La creatività incontra il riciclo delle bottiglie di vetro: il pensiero circolare di Bottle Eden

L’anima del progetto è una coppia di ragazzi veneziani, Elena Castellan e Nicola Gattulli. Dopo aver recuperato le bottiglie vuote di bevande alcoliche da bar e locali, ma anche da semplici utenti e amici, nel loro piccolo laboratorio a Mestre le trasformano in vasi, bicchieri, lampade, candele e altri oggetti di design.
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Rubrica a cura di Federico Turrisi
9 Febbraio 2021

A volte dalle piccole idee possono nascere progetti, che poi possono trasformarsi in qualcosa di più di un hobby. Prendiamo per esempio una bottiglia di vetro usata. Possiamo decidere di buttarla nell'apposito contenitore della raccolta differenziata, garantendole comunque un corretto smaltimento. Oppure la si può vedere come materia prima da riutilizzare per dare forma a oggetti di uso comune o di arredamento come bicchieri, candele, lampade. Ecco, la storia di Bottle Eden parte proprio da qui, dall'intuizione di due giovani veneziani, Elena Castellan e Nicola Gattulli, rispettivamente di 32 e 33 anni, che hanno deciso di dare una seconda vita alle bottiglie di vetro vuote in maniera creativa.

Tutto è iniziato come un passatempo alla fine del 2017, e adesso Bottle Eden può contare su una community formata da oltre 14 mila followers su Instagram. "Sono molto attivi, ci scrivono e continuano a mandarci bottiglie, perché si sentono coinvolti nel progetto; e questo è davvero bello", sottolinea Nicola. Lui ed Elena non sono mastri vetrai. Nicola è un barman in un locale di Venezia ed è abituato a vedere grandi quantità di bottiglie di vetro vuote finire nell'immondizia; Elena invece era all'interno del settore alberghiero, ma l'anno scorso a causa della pandemia ha perso il lavoro.

"Mai ci saremmo immaginati di lavorare il vetro un giorno. Da profani ci è sempre sembrato un materiale piuttosto difficile, poco duttile", prosegue Nicola. Del resto, parlando di vetro a Venezia, non può che venire in mente l'illustre tradizione di Murano. "Si tratta però di un mondo diverso dal nostro: i vetrai di Murano lo fondono, mentre noi lo tagliamo e basta con una macchina professionale, servendoci poi di una levigatrice per smussare i bordi".

"Alle spalle non abbiamo nessuna formazione da artigiani, per noi è sempre stato un hobby", spiega Elena. "Bottle Eden comunque non è qualcosa nato dal nulla; ci siamo dovuti informare e ci abbiamo lavorato tanto, facendo mille tentativi e mille errori. Non ti metti in un giorno a tagliare una bottiglia di vetro per realizzare candele e altri oggetti".

Ma da dove prendono tutto il materiale con cui fabbricare i loro prodotti? Certo, la pandemia ha un po' scompaginato le cose, ma fondamentalmente i canali di approvvigionamento sono due: da un lato, ci sono gli utenti che contribuiscono mandando bottiglie vuote (possono essere di gin, vodka, birra, vino eccetera), dall'altra c'è un gruppo di locali, bar e distillerie che supportano l'attività di Elena e Nicola. "Noi organizziamo il trasporto e paghiamo il corriere per il ritiro delle bottiglie. Dopo di che, le lavoriamo nel nostro laboratorio a Mestre. Vedremo se in futuro aprirlo magari ai clienti, ma per il momento lo usiamo soltanto noi per lavorare", aggiunge Elena. Gli oggetti ricavati con le vecchie bottiglie di vetro vengono infine messi in vendita attraverso un piccolo shop online. La cosa che più sorprende è che la coppia gestisce tutto questo praticamente da sola, dalla comunicazione sui social all'engraving.

La stella polare del progetto rimane sempre una: il riciclo. "Cerchiamo di essere il più sostenibili possibile usando per le spedizioni imballaggi in materiali riciclati e biodegradabili. Perché sono questi i valori che portiamo avanti anche nella nostra vita: amiamo molto viaggiare, la natura, gli animali e cerchiamo di trasporre la nostra sensibilità per l'ambiente in quello che facciamo", afferma Nicola.

E questo è solamente l'inizio, dal momento che le idee a questi due ragazzi non mancano di certo. "La parte difficile viene ora, ma è anche quella che ci stimola di più", dicono Elena e Nicola. "Fra i vari progetti per il futuro, vorremmo che la nostra pagina diventasse anche un punto di riferimento per le numerose distillerie artigianali sparse su tutto il territorio italiano, facendole conoscere attraverso i nostri canali social e creando una sorta di rete con loro. Ci stiamo inoltre aprendo anche al riutilizzo delle lattine: quelle realizzate da alcuni birrifici artigianali sono molto curate esteticamente". Insomma, se l'obiettivo è dare il proprio contributo (anche se piccolo) alla riduzione dello spreco e allo sviluppo di una forma di economia circolare, Bottle Eden è la dimostrazione che si può farlo anche in maniera originale.

Foto di Bottle Eden

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Laureato in lettere e giornalista professionista, sono nato e cresciuto a Milano. Fin da bambino ad accompagnarmi c’è (quasi) sempre stato un altro…