Chi è Mikaela Shiffrin e perché sta diventando l’eroina della lotta al climate change

La sciatrice americana si batte da tempo per rendere gli sport invernali più sostenibili, in un mondo che teme la scomparsa di questa stagione.
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Sara Polotti 26 Febbraio 2023

La crisi climatica non è solo un fatto scientifico. Riguarda anche la quotidianità e la vita di tutti i giorni, perché il cambiamento delle temperature avrà probabilmente un impatto davvero importante sulle abitudini. Pensiamo agli sport invernali e ai cambiamenti a cui stanno andando incontro.

Lo sa bene Mikaela Shiffrin, sciatrice tra le più acclamate di tutti i tempi che nell'ultimo periodo sta prendendo posizione contro l'insostenibilità dei giochi invernali. Il suo intento non è solo quello di rendere gli sport sulla neve più ecologici e meno impattanti, ma sensibilizzare allo stesso tempo il pubblico.

Chi è Mikaela Shiffrin

Americana, classe 1995, Mikaela Shiffrin è una sciatrice alpina nata in Colorado, il cui talento è dimostrato da una carriera eccezionale, iniziata a livello internazionale nel 2011, all'età di soli 16 anni, quando ha partecipato alla Coppa del Mondo di sci alpino femminile. Ha vinto la sua prima gara di Coppa del Mondo nel 2013 e da allora ha continuato a raccogliere successi a livello nazionale e internazionale. Vanta inoltre due titoli olimpici (per lo slalom speciale a Soči 2014 e per lo slalom gigante a Pyeongchang 2018).

Mikaela Shiffrin è ampiamente considerata una delle migliori sciatrici alpine di tutti i tempi. Ha superato diversi infortuni e avversità durante la sua carriera (come la morte del padre, che l'ha tenuta parecchio lontana dalle piste), dimostrando sempre una grande forza di volontà e un'etica del lavoro impeccabile. È anche nota per la sua umiltà e la sua attenzione ai fan, che apprezzano la sua personalità autentica e il suo spirito sportivo.

La lettera alla FIS

L'atleta è tornata sui giornali a inizio 2023 quando, insieme a numerosi altri sportivi e sportive (tra cui il downhiller australiano e ambasciatore di Protect Our Winter, Julian Shütter), ha indirizzato una lettera alla Federazione Internazionale Sci (la FIS) e al suo presidente Johan Eliasch, chiedendo sforzi maggiori in termini di sostenibilità, dal momento che – senza giri di parole – "our sport is threatened existentially and urgently", ovvero "il nostro sport è minacciato esistenzialmente e urgentemente".

Nel testo l'atleta e i colleghi fanno notare il numero di gare cancellate a causa della carenza di neve, lo stato dei ghiacciai sempre meno innevati (che per loro si traducono in minori possibilità di allenamento) e le temperature così eccessive da non permettere nemmeno la produzione di neve artificiale. Così scrivono, tra le altre cose:

"In quanto comunità sportiva invernale dobbiamo prendere l'iniziativa e guidare la lotta al cambiamento climatico, rendendo il nostro sport il più neutrale possibile. Per farlo, abbiamo bisogno di progressive azioni organizzative. Questa è la nostra gara più importante e dobbiamo vincerla insieme".

La risposta

La risposta della FIS non si è fatta attendere.

"(La FIS) non è d'accordo con l'affermazione che i suoi sforzi siano insufficienti, (…) e vuole prendere questa lettera come opportunità per mostrare le sue azioni presenti e future per favorire la sostenibilità".

Di fatto, il presidente della Federazione Johan Eliasch sostiene che da quando è stato eletto la sostenibilità è al centro dei suoi impegni, "al cuore della federazione", descrivendola come una priorità (al contrario di quanto sostenuto dagli atleti).

In ogni caso, gli atleti e le atlete nella loro lettera suggeriscono già alcune misure per limitare l'impatto ambientale dei giochi invernali: secondo loro la FIS dovrebbe impegnarsi a raggiungere l'impatto zero entro il 2035, dimezzando le emissioni entro il 2030 e istituendo un dipartimento dedicato alla sostenibilità per garantire la trasparenza delle azioni.

Inoltre, suggeriscono di spostare l'apertura delle stagioni di gara alla fine di novembre, e non più ad ottobre come accade ora.