Quando sentiamo la parola "geotermia", non possiamo che andare con la mente ai tempi della scuola, quando studiavamo questo argomento sui libri di scienze. Come è risaputo, la regione italiana maggiormente legata allo sfruttamento dell'energia geotermica è la Toscana. In particolare, la località di Larderello (in provincia di Pisa) è famosa per i soffioni boraciferi, ovvero quelle emissioni di vapore acqueo ad alta pressione e temperatura, che fuoriescono dalle spaccature della crosta terrestre. Per via del paesaggio plasmato da tali fenomeni di vulcanismo secondario, questa area della Toscana viene chiamata la Valle del Diavolo, e qui dal "respiro della terra" si ottiene energia pulita. Proprio nel cuore della Valle del Diavolo, e precisamente a Sasso Pisano, si trova il birrificio artigianale Vapori di Birra.
Geyser, Sulfurea, Magma. Già solo i nomi delle birre prodotte rimandano alla peculiarità di questa piccola realtà, nata nel 2014: quella di sfruttare il vapore geotermico per azzerare le emissioni di gas a effetto serra nel processo di produzione della birra. Caso unico in Italia, se non nel mondo. "Generalmente un birrificio impiega metano, che viene bruciato per generare calore e scaldare l’acqua, trasformandola in vapore; quest'ultimo passa poi nelle serpentine per far bollire il mosto e via discorrendo. Noi invece per la produzione utilizziamo come fonte energetica primaria il vapore geotermico in sostituzione dei combustibili fossili", spiega Chiara Volpi, socio e mastro birraio di Vapori di Birra. "Ci arriva a circa 220 gradi di temperatura e 4 atmosfere. Una volta utilizzato, il vapore viene rimandato in centrale, condensato e reiniettato nel sottosuolo. In questo modo non viene emessa CO2, e il pozzo geotermico si rigenera".
In poche parole, nell'impianto di Sasso Pisano si produce birra a impatto zero. "Ho fatto un piccolo calcolo. Un birrificio come il nostro, se fosse alimentato a gas, ogni volta che si fa una produzione brucerebbe 13 metri cubi di metano ed emetterebbe all’incirca 3,9 chilogrammi equivalenti di CO2 per ettolitro. Grazie al vapore geotermico si evita di rilasciare tutto questo in atmosfera". E un sistema del genere è vantaggioso non solo dal punto di vista ambientale, ma anche da quello economico: "Grazie a delle agevolazioni, con la geotermia si risparmia circa il 30% rispetto all’utilizzo del metano", aggiunge Chiara. Non è un caso che Vapori di Birra faccia parte della Comunità del Cibo a Energie Rinnovabili della Toscana, una rete che riunisce i piccoli produttori che operano nel settore agroalimentare e si ispirano ai princìpi dello sviluppo sostenibile. "C’è chi usa il fotovoltaico, chi l’eolico e chi la geotermia come noi; si va dalla produzione di olio e vino fino a quella di salumi e formaggi".
Il legame con il territorio si esprime da parte di Vapori di Birra anche nella scelta di specifici ingredienti a chilometro zero da aggiungere nelle ricette del birrificio. "Il malto classico che usiamo per ora è di importazione, tedesco o belga. Ma quando possiamo prepariamo delle birre speciali, utilizzando prodotti un po’ più particolari e comunque legati alla Toscana", prosegue Chiara. "Tra le aziende con cui collaboriamo c'è, per esempio la Fattoria Le Prata che produce malto biologico. In una certa percentuale lo usiamo per produrre una linea di birre. In una delle nostre ricette inseriamo il miele di castagno prodotto nella zona; in un'altra l'eucalipto biologico coltivato in Versilia". O ancora da un progetto che ha coinvolto l'Università di Pisa, il Circolo ARCI La Staffetta di Calci (Pisa) e l’Azienda Agricola Carmazzi di Viareggio (Lucca) è nata una birra aromatizzata alla canapa. La birra innanzitutto deve piacere, è chiaro. Ma se in più è prodotta con un occhio di riguardo per la tutela dell'ambiente e le eccellenze del territorio, allora c'è più gusto a concedersi una pinta.
Foto di Vapori di Birra