Cop26 di Glasgow, è il giorno della grande marcia degli ambientalisti in nome della giustizia climatica

Al grido di “giustizia climatica, adesso”, migliaia di persone sfilano per le strade della città scozzese che ospita la 26esima conferenza Onu sui cambiamenti climatici. I primi giorni sono stati caratterizzati da molti annunci da parte dei leader mondiali, ma adesso “dalle parole bisogna passare i fatti”, sottolineano i manifestanti. Tra di loro c’è anche Greta Thunberg.
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Federico Turrisi 6 Novembre 2021

Un'onda verde sta per invadere la Cop26: fuor di metafora, decine di migliaia di persone sono pronte a scendere in piazza per protestare contro l'inerzia dei leader politici e chiedere a gran voce interventi immediati contro la crisi climatica. Oggi è infatti il "Global Day of Action for Climate Justice", ovvero la giornata mondiale dell'azione per la giustizia climatica. Sono previsti cortei in tutto il mondo, ma il centro della mobilitazione non potrà che essere Glasgow. Per i motivi che ormai sappiamo, i riflettori del mondo in questi giorni sono puntati sulla città scozzese.

Sono diversi i movimenti e le associazioni che aderiscono all'iniziativa: dai giovani di Fridays for Future (protagonisti dello sciopero di ieri) alle comunità indigene, dai sindacati ai gruppi femministi. Tutti uniti per chiedere ai grandi del pianeta giustizia climatica, per l'appunto, e ricordare ancora una volta che il tempo per evitare le conseguenze più catastofiche del cambiamento climatico sta per scadere.

I primi giorni della Cop26, come sappiamo, sono stati contrassegnati da importanti annunci, come quello sullo stop alla deforestazione entro il 2030 e quello sulla riduzione delle emissioni di metano del 30% sempre entro la fine del decennio. Dopo di che all'interno dello Scottish Event Campus (ovvero il centro congressi dove si sta tenendo la Cop26) sono iniziati i negoziati che dovrebbero – questa è la speranza – portare a risultati concreti, come per esempio l'allineamento dei piani nazionali di riduzione delle emissioni di gas serra (quelli che in gergo sono chiamati Ndc, Nationally Determined Contributions) a quanto prevede l'Accordo di Parigi e all'obiettivo di contenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 gradi rispetto all'era preindustriale. È questa la parte più complessa, e anche più "noiosa" se vogliamo, della Cop26. Ma ci pensano loro, gli attivisti e le attiviste provenienti da tutto il mondo, a tenere alta l'attenzione e a ricordare ai decisori politici che a Glasgow ci sono in ballo le sorti del pianeta. E quindi di tutti noi.

Credits video | Source: Ruptly