Il dono è un atto gratuito e, in alcuni casi, anche anonimo. Persino e specialmente quando si parla di una parte del proprio corpo. È questo il significato del donare il sangue e di farlo con regolarità, ogni qualvolta si viene chiamati dall'associazione che se ne occupa, in contatto diretto con il Centro regionale sangue. In Italia puoi trovarne diverse, ma la più grande è sicuramente Avis (Associazione volontari italiani del sangue), con circa 3.400 sedi su tutto il territorio.
Oggi è la Giornata mondiale del donatore di sangue: quest'anno il tema scelto dall'Organizzazione mondiale della sanità è "sangue sicuro". E l'Italia, in proposito, ha diverse cose da insegnare. Forse non sapevi infatti che non in tutti i Paesi del mondo la donazione è gratuita e affidata a volontari che non ricevono nulla in cambio. Ma è proprio questo meccanismo, unito a una capillare rete di controlli medici, che garantisce la sicurezza di quello che viene prelevato e distribuito alle strutture ospedaliere. Se non mi pagano, che interesse ho a mentire sul mio stato di salute o il mio stile di vita?
Per questa ragione è fondamentale che il nostro sistema possa continuare a garantire l'autosufficienza e, per farlo, è necessario che vi siano sempre nuove persone che decidano di diventare donatori di sangue, come ha spiegato nell'intervista a Ohga Laura Bocciarelli, vice presidente di Avis Emilia-Romagna. Ecco come puoi fare.
Iniziamo dalle basi: chi può donare il sangue? La risposta più rapida sarebbe tutti. Ci sono però dei precisi requisiti, tutti relativi al proprio stato di salute, che dovrai avere se vuoi diventare un volontario. I primi due li puoi tranquillamente valutare da solo: età compresa tra i 18 e i 65 anni al massimo e peso corporeo non inferiore ai 50 chilogrammi. Una volta che sai di essere in possesso di queste caratteristiche, puoi compilare il modulo online sul sito di Avis e attendere di venire ricontattato dalla sede più vicina a casa tua.
A questo punto, sosterrai un colloquio con un medico che si occuperà di stabilire che tu sia in possesso di tutti i requisiti previsti dal decreto del Ministero della Salute del 2 novembre 2015. Tieni comunque presente che potresti risultare idoneo anche se sei over 65. In alcuni casi, infatti, si può proseguire nelle donazioni fino a quando non si raggiungono i 70 anni di età. Potresti quindi effettuare comunque la richiesta e sarà poi lo specialista a capire se tu sia adatto o meno.
Quello che dovrà accertare, in particolare, sarà che tu goda di un buon stato di salute e che il tuo stile di vita sia sano. Questo significa, in poche parole, che i tuoi valori ematici risultino nella norma. Non dovrai soffrire di malattie croniche, né risultare positivo ai test per l'Hiv, l'epatite B e C. Inoltre è evidente che se la tua dieta non è appropriata, magari perché ricca di grassi e zuccheri, non è certo il caso che il tuo sangue venga donato a un altro paziente. Lo stesso discorso vale anche se sei un fumatore accanito o sei fai un uso eccessivo di bevande alcoliche.
Il primo passo è sicuramente desiderarlo e rendersi conto che si tratta di un atto che può salvare molte vite. Se è da un po' di tempo che stai pensando di compiere questo passo, ti consiglio di iniziare prima di tutto a correggere stile di vita e alimentazione. Poi, come ti dicevo, basterà prendere contatto con una delle associazioni che si occupano proprio di questo. Ci sarà una richiesta da compilare e, infine, si arriverà al colloquio con il medico e a una serie di esami ai quali sottoporsi.
Durante la visita, lo specialista ti farà alcune domande per poter procedere a una valutazione clinica del tuo stato di salute. Inoltre, ti indirizzerà verso ulteriori accertamenti, ovvero:
Questi esami vengono poi ripetuti prima di ogni donazione, ma se si tratta della prima volta allora saranno necessarie anche altre analisi, soprattutto per determinare il tuo gruppo sanguigno. Effettuerai dunque un test diretto, o indiretto, per determinare a quale fenotipo appartieni tra A,B e zero e poi un altro per il fenotipo Rh (cioè positivo o negativo) completo. La determinazione dell'antigene Kell, presente sulla superficie dei globuli rossi, serve invece ad accertare che non insorga il rischio di patologie trasfusionali. Se risulti positivo a questo indicatore, verrà poi ricercato l'antigene Cellano, Infine, viene valutata la presenta di anticorpi irregolari anti-eritrocitari.
Alla fine di tutti questi controlli, potrai essere valutato idoneo o meno. Se la risposta è positiva, diventerai allora un donatore di sangue a tutti gli effetti.
La donazione di sangue è semplicemente un prelievo, durante il quale può venire preso il siero per intero o uno o due degli elementi che lo compongono, chiamati emocomponenti. Ti sari già sottoposto a una procedura di questo tipo, per effettuare analisi di routine, e dunque saprai che è innocua e piuttosto indolore. Ma cerchiamo di capire meglio cosa di preciso viene prelevato e come:
Se hai deciso di donare il sangue, sappi che non esiste una sola modalità, ma almeno tre. Potresti infatti donarlo per intero, la forma scelta più di frequente, che permette di prelevare tutte le componenti ematiche allo stesso tempo e di dividerle in seguito tra globuli rossi, bianchi, piastrine e così via. Si chiama invece aferesi, quella che permette di estrapolare un solo elemento, o due al massimo nella donazione multicomponenti, attraverso un macchinario che è in grado di separare le cellule. Il resto rimane invece al donatore. Consente così di ottenere solo ciò di cui c'è effettivamente bisogno in quel momento. Di norma, dura un po' di tempo in più come procedura e viene proposta solo ai donatori che hanno già un po' di esperienza.
In Italia essere donatore di sangue significa diventare un volontario che compie questo gesto in forma gratuita. Un dono, appunto. Per questa ragione, esistono alcuni principi etici che regolano l'attività. Primo fra tutti l'anonimato: non sai chi riceverà le tue cellule, né lui saprà chi deve ringraziare. Deve inoltre essere una scelta libera e consapevole, che non può prevedere nulla in cambio. Anzi, la donazione a pagamento viene perseguita secondo la legge 219 del 2005. L'attività delle associazioni che si occupano di questo gesto è dunque non-profit e il valore di un'unità di sangue è determinato solo dagli oneri che devono essere sostenuti per tutta la catena di raccolta, preparazione, qualificazione e distribuzione delle sacche.
Naturalmente i prelievi vengono effettuati in condizioni di massima igiene (con strumentazione sterile e monouso) e sicurezza, grazie ai controlli previsti. Tutti parametri che garantiscono una migliore qualità del siero.
Una volta che hai terminato la donazione, ti verrà offerta una colazione e riceverai una giustificazione per l'esenzione dal lavoro in quella giornata. il tuo fisico risulterà infatti un po' indebolito e dovrai quindi reintegrare i nutrienti e soprattutto i liquidi che sono andati persi. Inoltre, è meglio se riposi e non ti dedichi ad attività faticose per il corpo.
Ma cosa accade invece al sangue che hai donato? Per prima cosa, viene centrifugato. Proprio così. In questo modo verranno separati i componenti e si potranno ottenere contenitori di globuli rossi, di plasma oppure di piastrine e leucociti assieme. Dopodiché le sacche verranno recapitate alle strutture ospedaliere che ne hanno fatto richiesta e i vari componenti saranno somministrati ai riceventi, dopo aver effettuato tutti i test di compatibilità. Tutte le sacche hanno poi un codice a barre univoco e viene così garantita la loro tracciabilità per almeno 30 anni.
Anche una volta che sei stato ritenuto idoneo, ci saranno alcuni periodi nei quali non potrai comunque donare il sangue. In particolare:
Non esistono delle vere e proprie controindicazioni alla donazione di sangue. Sicuramente potresti riscontrare qualche problema se hai paura dell'ago, ma il personale sanitario e i volontari sapranno sicuramente come rassicurarti. In seguito, poi, potresti sentirti più debole e non essere in grado di compiere sforzi particolarmente gravosi. Ma si tratta di una sensazione che non dura più di un giorno, il tempo che il tuo organismo produca di nuovo tutte le unità perse. Inoltre, il presentarsi di questa conseguenza varia da persona a persona e con una dieta adatta e la costanze assunzione di liquidi può anche essere evitata del tutto.
Al contrario, esistono diversi pro al diventare donatore di sangue. Prima di tutto, fa bene alla tua salute ed è una forma di prevenzione. Dovrai infatti impegnarti a mantenere uno stile di vita sano e ti sottoporrai almeno una volta all'anno ad alcuni controlli come glicemia, creatininemia, alanin-amino-transferasi, colesterolemia totale e HDL, trigliceridemia, protidemia totale e ferritinemia.
Inoltre, sarà un atto di generosità e altruismo davvero importante per tutte le persone che hanno bisogno di trasfusioni, come chi soffre di malattie oncologiche o ematologiche, diverse forme di anemia cronica, emofilia e in diverse interventi d'urgenza o chirurgici.
Come in tutti gli ambiti della medicina, anche per quanto riguarda la donazione di sangue potresti incappare in alcune fake news. Magari alcune di queste ti sono state riportate, oppure si tratta di dubbi che sono sorti anche a te. Sfatiamo quindi insieme cinque di queste:
Se vuoi approfondire l'argomento, puoi consultare il sito di Avis Emilia-Romagna.
Per capire meglio come funzioni la donazione di sangue, abbiamo intervistato Laura Bocciarelli, vice presidente di Avis Emilia-Romagna:
In Italia, la donazione di sangue si basa su volontari che compiono questo gesto in modo gratuito. Questo gesto assume così un significato molto profondo, di donazione totale, senza avere un ritorno economico. Inoltre, non si conosce l'identità del destinatario: può essere un bambino, un anziano, una persona che non conosco o il mio vicino di casa. Una persona dona intanto che è in condizione di farlo, per garantire l'esistenza di un sistema del quale lei stessa potrebbe ritrovarsi a dover usufruire. Si crea anche una rete di solidarietà che rafforza il senso di appartenenza a una comunità. Tutto questo poi ha un risvolto non da poco per quanto riguarda la sicurezza di ciò che viene donato, che è anche il tema scelto dall'Organizzazione mondiale della sanità per la Giornata mondiale di quest'anno.
Le sedi Avis non sono esattamente i centri di raccolta del sangue. O meglio, possono coincidere con le strutture di prelievo oppure no. Sono però un punto di riferimento e anche il primo punto di contatto con le persone che hanno deciso di donare. Naturalmente, molti di loro effettuano la domanda d'iscrizione già online, ma il contatto diretto con i volontari avviene comunque in una delle nostre sedi.
Queste si occupano infatti della chiamata e del rapporto con tutti i donatori e le donatrici. Può capitare che diventino anche dei centri di raccolta, così come può accadere che l'Avis collabori con l'azienda territoriale, che gestisce le procedure di prelievo e distribuzione. Le sedi nascono invece in ottica di diventare una casa per i donatori, dove poter chiedere informazioni e magari fare volontariato. Nello specifico, aiutare a organizzare eventi, partecipare ad attività, corsi e riunioni per le quali c'è sempre bisogno di persone che diano una mano nella realizzazione.
Avis è in collegamento con il Centro regionale del sangue, che periodicamente fornisce i dati riguardo la raccolta e la distribuzione. Questi numeri non si riferiscono solo all'Avis, ma anche alle altre associazioni, ad esempio la Fidas (Federazione italiana associazioni donatori di sangue), tutte in rapporto diretto con il Centro. Sappiamo quindi che nel 2017 sono state raccolte 590 unità di sangue e plasma al giorno, nella sola Emilia-Romagna. Siamo quindi in grado di garantire l'autosufficienza al sistema regionale e riusciamo anche ad inviare sacche ad altre regioni che ne fanno richiesta.
L'hanno scorso poi siamo addirittura riusciti a inviarli in Afghanistan, al Centro di emofilia di Kabul. C'era infatti un problema di carenza e la maggior parte dei pazienti che ne avevano bisogno erano bambini e ragazzi. Abbiamo poi ricevuto una lettera di ringraziamento da parte dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo. Per i riceventi questo gesto ha avuto un significato molto importante, perché sono stati in grado di ricevere le cure nonostante la situazione di povertà e guerra in cui si trovano. Da Kabul, tramite il Centro nazionale sangue, ci hanno infatti chiesto di proseguire la collaborazione per assicurare dei trattamenti sicuri e stabili nel tempo.
Perché il concetto di autosufficienza non è statico: negli ultimi tempo siamo sempre riusciti a garantirla, ma non è detto che possa essere così ogni anno. Dobbiamo quindi assicurarci che vi siano sempre donatori disponibili. Non esiste quindi un'emergenza, il punto è garantire una continuità e spingere le persone a essere costanti, per garantire che il sistema funzioni. E anche per essere pronti in caso di urgenze. Ad esempio, mi ricordo che quando ci fu il terremoto di Amatrice io ero nella sede Avis di Piacenza e in quei giorni venivo tempestata di telefonate perché c'era bisogno di sangue. In questi casi, appunto, bisogna esserci certi di disporre di un bacino fisso di donatori e non è invece il momento adatto per reclutarne di nuovi, visti tutti i controlli che sono necessari prima il medico dichiari qualcuno come idoneo.
È quindi fondamentale aumentare il numero di donatori periodici e costanti e che potranno essere chiamati in base alle necessità. Oggi si fa una programmazione, in accordo con il Centro ragionale e il Centro nazionale di raccolta del sangue e si lavora tutti insieme per garantire che vi siano sempre delle scorte disponibili. Le persone poi vengono chiamate di volta in volta e solo quando c'è bisogno. Non è infatti nemmeno corretto procedere al prelievo, se poi le sacche devono essere gettate, anche per una questione di rispetto del dono.
Può anche capitare che un donatore venga chiamato ma si trovi in ferie o si sia trasferito in un'altra città per questioni di lavoro. I volontari quindi si possono anche perdere per questioni legate alla vita di tutti i giorni.
Per tutte queste ragioni, servono soprattutto donatori giovani, anche attorno ai 30 o 40 anni di età, che abbiano ancora diverso tempo davanti in cui poter essere disponibili. È comunque un impegno personale, perché bisogna mantenere uno stile di vita sano e assicurare di essere sempre in buona salute.
Fonti| Avis; Avis Emilia-Romagna