"Solo le persone superficiali non giudicano dalle apparenze", diceva provocatoriamente lo scrittore Oscar Wilde. E no, caro Oscar, su frutta e verdura ti sbagli. Perché molto spesso l'apparenza inganna: non è detto che un frutto imperfetto, che non rispecchia i canoni estetici a cui ci ha fatto abituare la grande distribuzione organizzata, sia da buttare. Anzi. Può essere altrettanto buono rispetto a quello che trovi sul supermercato.
Tra i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, i famosi SDGs fissati dall'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, c'è anche la lotta contro la fame e lo spreco alimentare. Perché abbiamo tirato in ballo le Nazioni Unite? Semplice, perché per le suddette ragioni estetiche si arriva a uno scarto fisso del 20% sulla produzione di frutta e verdura, percentuale che può salire in caso di grandine o altri eventi meteorologici avversi. Tutto cibo che si perde solo perché "brutto fuori".
Davanti a un problema del genere Camilla Archi e Luca Bolognesi, compagni nella vita ed entrambi milanesi classe 1988, hanno deciso di non rimanere con le mani in mano e hanno fondato una realtà, Bella Dentro, che ha come obiettivo principale (come si può intuire anche dal nome) quello di ridare valore alla frutta e alla verdura ingiustamente scartate. "Coltivavo questa idea da quando mi sono imbattuta in un reportage della rivista National Geographic sullo spreco nella filiera agroalimentare, a livello globale, in ogni sua fase: dalla produzione alla distribuzione fino al consumatore finale. Mi aveva colpito molto il fatto che la maggior parte dei prodotti veniva scartata già nella fase di raccolta", racconta Camilla.
Per dedicarsi a tempo pieno al progetto entrambi hanno rinunciato a quello che oggi è considerato il tanto agognato "posto fisso": Camilla lavorava a Milano nel settore pubblicità e iniziative speciali di una casa editrice americana che in Italia pubblica riviste di moda e design, mentre Luca ricopriva il ruolo di brand manager in una multinazionale americana di beni di largo consumo a Ginevra. Da una parte le esigenze personali (il desiderio di Luca di tornare in Italia), dall'altra la voglia di costruire qualcosa da zero diventando i capi di se stessi, come si suol dire, li ha spinti verso questa nuova avventura. Nel luglio 2017 si sono licenziati dai rispettivi posti di lavoro e nel gennaio 2018 Bella Dentro ha preso ufficialmente il via.
Ma in che cosa consiste esattamente l'attività di Bella Dentro? Per comprendere il significato di questa iniziativa occorre una piccola digressione ("noi stessi siamo andati sul campo per conoscere meglio come è organizzata la filiera agricola, così da costruirne una parallela per i nostri prodotti belli dentro"). Che fine farebbero i frutti e gli ortaggi non conformi agli standard se non venisse in loro soccorso Bella Dentro? Le opzioni sono due: diventare materia prima per l'industria della trasformazione oppure finire per terra a marcire. In quest'ultimo caso siamo di fronte a uno spreco, è evidente. Ma anche la prima possibilità presenta delle problematiche.
"In Italia, per esempio di 39 tipi di pere coltivate a livello intensivo solo un paio sono utilizzate dal settore della trasformazione per una serie di parametri come il colore della buccia, il grado brix che serve a calcolare il livello zuccherino della polpa eccetera", spiega Camilla. "Ci sono altri prodotti, come le susine, che hanno un ruolo marginale o non hanno proprio un'alternativa nell'industria della trasformazione. E poi c'è un altro problema: il mercato della trasformazione paga pochissimo. Per esempio un prodotto di eccellenza come le nettarine di Romagna Igp viene pagato tra i 4 e gli 8 centesimi al chilo per la trasformazione. Solo raccoglierlo costa tra i 20 e i 25 centesimi al produttore. Insomma, conviene lasciarlo marcire a terra".
Bella Dentro ha costruito una piccola rete che comprende aziende agricole di tutta Italia, anche di medie-grandi dimensioni che fanno da centro di raccolta per le altre più piccole sul territorio. "Tendenzialmente ci interfacciamo con aziende agricole che riforniscono la grande distribuzione; sono quelle sottoposte a standard più rigidi e che non riescono a smaltire i prodotti non conformi, visto che di solito non fanno vendita diretta ai clienti", aggiunge Camilla. "Per la frutta c’è una maggiore concentrazione in Emilia Romagna, perché è un po’ il frutteto d’Italia, considerando la varietà e gli ettari coltivati. Si va comunque dalle mele del Trentino alle arance della Sicilia". Il materiale viene poi spedito a Milano, Bella Dentro si occupa dei costi di trasporto e riconosce alle aziende un contributo. In questo modo si ridà valore non solo alla frutta e alla verdura imperfette ma anche al lavoro del produttore, "che per questa tipologia di prodotti non si vede riconosciuto alcunché, anzi molto spesso ci rimette (inoltre, cosa rivoluzionaria per l’agricoltura italiana, il prezzo lo fa lui)".
Ok, tutto bello, ma dove si possono acquistare i prodotti di Bella Dentro? Per il primo anno e mezzo di attività Camilla e Luca si sono spostati per Milano, quartiere dopo quartiere, in apecar vendendo la loro merce. "All'inizio le persone erano quasi incredule e scambiavano delle arance molto piccole e schiacciate per dei mandarini", prosegue Camilla. "Poi subentra la curiosità, e allora la cosa più semplice è assaggiare la frutta. Quando ti rendi conto che è buona quanto quella «normale» e costa anche meno rispetto al supermercato, è fatta".
Siccome il riscontro è stato positivo, adesso per i due imprenditori si apre una nuova fase, grazie anche al supporto della fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore, costola di Fondazione Cariplo nell’ambito dell’impact investing: "Ci stiamo preparando per aprire a settembre il primo negozio stabile a Milano dove venderemo sia i nostri prodotti freschi sia quelli trasformati".
Dal momento che l’obiettivo del progetto è quello di crescere anche per quanto riguarda i volumi – "ma per farlo bisogna superare il problema numero uno, ossia la deperibilità del prodotto fresco che ti espone al rischio di spreco" -, Camilla e Luca hanno deciso di coinvolgere una realtà "bella dentro", come a loro piace definirla: L'Officina Cooperativa Sociale di Codogno, nel Lodigiano, che si occupa della formazione di persone affette da autismo, con ritardi cognitivi o disturbi psichiatrici. Qui Bella Dentro avrà il suo reparto produttivo, diciamo così, un laboratorio di trasformazione alimentare per produrre confetture, succhi e frutta essiccata.
Per avvicinare la gente a un tema come lo spreco alimentare non bisogna necessariamente fare leva sul senso di colpa, perché tutti sappiamo che stiamo parlando di qualcosa di estremamente negativo. È questo il messaggio che vuole far passare di Bella Dentro. L'idea di mangiare un frutto o un ortaggio bitorzoluto può anche farti sorridere, ma in fondo che cosa cambia per le tue papille gustative? Non c'è motivo per tirarsi indietro e ben vengano le idee per limitare ogni forma di spreco. "Sappiamo che la città di Milano si mostra sempre più attenta al tema della sostenibilità, e la questione dello spreco alimentare non lascia indifferente davvero nessuno: dalla «sciura» che vive in centro alla famiglia in periferia, passando per lo studente fuorisede".
Foto di Bella Dentro