Come funziona una bicicletta a pedalata assistita (o e-bike) e qual è la differenza con una bici elettrica?

È facile fare confusione, ma la prima cosa da chiarire è che e-bike e bici a pedalata assistita sono in realtà due sinonimi: si riferiscono a un mezzo del tutto simile alla classica bicicletta muscolare, dotato però di un motore elettrico che è in grado di assisterti mentre pedali, riducendo la fatica e permettendoti di andare più veloce. Vediamo come funziona e quanto può costare, ma soprattutto la differenza con una bici elettrica, che per il Codice della Strada è più simile a un motorino.
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Gaia Cortese 1 Giugno 2020

Bici a pedalata assistita, e-bike o bicicletta elettrica? Ti sarai imbattuto in questi termini soprattutto dopo l'approvazione del bonus mobilità contenuto nel Decreto Rilancio, che ti ha convinto a investire in un mezzo di trasporto sostenibile. Nel tentativo di capire quale sia il migliore, però, potrebbe esserti venuto più di un dubbio: ad esempio, c'è qualche differenza tra una bici elettrica e una con la pedalata che viene definita "assistita"? E cosa cambia rispetto alla bicicletta tradizionale, o muscolare, che sei abituato a utilizzare fin da quando eri piccolo?

Si tratta di domande lecite sulle quali anche il Codice della Strada ha dovuto fare chiarezza, dato che di e-bike se ne vedono ormai sempre di più, sia personali che in condivisione grazie ai servizi di bike-sharing. Il motivo per cui questi mezzi stanno diventando più popolari è facilmente intuibile: pedalando con l'aiuto di un motore elettrico si può fare meno fatica, andare più veloci, percorrere distanze medio-lunghe in tempi ragionevoli e, soprattutto, farlo in modo assolutamente pulito, senza inquinare. Tuttavia, l'idea di bicicletta elettrica è stata declinata in vari modi, portando così alla nascita di vari modelli con caratteristiche diversi tra loro: vediamo quindi di fare un po’ di chiarezza e di capire su quale orientarci se siamo prossimi ad un acquisto.

e-bike

Cos’è una bici a pedalata assistita (e-bike)

Chiariamo subito il primo dubbio: bici a pedalata assistita ed e-bike, ma anche Electric Pedal Assisted Cycle (EPAC), sono sinonimi usati per indicare una bicicletta dotata di un motore elettrico fissato sul telaio (più raramente all’interno del mozzo posteriore o anteriore) e di una batteria, solitamente al litio, che lo alimenta. Per fare chiarezza, possiamo dire che un'e-bike è esattamente uguale ad una bicicletta muscolare finché non si attiva il motorino di cui dispone, ma il peso sarà maggiore dato che nei modelli più moderni batteria e motore pesano almeno circa 3 kg.

Il "trucco" di questa bicicletta, quindi, sta chiaramente nella pedalata assistita: ma cos'è e come funziona? Come suggerisce l'espressione stessa, si tratta di una sorta di assistenza che viene fornita dal motore elettrico grazie ad un apposito sensore e che ti permette sia di ridurre lo sforzo, dato che la pedalata è sostenuta e quindi "meno dura", che di andare più veloce. È come se non dovessi fare alcuna fatica per mantenere lo stesso ritmo di pedalata, almeno fino ai 25 km/h, perché se raggiungi una velocità superiore il motore va in stand-by e non avrai più il sostegno elettrico. I livelli di assistenza sono diversi: di solito ce ne sono da 3 a 5 a seconda del modello e del produttore; puoi comunque scegliere di aumentare o diminuire la potenza, cioè il grado di "aiuto richiesto", attraverso un piccolo computer di bordo posizionato sul manubrio.

Le batterie montate sulle biciclette a pedalata assistita partono solitamente da circa 300 Wh (wattora) e arrivano fino a 720 Wh, ma a prescindere dall'energia immagazzinata l'autonomia del mezzo dipende anche da altri fattori, come il peso di chi pedala, il tipo di percorso (piano o in salita), dalla velocità mantenuta e dal livello di assistenza della pedalata che hai impostato. In ogni caso, come sempre, dipende dai modelli: le e-bike più semplici ti permettono di percorrere meno di 50 km con la pedalata assistita prima di ricaricarle, mentre per le bici più performanti si superano abbondantemente anche i 100 km.

La ricarica di una bici a pedalata assistita può essere fatta tramite una classica presa domestica da 220 Volt, a costi decisamente bassi. Più alti, invece, sono i prezzi delle biciclette con il motore elettrico: si parte da un minimo di 500-600 euro, ma se cerchi un modello un po' più avanzato, di qualità e che possa durarti a lungo si arriva facilmente anche a 1000-1500 euro, considerato che in alcuni casi si possono raggiungere anche i 3000 euro. Infine, proprio perché motore a parte stiamo parlando di biciclette normali, anche di e-bike esistono le diverse tipologie a cui sei già abituato, quindi da città, mountain-bike, da corsa, pieghevoli, cargo o da trekking.

Differenza tra e-bike e bici elettrica

La bicicletta elettrica, nota anche come Speed Pedelec, si differenzia invece dall'e-bike perché in questo caso non esiste una relazione tra pedalata e motore: in altre parole, non avrai bisogno di pedalare perché la bici si muoverà unicamente grazie al motore, raggiungendo persino i 45 km/h. Proprio per questo, parliamo di un mezzo che è molto più simile ai ciclomotori, ad esempio un motorino, tanto che per guidarlo dovrai possedere la patente e indossare il casco, mentre la bici dovrà essere regolarmente immatricolata, essere coperta da assicurazione e avere una targa.

Come stiamo per vedere, queste differenze sono riconosciute dal Codice della Strada, che ha fissato le regole da seguire per chi possiede una bici elettrica.

bici-elettrica

La normativa

Anche il Codice della Strada distingue chiaramente le bici tradizionali da quelle a pedalata assistita. Nell’Articolo 50 si legge: “I velocipedi sono i veicoli con due ruote o più ruote funzionanti a propulsione esclusivamente muscolare, per mezzo di pedali o di analoghi dispositivi, azionati dalle persone che si trovano sul veicolo; sono altresì considerati velocipedi le biciclette a pedalata assistita, dotate di un motore ausiliario elettrico avente potenza nominale continua massima di 0,25 KW la cui alimentazione è progressivamente ridotta ed infine interrotta quando il veicolo raggiunge i 25 km/h o prima se il ciclista smette di pedalare”.

Anche la direttiva del Parlamento europeo 2002/24 definisce le e-bike o a pedalata assistita o Electric Pedal Assisted Cycle (EPAC) come "mezzi dotati di un motore ausiliario elettrico avente potenza nominale continua massima di 0,25 kW la cui alimentazione è progressivamente ridotta e infine interrotta quando il veicolo raggiunge i 25 km/h o prima se il ciclista smette di pedalare”. Così, per questi veicoli, considerati a tutti gli effetti biciclette, non c’è obbligo immatricolazione, assicurazione, targa e patentino, oltre a poter essere utilizzati senza problemi sulle piste ciclabili.

Discorso diverso per le biciclette elettriche, che non rispettano la direttiva 2002/24 e rientrano invece in un regolamento di omologazione che le distingue in due categorie: le L1eA e le L1eB. 

Le L1eA sono cicli a due o tre ruote progettati con la trazione a pedale ed equipaggiati con motore elettrico ausiliario di potenza nominale inferiore a 1000 W e in grado di esprimere velocità non superiori a 25 km/h. Una categoria di veicoli che rimane in una sorta di limbo per ciò che riguarda gli obblighi di targa, assicurazione e comportamento in strada.

Le L1eB sono i cicli a due o tre ruote dotati di motore elettrico con potenza nominale continua massima sino a 4000 W e velocità di costruzione non superiore ai 45 km/h. in questo caso le norme applicate dovrebbero essere quelle previste per chi usa il ciclomotore, vale a dire obbligo di casco, targa, assicurazione e limite di età da rispettare.

(Modificato da Alessandro Bai il 29-3-21)