegnere le luci inutili, e così via”.

Suor Kanlaya decide allora di creare un sistema di gestione della raccolta differenziata, in un Paese che ha un grave problema di gestione dei rifiuti, coinvolgendo moltissime persone. Gli inizi sono promettenti e l'obiettivo da raggiungere è l'ambizioso “zero rifiuti”. Così assume una ragazza per imparare a pulire in maniera meticolosa i diversi tipi di plastica e poi venderli. Un circolo virtuoso che dà i suoi frutti, anche in termini economici.

Oltre a smistare i rifiuti, ripulirli e venderli a imprese di riciclo, un altro modo per generare guadagno è usare gli stessi rifiuti per creare oggetti che possono essere venduti. Secondo la suora “le buste di plastica possono diventare carburante diesel, la carta può diventare carta riciclata, le bottiglie dell’acqua possono trasformarsi in tessuti, le lattine per le bibite possono essere usate per ricavare borse. Alcuni tipi di plastica possono essere utilizzati per realizzare eco-brick, che spesso vengono fatti dai detenuti”. Questo lavoro di riciclo creativo è gestito da rifugiati: cuscini, decorazioni, vasi, sciarpe, braccialetti… Tutta una serie di oggetti che permettono alle persone di vivere. E al mondo di essere più pulito.

Con questo impegno, ho avuto la possibilità di aiutare famiglie povere a guadagnare qualche soldo e allo stesso tempo continuare a guarire il mondo perché diventi una casa migliore per l’umanità intera”, conclude suor Kanlaya.  

In apertura: foto di uno slum di Bangkok