Cosa sono il quiet quitting e i lazy girl jobs, le soluzioni della Gen Z per scongiurare il burn out

Dopo il fenomeno delle grandi dimissioni, i lavoratori, soprattutto i più giovani, continuano a pensare alla loro salute mentale come alla priorità. L’obiettivo della scalata per il potere ha lasciato il posto al benessere psicofisico e conseguenze sono il quiet quitting e i lazy girl jobs. Anche se l’entusiasmo in ogni aspetto della vita non dovrebbe mai venire a mancare.
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Evelyn Novello 6 Novembre 2023

La pandemia ha cambiato moltissime abitudini nel mondo del lavoro. Ci ha insegnato nuove modalità di comunicazione e ci ha reso più consapevoli delle nostre priorità. Abbiamo capito che il sacrificio continuo e obbligato fatto di ore di straordinari e di professioni che non ci regalavano alcuna soddisfazione non valeva la compromissione della nostra salute mentale. Insomma, abbiamo messo da parte la sicurezza economica che veniva inculcata come un valore di vita per fare posto al nostro benessere. Il fenomeno si è concretizzato nei numeri delle grandi dimissioni, che, solo nel 2021 in Italia,  hanno sfiorato i 2 milioni e in tendenze come il quiet quitting e i lazy girl jobs, modalità che permettono di mantenere l'introito mensile senza rischiare il burn out. Di cosa stiamo parlando? Te lo spieghiamo meglio.

Cos'è il quiet quitting

Non è una novità, le 8 ore di lavoro su 5 giorni settimanali non lasciano molto spazio alla vota privata, tant'è che tante donne (su cui grava in particolare modo il compito di cura della famiglia) negli ultimi anni hanno optato per il part-time a costo di una riduzione di stipendio. L'insofferenza sta diventando sempre più evidente soprattutto nella Gen Z, ti avevamo infatti parlato del caso della tiktoker Brielle Asero, emblema di una generazione che non vuole più identificarsi esclusivamente nella vita lavorativa, ma alcuni hanno deciso per il quiet quitting. Si tratta di un progressivo e silenzioso abbandono del lavoro che può realizzarsi secondo diverse trade: rifiutare progetti non in linea con i propri interessi, limitarsi a fare lo stretto indispensabile senza proporre nuove idee e limitato coinvolgimento emotivo nelle attività. Nessuna nuova responsabilità e zero straordinari. Si preferisce dedicare il tempo extra orario per sé stessi.

quiet quitting

Come potrai capire, non si tratta di essere "scansafatiche", si tratta di aver compreso che il lavoro non è tutto e chi lo mette in pratica, oltre che farlo per sé stessi e per il proprio benessere, lo fa per dare un chiaro segnale ai datori di lavoro. I manager dovrebbero costruire un rapporto con gli impiegati che non li induca a non vedere l’ora di uscire dall’ufficio, un fallimento evidente vista l'impossibilità della maggior parte dei lavoratori di conciliare gli obiettivi aziendali con il benessere individuale.

Lazy girl jobs: cosa sono

Un'estremizzazione del quiet quitting è la scelta dei lazy girl jobs, letteralmente, "i lavori per ragazze pigre". Il trend è diventato virale e si compone di video TikTok in cui ragazze, per lo più americane, spiegano perchè hanno scelto un altro lavoro rispetto a quello che stavano facendo e che le stava mandando in burn out. L'espressione è stata coniata dalla tiktoker Gabrielle Judge che ha spiegato in alcuni contenuti di cosa si tratta: un lavoro dalle 9 alle 17 con uno stipendio che permetta di vivere dignitosamente e che garantisca flessibilità oraria, possibilità di lavoro da casa e di fare pausa quando si vuole, così da avere del tempo libero per sé e per la famiglia.

@gabrielle_judge

I recently debated the future of our jobs with a baby boomer CEO. Its very important that more conversations like this happen in the office. #4dayworkweek #corporateburnout #genzincorporate #careeradvice #toxicmanager

♬ original sound – Anti Work Girlboss

Judge, in un'intervista al Wall Street Journal ha spiegato che queste professioni consisterebbero in "percorsi di carriera in cui il tuo equilibrio tra lavoro e vita privata è così buono da farti quasi sentire pigra". Potrebbero essere ruoli amministrativi, di lavoro a distanza e flessibili che hanno uno stipendio relativamente dignitoso come responsabile del servizio clienti, assistente amministrativo e assistente marketing. Verrebbe da chiedersi se questi "lavori per ragazze pigre" in realtà non dovrebbe essere un po' qualunque lavoro, un'attività che ti impegni un certo numero di ore, che non ti carichi eccessivamente di stress e che ti garantisca un decoroso work-life balance. Non dimentichiamoci, però, che l'entusiasmo e la voglia di imparare fanno molto e sono proprio quelle condizioni che dovrebbero caratterizzare (soprattutto) i giovani in ogni ambito della vita. Sono ciò che rende più sopportabile ogni difficoltà lavorativa, che ci permette di alzarci al mattino e di andare a dormire la sera con un obiettivo da perseguire e che fa del lavoro non solo il mezzo per guadagnare ma anche una passione. Forse un equilibrio tra burn out e indifferenza potrebbe e dovrebbe esistere.