BASE jumping: un solo paracadute e pochi secondi per decidere dove atterrare

Un grattacielo, un ponte, una scogliera o la cima di una montagna. Una volta trovato il punto migliore da cui lanciarsi, ci vuole solo un pizzico di follia. Questo è il BASE jump, uno degli sport estremi più ambiti per chi cerca una manciata di secondi di adrenalina pura.
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Rubrica a cura di Gaia Cortese
16 Settembre 2020

Una decina di anni fa ho avuto l’occasione di poter seguire come giornalista un evento dedicato agli sport più estremi a Interlaken, in Svizzera. Interlaken è una piccola località di villeggiatura, nell’Oberland Bernese, con tante mucche al pascolo e supermercati Migros ad ogni angolo, un angolo di Svizzera circondato da prati alpini, foreste e ghiacciai.

Insomma, un posto ideale per trascorrerci una vacanza all’insegna del relax. Tuttavia, l'evento che dovevo seguire aveva ben poco della tradizionale quiete che si può ricercare (e trovare) in una località di montagna: per cinque giorni, infatti, i migliori atleti di kayak, bouldering, mountain bike, arrampicata e BASE jumping, accompagnati da coraggiosi videomaker, avrebbero dovuto dare dimostrazione di tutta la loro esperienza (e spericolatezza) per produrre un video finale di pura adrenalina. Questo prevedeva il contest.

E mentre mi chiedevo quali tra questi atleti potessero essere i più folli, mi rendevo conto che erano proprio quelli che si vedevano meno in giro. D’altronde, quei pochi BASE jumper che partecipavano all'evento, durante il giorno erano costretti non solo a doversi trovare il cucuzzolo di una montagna da cui buttarsi, ma la loro performance durava giusto la manciata di qualche secondo, pertanto impossibile riuscire ad assistervi, senza uno specifico invito. Tant'è che qualcuno si è comunque buttato, perché si è visto nei video finali prodotti per il contest, ma ribadisco che in assoluto i più folli erano loro: i BASE Jumper.

Cos'è il BASE jumping

Vuoi sapere cos'è in concreto il BASE jumping? Si tratta di uno sport estremo che consiste nel lanciarsi nel vuoto da varie superfici che possono essere rilievi naturali come montagne o scogliere, così come edifici di vario tipo (grattacieli, ponti, etc,). La parola BASE, infatti,è un acronimo è sta per: buildings (edifici), antennas (torri abbandonate o simili), span (ponti), earth (scogliere o altri tipi di formazioni naturali). L'acronimo è stato coniato da Carl Boenish, in occasione di un lancio da una formazione rocciosa della California, che prende il nome di El Capitan.

Incredibile a dirsi, ma il BASE jumping non è una diavoleria inventata in tempi tanto odierni. Il primissimo lancio risale agli inizi del Novecento, più precisamente nel 1912, quando un tale di nome Frederick Law decide che non gli basta visitare la statua della Libertà, salendo i 354 gradini che separano il piedistallo dalla corona; no, Frederick si vuole proprio buttare dalla statua della Libertà e lo fa.

Pochi anni dopo, nel 1939, in Svizzera Frederick viene preso d'esempio da un certo Plinio Romaneschi che, in mancanza di una statua abbastanza alta, decide di gettarsi da una funicolare. Nel 1965 anche Erich Felbermayr di Wels salta dalla Cima Piccola di Lavaredo nelle Dolomiti, da un'altezza di 2.857 metri.

Se fino ai primi anni Ottanta l'attrezzatura per praticare il BASE jumping corrispondeva all'equipaggiamento standard del paracadutismo, nel tempo sono state messe a punto attrezzature e tecniche specializzate, progettate esclusivamente per questa pratica sportiva, che tuttavia ancora non viene riconosciuta ufficialmente come sport, vista e considerata la sua pericolosità. Fortunatamente, da quando hanno iniziato a diffondersi le tute alari, il livello di sicurezza nel BASE jumping è cresciuto, perché è aumentata la distanza dai possibili ostacoli. Anche se nella storia del BASE jumping non è che siano mancati i lanci finiti comunque male…

Non è paracadutismo

Un errore da non commettere è quello di pensare che il BASE jumping sia molto simile al paracadutismo. Forse le discipline hanno un unico punto in comune, la temerarietà di chi lo pratica, anche se il BASE jumping, rispecchiando l'indole dei suoi praticanti, anche in questo frangente vuole primeggiare. Tanto per cominciare, nel lancio si usa solo un paracadute, mentre almeno nel paracadutismo sono due. Questo perché  nel BASE jumping le altezze sono così contenute che non ci sarebbe il tempo materiale per azionare il secondo paracadute di emergenza. Mica male, vero?

C'è poi da dire che mentre i "più prudenti"paracadutisti  hanno a disposizione almeno tre minuti dall’apertura del paracadute per individuare il luogo più appropriato per poter atterrare in sicurezza, i BASE jumper hanno pochi secondi e solitamente le aree dove atterrare sono piuttosto limitate. Posso solo immaginare l'indecisione degli ultimi secondi nel decidersi se voler atterrare tra lo scivolo e le altalene di un parco giochi cittadino o nel bel mezzo di un incrocio all'ora di punta.

BASE Jumping in Italia

Se dovesse esserti venuta la voglia di provare a buttarti da un'altezza spropositata per provare l'ebbrezza non solo del volo, ma anche quella punta di indecisione finale sul dove voler atterrare, in Italia non mancano gli spot da cui lanciarsi.

Un tale di nome Umberto Giovannini può vantarsi di essere stato il primo italiano a saltare dalla parete del Monte Brento, vicino alla località Dro. A una decina di chilometri a nord da Riva del Garda, in provincia di Trento, questa è la seconda parete in Europa destinata alla pratica del BASE jumping. Il Monte Brento con il suo tanto temuto Becco dell'Aquila, infatti, offre circa 1200 metri di volo (ma è  considerato anche  uno dei lanci più facili e frequentati al mondo).

Questo articolo fa parte della rubrica
Con il segno zodiacale dei Gemelli, non potevo avere come unica passione quella della scrittura. Al piacere di spingere freneticamente tasti altro…