Comunicare il valore dell’ambiente: la missione possibile de La Lumaca

Nata quarant’anni fa come esempio pioneristico di turismo sostenibile, oggi la cooperativa sociale La Lumaca è impegnata soprattutto sul fronte dell’educazione e della comunicazione ambientale.
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Rubrica a cura di Federico Turrisi
27 Luglio 2019

Tre parole (Skolstrejk för klimatet, ossia "Sciopero per il clima" in svedese) e un gesto, da compiere ogni venerdì. Questo è bastato alla sedicenne Greta Thunberg per smuovere le coscienze di milioni di giovani sul tema cruciale dell'emergenza climatica e dare vita a un grande movimento collettivo globale per spingere i piani alti della politica e delle multinazionali ad agire il più rapidamente possibile.

Come è stato possibile? La parola chiave è comunicazione, che va di pari passo con un'altra molto importante: educazione. Su questo terreno si gioca una partita fondamentale per l'ambiente. Una partita a cui hanno scelto di prendere parte dieci persone poco più che ventenni, creando nel lontano 1979 la cooperativa sociale La Lumaca. Precisamente, lo scorso 6 luglio sono state spente 40 candeline. Adesso i soci sono 35 e i dipendenti una cinquantina. E pensare che tutto è iniziato da un rifugio, il Capanno Tassoni di Fanano, sull'Alto Appennino Modenese.

"I soci fondatori sono stati dei veri e propri pionieri, dei sognatori che vedevano lontano. Parole come cambiamento climatico o economia circolare non esistevano neanche in Italia quaranta anni fa. Il loro obiettivo: fare economia, salvaguardando l'ambiente, anzi valorizzandolo. Possiamo dire con orgoglio che è stato uno dei primi esempi di turismo sostenibile che sfrutta il capitale naturale del territorio, nel caso del Capanno Tassoni l'Appenino emiliano. Considera che la parola agriturismo è stata introdotta nella legge italiana quattro anni dopo, nel 1983. Siamo stati poi tra i primi, negli anni Ottanta, a portare l'educazione ambientale nelle scuole."

A parlare è Guido Ricci, 44 anni, presidente de La Lumaca, all'interno della cooperativa dal 2003. Oggi a temi come la tutela del territorio e la bellezza naturalistica dei luoghi si sono affiancate anche questioni come il risparmio energetico, la gestione dei rifiuti, la mobilità. Senza considerare l'evoluzione rapidissima degli strumenti comunicativi a disposizione. Pensa a Internet, banalmente.

Guido Ricci

Campagne di comunicazione rivolte al cittadino e percorsi didattici ad hoc pensati per gli studenti delle scuole: questo è il nucleo delle attività de La Lumaca, che al suo interno comprende varie figure professionali, dall'educatore professionista all'ingegnere ambientale, dalle lauree umanistiche a quelle scientifiche.

"Lavoriamo sia con il pubblico, mettendoci direttamente in contatto con le scuole o con le amministrazioni locali di turno, sia con il privato. Tra i nostri clienti ci sono, per esempio, alcune multiutility che si occupano di ciclo dei rifiuti.Partecipiamo poi a dei bandi, in regime di libero mercato: vinciamo se siamo più bravi della concorrenza. Nel corso del tempo abbiamo accumulato una certa esperienza e possiamo dire di averne fatta di strada. Basti pensare che adesso il nostro capitale sociale è di 126 mila euro; nel 1979, all'atto fondativo della cooperativa, era di 500 mila lire."

Creare una coscienza ambientale matura, promuovendo così comportamenti virtuosi, è un'operazione di grande responsabilità, senza dubbio. Ma come si arriva al cuore e alla testa delle persone quando si parla di sostenibilità, un tema trasversale che riguarda tutti?

"Bisogna essere in grado di essere credibili e coinvolgenti. Nel caso dei bambini e dei ragazzi, con metodologie didattiche che escono un po' dagli schemi tradizionali. Per esempio con giochi di ruolo, oppure utilizzando gli strumenti dello storytelling e del videomaking. Il concetto basilare dell'educazione ambientale è questo: trasmettere la convinzione che non si è mai troppo insignificanti per dare il proprio contributo. Ogni piccolo gesto, dal fare la raccolta differenziata al chiudere il rubinetto dell'acqua mentre ci si lava i denti, ha un peso per l'ambiente. Il nostro obiettivo è rendere protagonisti i ragazzi del loro futuro, i cittadini del loro territorio."

Un obiettivo ambizioso che richiede energie, ma soprattutto passione. A parole siamo bravi tutti: siamo sempre pronti a dire "per l'ambiente faccio il mio, sono gli altri che devono fare un cambio di passo". Praticamente, un'autoassoluzione. Proprio perché nella comunicazione ci si scontra spesso contro questa barriera mentale, chiamiamola così, non è facile chiedere alle persone di impegnarsi maggiormente. E Guido lo sa bene.

"Bisogna far passare il messaggio che la sostenibilità non esige di rinunciare a qualcosa, ma solo di cambiare le abitudini. Si tratta di guadagnare, non di perdere. Prendiamo la frase di Woody Allen «perché dovrei fare qualcosa per le generazioni future? Che cosa hanno fatto loro per me?». Ecco, dobbiamo provare a uscire da questo paradosso."

La migliore risposta a Woody Allen ce la offre un vecchio detto dei nativi americani: non ereditiamo la terra dai nostri antenati, ma la prendiamo in prestito dai nostri figli.

(tutte le foto di cooperativa La Lumaca)

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Laureato in lettere e giornalista professionista, sono nato e cresciuto a Milano. Fin da bambino ad accompagnarmi c’è (quasi) sempre stato un altro…