Come possiamo ragionare su un’idea di mobilità sostenibile dopo il lockdown

Sono molte le questioni sul tavolo: è conciliabile l’utilizzo dei mezzi pubblici con degli eventuali divieti di assembramento? Potremo ancora usufruire del servizio di car sharing con la stessa tranquillità del passato? Assisteremo a un aumento dell’uso dell’auto privata e torneremo a inquinare come prima?
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Federico Turrisi 14 Aprile 2020

A seguito delle misure di contenimento le strade delle città sono deserte, o quasi. La diminuzione della circolazione dei veicoli è sotto gli occhi di tutti e l'inquinamento atmosferico (legato in particolare a sostanze nocive come benzene e ossidi di azoto) è calato notevolmente in tutto il mondo, come testimoniano anche le immagini satellitari. Potremo mantenere questi livelli così bassi anche dopo che avremo gradualmente riaperto uffici, negozi e altri esercizi commerciali?

Se vogliamo evitare di tornare al traffico congestionato e inquinante di prima dobbiamo necessariamente incentivare soluzioni di mobilità sostenibile. Non è una grande novità, lo sentiamo ripetere da anni. Il punto è che c'è una variabile in più da tenere in considerazione rispetto a qualche mese fa: la presenza di un virus estremamente contagioso. La cosiddetta "fase 2" di cui parla il governo italiano prevede in sé anche una certa convivenza con il nuovo coronavirus SARS-CoV-2 ed è probabile dunque che alcune misure di distanziamento sociale verranno mantenute per scongiurare la ripartenza del contagio.

Una situazione del genere ci costringerà a riflettere sui fattori che determinano le nostre scelte di mobilità: è uno spostamento necessario? Posso utilizzare un mezzo alternativo alla mia macchina? Dall'altro lato, si impone il tema della tutela della salute. Vediamo punto per punto quali devono essere le linee da seguire per ridurre le emissioni e indirizzarsi verso un modello sostenibile di mobilità ai tempi della pandemia.

Trasporto pubblico e smart working

Rendere più efficiente il trasporto pubblico rimane sempre la strada migliore per scoraggiare l'uso del mezzo privato. Senza dubbio bisognerà trovare un modo per non ritrovarsi schiacciati come sardine all'interno di autobus, metropolitane e treni nelle ore di punta. Oltre alla necessità di mettere in circolazione mezzi più moderni, più puliti e più sicuri (il che vuol dire tornare a investire di più nel servizio di trasporto pubblico), "occorre riorganizzare gli orari della città, in maniera tale da diluire il flusso di gente e limitare il rischio di affollamento in determinati momenti della giornata", sostiene Andrea Poggio, responsabile mobilità sostenibile di Legambiente.

Qui si introduce anche il tema dello smart working che, se viene visto come una modalità complementare rispetto al tradizionale lavoro in ufficio (anche uno o due giorni alla settimana, dove possibile) può aiutare a decongestionare il traffico nelle ore di punta e portare significativi vantaggi ambientali.

Micromobilità

Quando devi coprire distanze non troppo lunghe, puoi sempre valutare di andare a piedi. Oppure puoi scegliere di ricorrere a un mezzo come il monopattino elettrico. E poi c'è sempre lei, la bicicletta. Grazie all'innovazione tecnologica, ci sono a disposizione anche le biciclette con pedalata assistita per affrontare i tratti pendenti in salita. Noi sappiamo che la trasmissione del coronavirus avviene più facilmente in ambienti chiusi e con scarso ricambio d'aria. Da questo punto di vista, quelle che ti abbiamo appena elencato sono dunque tra le modalità più sicure per spostarsi. "Tutto ciò presuppone anche una riorganizzazione degli spazi urbani, quindi più piste ciclabili per ridurre il rischio di incidenti", aggiunge Poggio.

Sharing mobility

Sharing mobility non significa soltanto car sharing. "In una città come Milano, per esempio, i servizi di mobilità condivisa più diffusi non sono quelli di auto, ma quelli di scooter e monopattini elettrici, oltre ai due principali servizi di bike sharing". Consideriamo poi le possibili implicazioni per la salute di cui parlavamo prima.

La vettura è un ambiente chiuso ed è lecito non sentirsi a proprio agio nel guidare un'automobile utilizzata poco prima da un altro utente. Anche se l'auto stessa viene sanificata frequentemente dall'azienda che fornisce il servizio e potrebbe risultare perfino più pulita della propria auto personale. Diverso è il caso della bicicletta, del monopattino o del motorino condivisi: il rischio di contrarre eventualmente il virus è inferiore, dal momento che il contatto delle mani è limitato al manubrio e si può sempre ricorrere a un paio di guanti monouso per proteggersi.

Auto elettriche

Un paragrafo finale va dedicato alle auto elettriche; ormai da tempo sentiamo ripetere che saranno le protagoniste della mobilità del futuro. In questo periodo, però, nessuno o quasi pensa di comprare automobili. "Nel mese di marzo in Italia si è registrato un crollo nelle vendite dell'85%", ricorda Poggio.

Come ha messo in evidenza un'indagine dell'Osservatorio Auto Findomestic, il principale freno alla diffusione delle vetture elettriche è il prezzo elevato. Ma chi comprerà un'auto nuova a emissioni zero in un periodo di profonda crisi economica, come quello che ci aspetta a seguito della pandemia? Occorrono dunque delle politiche di sostegno nei confronti della mobilità elettrica, con bonus e incentivi alla rottamazione della vecchia autovettura inquinante. La scelta è tra ripetere gli stessi errori del passato e ritornare ad avere città attanagliate dallo smog (con tutte le problematiche di salute pubblica annesse) oppure dare il via a una autentica "rivoluzione verde".