Antibiotici: cosa sono, a cosa servono e quando devono essere assunti

Contrastano i batteri, non i virus. Non sono quindi utili in caso di influenza o raffreddore, ma il più delle volte sono diretti contro infezioni alle vie urinarie o della pelle. Possono essere utilizzati come cura oppure in forma preventiva, seguendo la cosiddetta profilassi antibiotica. In ogni caso è sempre necessaria la prescrizione di un medico. Sono farmaci molto comuni e che nascondono pericoli a volte sottovalutati. È quindi importante che tu li conosca nel dettaglio.
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Giulia Dallagiovanna 2 Aprile 2019
* ultima modifica il 03/09/2020

Scoperti per caso, anzi per errore, gli antibiotici sono oggi tra i farmaci più conosciuti e utilizzati. Il problema è che non sempre se ne fa un uso corretto e questa tendenza è piuttosto pericolosa, in quanto è una delle cause che portano allo sviluppo di batteri resistenti alle medicine. Sì, batteri. E non virus. Questi preparati non sono infatti efficaci contro mal di gola, tosse o influenza. Serviranno invece in caso di faringite da streptococco, infezioni alle vie urinarie o malattie più pericolose, come la polmonite.

Gli antibiotici devono comunque essere prescritti dal tuo medico ed è bene che tu segua le sue indicazioni riguardo le dosi e la durata della terapia. Esistono infatti diverse controindicazioni ed effetti collaterali che accompagnano l'assunzione sbagliata. Potresti ad esempio avere una reazione anafilattica oppure problemi intestinali se non ti affidi al consiglio di uno specialista. Ecco perché è importante capire come funzionano gli antibiotici, a cosa servano e quali sono le possibili limitazioni al loro utilizzo.

A cosa servono gli antibiotici

Chiamati anche antibatterici, gli antibiotici sono dei farmaci che servono proprio per contrastare le infezioni provocate dai batteri. Possono sia uccidere gli agenti patogeni, che evitarne la loro moltiplicazione all'interno del tuo organismo. In caso di attacco lieve, però, è bene che sia il tuo sistema immunitario a occuparsene, senza scomodare i farmaci. Sarà il tuo medico a indicarti in quali casi e per quanto tempo sia necessario assumerli. Per farti qualche esempio più pratico, però, non hanno alcuna utilità contro virus intestinali o influenza, e sono superflui contro infezioni che possono guarire anche senza interventi esterni, mentre servono quando il problema risiede nelle vie urinarie o sulla pelle, ma anche in casi più gravi come meningite o polmonite.

La loro scoperta fu un po' un caso e un po' un errore di distrazione. Una prima intuizione arrivò da un medico italiano, Vincenzo Tiberio, che viveva in una casa in campagna, dove l'acqua potabile veniva attinta da un pozzo che doveva venire periodicamente ripulito dalle muffe che si formavano a causa dell'umidità. Questi si accorse che l'occorrenza di infiammazioni intestinali fra chi beveva quell'acqua aumentava subito dopo che la cisterna veniva sanificata. Capì così il potere battericida di alcune muffe e lo descrisse su testi scientifici già nel 1895. Circa una trentina di anni più tardi, il medico e biologo britannico Alexander Fleming decise di andarsene in vacanza e, un po' come quando tu ti dimentichi di buttare l'immondizia, lui si scordò alcune capsule dove aveva messo in coltura dei ceppi di batteri. Tornato dal viaggio, si accorse che in una zona delle provette si era formata una muffa, ma i germi non erano cresciuti.

La muffa derivava da un fungo, del genere Penicillium. La scoperta della penicillina, il principio attivo che per decenni è stato alla base di tutti i principali antibiotici, arrivò così. Nel 1945 infine il biologo tedesco Ernst Chain e il fisiologo australiano Howard Walter Florey riuscirono a ottenere dei preparati in forma pura, ovvero dei farmaci veri e propri.

Cosa sono gli antibiotici

Gli antibiotici possono essere di origine naturale, derivanti cioè da molecole che altri microorganismi, solitamente muffe, producono per difendersi dai batteri. Queste vengono estratte, lavorate e unite ad altri componenti, in modo da ottenere i farmaci che vengono messi in commercio. Ma oggi possono provenire anche da una particelle sintetica, costruita cioè in laboratorio su modello di quella presente in natura e con una struttura chimica modificata al fine di renderla più efficace. Una volta ingeriti, possono agire su due fronti: distruggono l'involucro che protegge la cellula batterica e interferiscono con le reazioni che permettono a questi germi di sopravvivere e riprodursi.

Gli antibiotici possono distruggere il batterio oppure bloccarne la crescita

Al momento, se ne producono principalmente di due tipi: battericidi, ovvero che provocano direttamente la morte dei batteri, oppure batteriostatici, che bloccano la loro crescita in modo che per il tuo sistema immunitario risulti più semplice eliminarli del tutto. Avrai poi probabilmente già sentito parlare di antibiotici ad ampio spettro. Significa che sono efficaci contro una vasta gamma di batteri contemporaneamente, mentre di solito l'azione è rivolta contro singole specie o singoli gruppi, in base alla struttura chimica del principio attivo.

Una suddivisione ulteriore è quella fra classi di antibatterici, di cui le principali sono sei: penicilline, cefalosporine, aminoglicosidi, tetracicline, macrolidi e fluorochinoloni. A cambiare è la molecola da cui deriva il farmaco e il bersaglio che mirano a colpire. Di nuovo, sarà il tuo medico a capire di quale hai bisogno tu in quel momento.

Come si usano gli antibiotici

Dovrai utilizzare un antibiotico secondo le dosi e per il numero dei giorni che ha indicato il medico. Cerca di non sgarrare, perché il rischio è quello di favorire l‘antibiotico-resistenza, di cui su Ohga ti avevamo già parlato. Significa, in breve, che i batteri potrebbero mettere in atto mutazioni per sopravvivere all'azione del farmaco rendendo quest'ultimo, di fatto, inutile. E se consideri che gli antibiotici vengono utilizzati anche in caso di infezioni molto gravi, coma la setticemia o la meningite, ti accorgerai che non è una conseguenza da sottovalutare.

Non dovrai quindi prolungare la terapia, se non dietro prescrizione specifica, né interromperla da un giorno all'altro, anche se ti sembra che i sintomi siano scomparsi. Di norma, all'interno di una giornata, le dosi dovrebbero essere assunte a intervalli regolari. Nel caso te ne dimenticassi una, cerca di prenderla il prima possibile a meno che non sia troppo vicino all'orario in cui è prevista quella successiva. Potresti aumentare il rischio della comparsa di effetti collaterali indesiderati come diarrea o dolore di stomaco.

Quando si assumono gli antibiotici

Come ti dicevo prima, gli antibiotici si assumono solo in caso di infezione provocata da un batterio, oppure per prevenirla. Potrebbe infatti accadere che un problema originato dall'attacco di un virus o un fungo corra il rischio di complicanze in caso di sovrapposizione con un'infezione batterica. Di solito, si cerca di individuare il farmaco specifico per ciascuna specie di agente patogeno, ma quando non è possibile individuare quale sia il ceppo che sta provocando i danni, nemmeno attraverso le analisi di laboratorio, si ricorre a quelli ad ampio spettro.

In generale, si ricorre a queste medicine quando l'infezione non ha alcuna possibilità di scomparire in assenza di cure, quando è necessario abbreviare i tempi di guarigione per evitare complicanze o dove il rischio di contagio è molto elevato. Sono quindi indicati soprattutto per le persone più vulnerabili, come i bambini, gli anziani al di sopra dei 75 anni, i pazienti con problemi cardiaci, i diabetici o chi soffre di un difetto del sistema immunitario o risulta immunodepresso, magari in seguito a chemioterapia o alle cure contro l'AIDS.

Esiste poi la cosiddetta profilassi antibiotica, dove questi farmaci vengono prescritti in via precauzionale, per prevenire infezioni batteriche che potrebbero risultare molto pericolose in alcune circostanze specifiche. Ad esempio, dopo interventi chirurgici più o meno importanti, cicli di chemioterapia o in caso di persone alle quali è stata asportata la milza o non funziona come dovrebbe, magari perché affette da anemia mediterranea o falciforme. Ma la prevenzione è raccomandata anche quando hai subito ferite che potrebbero presentare un elevato pericolo di infettarsi, come il morso di un animale o un incidente sul lavoro, soprattutto quando il taglio è andato a contatto con il terreno o con del materiale fecale.

Effetti collaterali degli antibiotici

Possibili effetti collaterali degli antibiotici, a volte provocati da un sovradosaggio, sono legati soprattutto a problemi di tipo intestinale, come diarrea, nausea e vomito, gonfiore o dolore addominale e perdita di appetito. Nella maggior parte dei casi, non dovresti preoccuparti. Si tratta infatti di manifestazioni lievi e che scompaiono da sole una volta finito di assumere il farmaco in questione.

Attento al sovradosaggio e a un'eventuale allergia

Dovrai invece prestare attenzione a possibili reazioni avverse. Circa una persone su 15 può risultare infatti allergica al principio attivo contenuto, soprattutto se questo è la penicillina o la cefalosporina. I sintomi possono essere di lieve entità, come un'orticaria o una serie di starnuti. Se la situazione è questa, potrebbe essere sufficiente assumere un antistaminico. In rari casi però si può incorrere anche in una reazione anafilattica, che è potenzialmente mortale. Dovrai quindi chiamare subito i numeri di emergenza (112 o 118) o recarti immediatamente al pronto soccorso se le manifestazioni sono: ritmo cardiaco accelerato, gonfiore improvviso della gola, difficoltà respiratorie, rapido abbassamento della pressione sanguigna, giramento di testa e senso di confusione, perdita di coscienza.

Le controindicazioni degli antibiotici

Quando un medico ti prescrive un antibiotico, ci sono diversi aspetti ai quali deve fare attenzione. Ed è anche la ragione per cui è sempre meglio affidarsi a uno specialista ed evitare cure fai da te. Ad esempio, durante la gravidanza o l'allattamento, oppure in caso di malattie particolari, ci sono alcuni antibatterici che non devono essere assunti. Naturalmente, lo stesso discorso vale per quei preparati che ti procurano una reazione allergica grave.

Alcuni tipi appartenenti alla famiglia delle tetracicline, invece, potrebbero rendere la tua pelle più sensibile a sorgenti di luce, sia solare che artificiale. Per questa ragione dovresti evitare di esporti ai raggi UV e di sottoporti a lampade abbronzanti per tutta la durata della cura.

Come tutti le medicine, poi, gli antibiotici possono interferire con altri farmaci che stai già prendendo, producendo anche effetti collaterali o divenendo meno efficaci. Perciò ricorda sempre al tuo medico quali altre terapie stai seguendo in quel periodo. Altre sostanze che possono fare reazione sono:

  • Alcol: dovresti evitare vino, birra e superalcolici quando assumi antibiotici a base di metronidazolo o tinidazolo e per i due giorni successivi. Potresti infatti incorrere in dolori di stomaco, emicrania o vampate di calore. In altri casi, queste bevande possono essere accettate ma in quantità moderata.
  • Pillola anticoncezionale: in questo caso il problema non è per l'efficacia dell'antibiotico, ma per quella della pillola che potrebbe risultare ridotta se non annullata. Quando assumi preparati a base di rifampicina o rifabutina, il consiglio è quello di utilizzare anche un preservativo.

Arrivato a questo punto, avrai probabilmente capito che l'antibiotico non è il farmaco guarisci tutto, al contrario di quello che ogni tanto si pensa. Anzi, è una medicina da prendere con tutte le dovute cautele e solo uno specialista, come il tuo medico di famiglia, può sapere quando è il caso di prescriverlo oppure no.

Fonti| Istituto superiore di sanità; Centro medico Santagostino

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