La cirrosi epatica è una delle patologie più diffuse ed è tra le prime dieci cause di morte nei paesi occidentali. In Italia si stima che ne muoiano circa 50 persone al giorno. Colpisce soprattutto gli adulti tra i 25 e i 55 anni.
La cirrosi epatica è una malattia degenerativa del fegato, causata da un'infiammazione cronica che gradualmente sostituisce il tessuto del fegato (epatico) con tessuto cicatriziale, compromettendo le preziose funzioni di questo organo. Il processo che causa la cirrosi non è immediato ma si sviluppa gradualmente. È causato soprattutto dall’abuso di alcol, epatite virale cronica, malattie ereditarie o disturbi metabolici. Tra le cause principali vi è anche la steatosi epatica non alcolica, chiamata anche "fegato grasso" che colpisce un quarto degli italiani e si sta diffondendo anche tra i bambini.
Nelle prime fasi, come abbiamo detto, la cirrosi non provoca particolari sintomi, ma con il passare del tempo, aumenta la gravità del danno al fegato e iniziano a insorgere disturbi più gravi, come:
Nelle fasi più gravi della malattia, quando le funzionalità del fegato è molto compromessa, possono manifestarsi anche questi disturbi:
Le cause della cirrosi epatica sono varie e numerose, tra questi vi sono:
In Italia, a causare la maggior parte delle cirrosi epatiche sono malattie del fegato come le epatiti (C, B e D) mentre nel nord Europa la causa principale è l’abuso cronico di alcol. Complessivamente, il 58 % dei casi di cirrosi è attribuibile alla presenza di epatite C, il 17 % a epatite B, il 16% ad abuso cronico di alcol ed il 7% al fegato grasso (steatoepatite).
La frequenza di cirrosi da epatite C si è ridotta negli ultimi 20 anni grazie all'uso di siringhe monouso, all'informazione sui comportamenti a rischio e grazie a nuove cure antivirali si ridurrà ancora di più. Ed è destinata a ridursi ulteriormente grazie alle nuove cure (terapie) antivirali. Anche la cirrosi causata da abuso di alcol si è ridotta molto, mentre a crescere negli ultimi tempi è stata la cirrosi da steatoepatite, una condizione infiammatoria del fegato presente in circa il 20% dei casi di steatosi epatica non alcolica (fegato grasso). Si stima che circa ¼ degli italiani abbia una steatosi epatica non alcolica.
La steatosi epatica non alcolica è caratterizzata dall'accumulo di grasso nel fegato. Questo comporta processi infiammatori, di cicatrizzazione e morte dei tessuti (necrosi), che alterano in modo definitivo la funzionalità dell'organo. È una malattia epatica cronica che può evolvere fino allo stadio di cirrosi epatica e portare ad insufficienza epatica. Colpisce il 25% della popolazione, una percentuale che sale al 70-80% in pazienti con il diabete di tipo II o obesi. È un problema anche pediatrico, perché questa condizione è legata ad uno stile di vita non salutare sin dai primi anni di vita.
Tra i fattori di rischio per questo tipo di disturbo troviamo:
La cirrosi può anche essere causata da alcune malattie ereditarie come l'emocromatosi, la malattia di Wilson, le malattie da accumulo di glicogeno, la fibrosi cistica.
Potrebbero passare diversi anni prima di avere qualche sintomo di cirrosi epatica, ma negli stadi avanzati della malattia possono insorgere serie complicanze legate agli effetti delle alterazioni del fegato sugli altri organi:
Per effettuare una diagnosi di cirrosi epatica occorre sottoporsi a una serie di esami del sangue per valutare la funzionalità del fegato: transaminasi, fattori di coagulazione, dosaggio della bilirubina, dell'albumina e delle piastrine.
Si può inoltre richiedere una’ecografia, una tomografia assiale computerizzata (TAC), o il prelievo di un piccolo pezzetto di fegato (biopsia) per capire l’andamento delle malattia.
Per la cura della cirrosi, una delle prime cose da fare se si sospetta di soffrire di cirrosi epatica causata da alcol è smettere immediatamente di bere alcol. Se invece la cirrosi è causata da epatiti, si dovranno assumere farmaci specifici. Nello stadio più avanzato, la sola possibilità di cura potrebbe essere rappresentata dal trapianto di fegato.
La cura migliore, in ogni caso, è la prevenzione. Per questo è importare seguire stili di vita corretti, come ad esempio:
Di cirrosi epatica non si può guarire. Ad oggi la cirrosi non può essere curata. Se ne può rallentare lo sviluppo assumendo determinati farmaci o, nei casi più gravi, si può tentare la strada del trapianto di fegato. Se il trapianto ha successo, il fegato trapiantato generalmente funziona bene e i sintomi della cirrosi e dell’insufficienza epatica scompaiono. Il trapianto del fegato può salvare la vita a chi ha una cirrosi epatica o un tumore al fegato. Di solito, si effettua un trapianto di fegato sulla base delle probabilità di morte del soggetto qualora non vi si sottoponesse.
Non si può prevedere con precisione quanto può sopravvivere una persona con cirrosi epatica, perché la patologia evolve lentamente e diversamente da persona e persona.
La cirrosi di solito evolve in due fasi:
Se la cirrosi epatica è diagnosticata nella fase compensata e trattata adeguatamente, ci sono maggiori possibilità di sopravvivenza: la sopravvivenza a 5 anni si aggira attorno al 90%, passa all’80% per altri dieci per poi ridursi sempre più con il passare degli anni. Nella fase di cirrosi epatica scompensata, i tassi di sopravvivenza sono più bassi: le stime a 5 anni sono del 50% e passano al 30% per i 10 anni.
La dieta per la cirrosi epatica può aiutare nella gestione di questa patologia. Se si sospetta o si riceve una diagnosi di cirrosi epatica (compensata o scompensata) la prima cosa da fare è smettere di assumere alcol, anche in piccole quantità, perché l'alcol velocizza la progressione della malattia.
Nella fase compensata, a parte questo suggerimento, non ci sono restrizioni particolari. Vanno assunte le vitamine, perché insufficienza epatica può compromettere i livelli di vitamine nel fegato. E particolarmente indicata la vitamina K.
Quando invece siamo di fronte a una cirrosi epatica scompensata, il regime alimentare può essere ulteriormente aggiustato, sempre secondo la causa della cirrosi.
Nel caso di ascite, ad esempio, occorre ridurre l’apporto di sodio e quindi limitare o eliminare gli alimenti che lo contengono (formaggi, insaccati, cracker, grissini, olive, etc.)
Nel caso di cirrosi con presenza di encefalopatia epatica è consigliabile ridurre le proteine per limitare l’innalzamento dei livelli di ammoniemia, il livello di ammonio nel sangue che nei soggetti sani è piuttosto basso, ma che alcune condizioni, come la cirrosi epatica, possono aumentare. Quindi vanno limitati alimenti come carne, uova o pesce. come per esempio le carni, le uova e il pesce. Nel caso di cirrosi epatica con presenza di ittero è meglio limitare l’apporto di grassi. In via generale è bene evitare cibi fritti, a base di grassi animali (burro) e preferire grassi di origine vegetale come olio extra vergine di oliva.