Arriva in Italia un nuovo farmaco contro il tumore al polmone: è più efficace e meglio tollerato dai pazienti

Si è dimostrato efficace sui pazienti affetti da un adenocarcinoma non a piccole cellule, in stadio avanzato, e Alk positivo. Non solo ha aumentato le possibilità di remissione, ma sembra essere anche meglio tollerato da chi lo assume, aumentando dunque la sua qualità di vita.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Giulia Dallagiovanna 26 Gennaio 2021
* ultima modifica il 29/01/2021

Meno effetti collaterali e una migliore qualità della vita. Conquiste importanti per pazienti che si stanno sottoponendo a cure contro il cancro. In questo caso ci concentreremo sul tumore al polmone, che ogni anno colpisce circa 40mila persone e rappresenta una delle prime cause di morte nei Paesi industrializzati. Ad essere interessato a questa notizia sarà soprattutto chi ha ricevuto una diagnosi di Nsclc, ovvero la forma "non a piccole cellule", in stadio avanzato e Alk positivo, l'alterazione genetica che ha provocato la patologia. È arrivato anche in Italia il brigatinib, un farmaco studiato per colpire direttamente proprio questa mutazione.

Il brigatinib agisce inibendo la tirosin-chinasi e va quindi a interrompere le alterazioni genetiche che hanno portato alla formazione del tumore. Non è il primo medicinale in grado di raggiungere questo scopo, ma si tratta di un'importante alternativa a disposizione, perché ha dimostrato un'efficacia maggiore e una migliore tollerabilità da parte di chi lo assumeva. E se le reazioni avverse diminuiscono, il malato può vivere un po' meglio. "Nel trattamento del carcinoma polmonare non a piccole cellule assume sempre maggiore rilevanza la profilazione molecolare del tumore, che permette di ampliare le opportunità terapeutiche a disposizione per specifiche tipologie di pazienti" ha commentato Paolo Marchetti, professore ordinario di oncologia all'Università Sapienza di Roma.

Agisce colpendo direttamente l'alterazione genetica che è causa di questo tumore

Tieni presente che stiamo parlando di una forma di cancro meno diffusa, perché non viene provocata dall'abuso di sigarette, ma da un riarrangiamento dei cromosomi, che provocano una diversa disposizione dei geni. Di norma infatti compare in persone che hanno tra i 40 e i 50 anni di età e che non sono nemmeno fumatori. Per questo motivo, rappresenta più o meno il 3 o il 4% di tutti i pazienti ai quali viene diagnosticato un adenocarcinoma polmonare.

Fonte| Ansa

Contenuto validato dal Comitato Scientifico di Ohga
Il Comitato Scientifico di Ohga è composto da medici, specialisti ed esperti con funzione di validazione dei contenuti del giornale che trattano argomenti medico-scientifici. Si occupa di assicurare la qualità, l’accuratezza, l’affidabilità e l’aggiornamento di tali contenuti attraverso le proprie valutazioni e apposite verifiche.
Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.