Brancaforte (Esci la X) a Ohga: “Il voto oggi è un privilegio, le minoranze lo considerano un’opportunità”

L’obiettivo è coinvolgere la fascia d’età che va dai 18 anni fino ai 30, specialmente quei giovani che votano per la prima volta alle elezioni politiche. Ma l’astensionismo degli indecisi e dei delusi rimane alto, a questa percentuale si aggiunge quella di tutti i fuorisede che non possono votare. Ne abbiamo parlato con Stephanie Brancaforte, ex direttrice Change.org e autrice della campagna “Esci la X”, volta a portare il numero più alto possibile di giovani al voto.
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Rubrica a cura di Francesco Castagna
19 Settembre 2022

Ultima settimana di campagna elettorale, ultimi giorni per convincere gli indecisi e i delusi dalla politica. È una campagna che a fasi alterne conducono tutte le forze politiche, che però ancora non hanno risolto lo scoglio del voto per i fuorisede. I giovani per la prima volta possono votare a 18 anni sia per il Senato che per la Camera, prima non era così e questa modifica potrebbe alterare gli equilibri all'interno del Parlamento.

Il voto dei ragazzi in questo momento è molto orientato verso i partiti che sostengono le politiche per contrastare il cambiamento climatico, merito anche delle campagne di sensibilizzazione di alcuni gruppi come i Fridays for Future, ma quali sono le loro esigenze? Ne abbiamo parlato con Stephanie Brancaforte, ex direttrice Change.org e autrice della campagna "Esci la X", volta a portare il numero più alto possibile di giovani al voto.

Questa è "Che Ambiente votiamo?", la maratona green di Ohga per le elezioni del prossimo 25 settembre. In vista di una campagna elettorale molto breve ma intensa, il nostro obiettivo sarà quello di accompagnarti fino a quando metterai la tua X sul simbolo di un partito o di una coalizione.

Come è nata l'iniziativa Esci la X?

È nata perché ci sono tanti elettori giovani e noi percepiamo un grande rischio di astensionismo per disinteresse. Questa fascia d'età ha un potere enorme, però spesso si lascia influenzare da frasi come "Non vale la pena andare a votare" oppure "Tanto ognuno vale l'altro". Viene visto come una cosa negativa l'interfacciarsi con la politica, in questo modo i giovani non possono far valere questo diritto e far sentire il loro peso elettorale. Volevamo cambiare un po' questa attitudine sbagliata, certo, questa campagna elettorale non è delle migliori, ma se si sceglie il nulla poi solo del nulla ci si può lamentare dopo".

Come avete organizzato il coinvolgimento con i ragazzi e le ragazze?

Stiamo lavorando in collaborazione con associazioni, questa campagna è stata organizzata in collaborazione con i collettivi, lavorando in rete con gruppi studenteschi. Abbiamo avuto degli input e dei feedback sul contenuto della campagna dai giovani e ci hanno fornito anche del materiale di cui stiamo discutendo. Ci hanno pregato anche di non fare una comunicazione da boomers, come stanno facendo i partiti in questo momento.

Di base sono orientati verso i partiti che ritengono attenti alle questioni ambientali, che diano piano concreti sul lavoro giovanile e sullo sfruttamento dei lavoratori. La nostra associazione, Rinascimento Green, è una realtà che lavora anche con enti che combattono il razzismo e l'odio verso gli immigrati, anche in queste realtà ci sono giovani che non possono votare, o che hanno appena acquisito il diritto di voto, per queste persone è molto importante continuare a spingere per i diritti di tutti: diritti civili, cittadinanza, rappresentanza. Tutele che, a mio parere, vengono sempre più erose e che invece dovrebbero essere rafforzate.

Come ex direttrice di Change.org, famoso portale di petizioni online, quali erano le iniziative che andavano di più tra i giovani?

L'ambiente era veramente al primo posto, tutto ciò che riguardava le questioni ambientali, la salute e dignità del lavoro. Abbiamo cercato di coinvolgere tanto i giovani, siamo in un momento di crisi dove le scelte che verranno fatte avranno un impatto enorme sul nostro futuro: gestione dei fondi PNRR, gestione delle politiche per contrastare il cambiamento climatico. La transizione riguarda tutti noi, ma in modo particolare i giovani perché è loro il mondo che verrà.

Quali sono le aspettative dei giovani che si apprestano a votare?

Onestamente sono rimasta molto stupita quando ho parlato con i ragazzi e le ragazze di tutte le realtà con cui siamo entrati in contatto. Mi sono sembrati tutti abbastanza convinti di ciò che dicevano e sul pezzo, non posso dire che fosse un campione rappresentativo, ma alla fine la domanda è quella che ci poniamo un po' tutti: chi votare? I temi sono chiari, ma ai ragazzi interessa un'agenda che guardi all'ambiente, poi ognuno si comincia a chiedere le modalità di voto e della legge elettorale.

In questo momento com'è il mondo dell'attivismo sociale e green?

Le realtà sono tutte molto stanche, devo dire la verità. Dobbiamo ricominciare a dare vigore al movimentismo, queste elezioni sono cascate durante il periodo di vacanza delle persone e non è stato proprio il massimo. Ora vedo che in parte gli italiani si stanno interessando, ma vedremo cosa ci aspetterà nei prossimi giorni. Noi stiamo anche sperimentando di introdurre quello che si fa negli Stati Uniti con il "Gent Out To Vote": lanciamo catene sui social e sulle app di messaggistica. Senza questo coinvolgimento è difficile avere una democrazia forte.

Cosa si sente di dire ai ragazzi a pochi giorni dalle elezioni?

Mi sento di dirgli che non esprimersi è una scelta molto forte, soprattutto perché io mi relaziono spesso con diversi gruppi di minoranze e so che loro vedono con rischio queste elezioni, e considerano il voto come un'opportunità. Il voto è in questo momento un privilegio, perché ci sono persone che in questo Paese ancora non possono votare. Come ho detto, ho lavorato con associazioni come Amnesty International in Siria, ci sono anche Paesi sotto dittatura dove la gente letteralmente continua a morire per il diritto di esprimersi e partecipare alla propria democrazia. È un caso estremo, ma è anche il mondo di oggi.

Cosa ci serve per procedere verso una transizione ecologica, ma allo stesso tempo eticamente e socialmente giusta?

Una delle cose che Rinascimento green fa è coinvolgere le persone in assemblee civiche, dove si presentano le soluzioni e le opzioni che servono per la gente. In questo modo le persone vengono a conoscenza di cosa si sta parlando. Mettere le informazioni in chiaro e dare la possibilità alle persone di esprimersi su come affrontare le questioni di giustizia è già un primo passo. È molto importante questo confronto, che non avviene spesso anche nelle democrazie più mature. Per attuare una transizione giusta dobbiamo smettere di metterci davanti alle esigenze degli altri, cominciare a condividere e sì, anche a rinunciare al proprio benessere per far sì che tutti possano essere protagonisti di questo periodo. Proprio per questo motivo abbiamo organizzato delle assemblee, che prendono il nome di "AssembraMenti", dove abbiamo organizzato un dialogo con le istituzioni e gli esperti.

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Il mio interesse per il giornalismo nasce dalla voglia di approfondire tutto ciò che oggi giorno accade sempre più velocemente. Unisco altro…